La barricata

Portavoce del Ministero degli Esteri sulla decisione della RPDC di sospendere la disattivazione degli impianti nucleari.


Pyongyang, 26 agosto 2008. Martedì un portavoce del Ministero degli Esteri della RPD di Corea ha diffuso una dichiarazione relativa agli ostacoli messi dagli Stati Uniti sulla via della risoluzione della questione nucleare nella penisola coreana, rifiutando di mettere in atto l’accordo del 3 ottobre stabilito tra le sei parti. Nella dichiarazione viene affermato: Nell’accordo del 3 ottobre, che definisce quali sono le misure pratiche da prendere nella seconda fase per l’attuazione della Dichiarazione Congiunte del 19 Settembre sulla denuclearizzazione della penisola coreana, la RPDC si è impegnata a presentare una dichiarazione sul nucleare, e anche gli Stati Uniti si sono impegnati a cancellare la RPDC dalla lista degli “stati sponsor del terrorismo”. La RPDC ha onorato i suoi impegni, presentando la dichiarazione il 26 giugno. Tuttavia gli USA non hanno proceduto a togliere la RPDC dagli “stati sponsor del terrorismo” entro la data stabilita, per la semplice “ragione” che non è stato ancora approvato nessu protocollo per la verifica della dichiarazione sul nucleare. Nessun accordo raggiunto nel tavolo a sei o tra gli USA e la RPDC contiene un articolo che definisce la verifica della dichiarazione sul nucleare della RPDC come condizione per derubricare la RPDC da “stato sponsor del terrorismo”. Per quanto concerne la verifica, si tratta di un impegno che dovrà essere compiuto dalle sei parti nella fase finale della denuclearizzazione dell’intera penisola coreana, conformemente alla dichiarazione congiunta del 19 settembre. Dovrà essere anche verificato che non ci siano armi nucleari statunitensi all’interno a nelle vicinanze della Corea del Sud e che non ci siano state neanche spedizioni o transiti di queste armi. Questa verifica, assieme alla verifica del completamento degli impegni della RPDC deve essere fatto nello stesso momento. Questo è il principio della “azione per azione”. Quanto è stato stabilito nella presente fase riguarda i meccanismi per la verifica ed il monitoraggio nell’ambito delle sei parti. Gli Stati Uniti invece hanno improvvisamente tirato fuori la questione di applicare uno “standard internazionale” per verificare la dichiarazione sul nucleare, facendo carta straccia dell’accordo. In questo modo si fa pressione sulla RPDC, affinché accetti le ispezioni, il che significa perlustrare a piacimento qualsiasi parte della RPDC per raccogliere dei campioni e misurarli. Lo “standard internazionale” sollecitato dagli USA non è altro che l’ispezione “speciale” richiesta negli anni ’90 dall’AIEA per violare la sovranità della RPDC e che causò l’estromissione dal Trattato di non Proliferazione Nucleare. Gli Stati Uniti sbagliano gravemente se pensano di fare ricerche a loro piacimento nella RPD di Corea così come fecero in Iraq. L’insistenza degli Stati Uniti per una ispezione unilaterale della RPDC è una pretesa per il disarmo unilaterale della RPDC, ovvero dell’altra parte belligerante, evitando i proprio impegni per la denuclearizzazione dell'intera penisola, il cui punto centrale è la rimozione della minaccia statunitense, conformemente alla dichiarazione congiunta del 19 settembre. L’idea di denuclearizzazione della penisola portata avanti dalla RPDC è la fine della minaccia nucleare sulla nazione coreana, e non contrattare sul deterrente nucleare della RPDC. A chi è necessaria la struttura a sei, se il tavolo a sei è ridotto ad una piattaforma con cui un paese più grande può prendersi gioco di uno più piccolo, come sta accadendo adesso? Questa volta gli Stati Uniti hanno rimandato la cancellazione della RPDC dalla lista degli “stati sponsor del terrorismo” col pretesto della verifica, anche dopo aver dichiarato ufficialmente, all’interno come all'esterno, che la RPDC non è uno “stato sponsor del terrorismo”. Ciò significa che, in realtà, la lista non è collegata al terrorismo. Alla RPDC non importa se continuerà o meno a restare nella lista degli “stati disobbedienti agli USA”. Gli Stati Uniti non vogliono altro che violare la sovranità della RPDC. Ora che gli Stati Uniti non hanno rispettato gli accordi, la RPDC è costretta a prendere le conseguenti contromisure seguendo il principio della “azione per azione”: Primo, la RPDC ha deciso di sospendere immediatamente la disattivazione degli impianti nucleari, avviata conformemente all’accordo del 3 ottobre. Questo passo è effettivo dal 14 agosto, e le parti interessate ne sono già state informate. Secondo, la RPDC considererà in breve di riportare l’impianto di Yongbyon allo stato originario, come richiesto fortemente dalle istituzioni pertinenti. La delegazione della RPDC e gli atleti rientrano dai Giochi Olimpici. Pyongyang, 26 agosto 2008. La delegazione del Comitato Olimpico e gli atleti della RPDC guidati da Pak Hak Son, presidente della Commissione della Cultura Fisica e Orientamento Sportivo, sono rientrati oggi, dopo aver partecipato alla 29° edizione dei Giochi Olimpici, tenuti in Cina. Gli atleti della RPDC hanno conquistato due medagli d’oro, una medaglia d’argento e tre medaglie di bronzo. Ad attenderli, Kim Jung Rin, segretario del CC del Partito del lavoro di Corea; il vice premier Kwak Pom Gi ed altre autorità. Dal sito della KFA Italia