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TIBET: DEVE TORNARE LA TEOCRAZIA!

Post n°135 pubblicato il 03 Aprile 2008 da kaoxing
 
Tag: Cina

In questi giorni, il Congresso della Gioventù Tibetana, la Associazione delle Donne Tibetane, il Movimento Gu-Chu-Sum del Tibet, il partito Nazionale Democratico del Tibet e gli Studenti per un Tibet Libero si sono prinunciati per il ritorno della teocrazia in Tibet.

Alla faccia di chi, anche tra i comunisti, inneggia al Tibet Libero senza rendersi conto delle forze in campo e a quale "mulino" porterebbe acqua.

Di fronte alle violenze dei criminali (che altrove verrebbero stigmatizzati come terroristi) la risposta del governo cinese è stata di una moderazione assoluta.

Tibet Found

Il documento con il finanziamento al dalai lama proveniente dal Dipartimento di Stato Usa. Nel 2005 il Dalai Lama ha ricevuto direttamente 500.000 dollari del fondo. Ecco il documento.

In appoggio alla Cina:

- I paesi dell'Asia centrale esprimono solidarietà alla Cina

- Cuba condanna la rivolta

- La solidarietà di Chavez

- I comunisti brasiliani a sostegno dell'unità politica e territoriale della Cina

- I comunisti portoghesi contro le strumentalizzazioni sul Tibet

- La solidarietà del Partito comunista russo


LA NON VIOLENZA TIBETANA:


 
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synthesis011
synthesis011 il 04/04/08 alle 18:19 via WEB

Ciao Kaoxing, ciao a tutti. Non voglio far polemiche ma semplicemente entrare nel merito delle questioni. Il succo del discorso del mio messaggio di ieri era che coloro che in buona fede si mantengono equidistanti favoriscono non solo lo &quot;status quo&quot; ma, anzi, il rafforzamento dell'oppressione imperialistica. Oggettivamente, non soggettivamente. Sottolineo &quot;oggettivamente&quot;. Voglio subito precisare una cosa: io guardo con simpatia alle posizioni di otello2007, perchè chi come me è contro l'imperialismo, il capitalismo e l'oppressione dei popoli non può non essere per la pace. Non sogno e non amo violenza, sangue, massacri, ecc. Il fatto è che la pace non la vogliono proprio coloro che cercano di mantenere il mondo in condizioni di disuguaglianza. Dunque io sono per la pace, ma non sono pacifista. Nel senso che non sono equidistante e passivo finchè ci sarà qualcuno che vorrà imporre la propria oppressione e valuterò dialetticamente le situazioni quando nello scontro fra più oppressori si dovrà distinguere, come diceva Mao Tsetung, la contraddizione principale dalle contraddizioni secondarie. Per esserci la pace devono cessare le disuguaglianze generatrici di guerre. Gli USA, potenza dominante e primo baluardo a difesa del capitalismo, a causa delle dinamiche di questo modo di produzione che portano all'imperialismo e a causa del loro enorme debito pubblico, hanno bisogno di uno stato di guerra permanente per continuare a drogare la propria economia, mantenendo alto il tenore di vita interno ed evitando di dover pagare i propri creditori esteri. La Cina è fra questi. Ovviamente chi muove guerra agli altri paesi non dice di farlo per i propri scopi ma troverà sempre il modo di addossare colpe alla vittima di turno. &quot;Il bullo che tira un pugno dirà sempre di essere stato guardato male dalla propria vittima.&quot; Magari ci sono situazioni che riguardano la Cina che non ti convincono. Si può discutere, non ci sono dogmi. Eviterei però di guardare tutto con l'ottica dell'uomo occidentale che valuta solo sulla base della propria cultura emettendo sentenze trancianti. E su quest'ultimo punto non mi riferisco ad alcuno di voi. Su Cuba ha ragione, secondo me, Kaoxing: non si può mettere sullo stesso piano. Ricordiamoci che anche allora, chi minacciava di invadere l'altro paese erano gli USA e non certo Cuba. Inoltre, perchè ti scandalizzano tanto i missili a Cuba e non quelli statunitensi? Perchè si scende in piazza per i monaci tibetani e non per gli indiani Lakota? Tu dici che non si deve giudicare. Ma anche tu l'hai fatto. La cosa non mi sconvolge. Hai fatto bene, dato che le classi sociali dominanti vogliono arrogarsi il monopolio del giudizio presentandocelo come peccaminoso o moralistico. Tutti giudichiamo e dobbiamo giudicare (nel senso di analizzare e tentare di risolvere i problemi, senza avere però intenti oppressivi; dico ciò senza riferirmi ai presenti) fermo restando che nessuno ha la verità in tasca. Ora tu parli di equilibrio, obiettività e verità: potremmo farlo anche io, kaoxing, nadine61, lughe_sarda, virgola24, ecc. Tutto sta nel ricercare la verità attraverso il confronto (da non confondere però con l'immobilismo), evitando di credere di essere portatore esclusivo della verità o contrapponendo verità di parte a verità di parte, fede contro fede. Il mio blog si chiama Alètheia (verità in senso oggettivo, ma da ricercarsi attraverso il confronto) e non Ortothes (verità nel senso di fede, &quot;veritas&quot;). Saluto tutti dedicandovi Contessa di Paolo Pietrangeli.

 
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