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E. Neri 
finta finestra su tavola 

dipinto di Elisabetta Neri

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Maratea: sensazioni...

Post n°27 pubblicato il 30 Agosto 2016 da ciaobettina0

foto Elisabetta Neri

C'è  un lembo di terra stretto tra Campania e Calabria, affacciato su un tratto di Tirreno impido e turchese: è qui che quest'anno ho scelto di trascorrere le vacanze estive.

foto di Elisabetta Neri

Il borgo di Maratea si trova proprio qui, adagiato sul pendio del Monte San Biagio, dalla cui sommità domina un''imponente statua del Redentore, realizzata negli anni '60.

foto di Elisabetta Neri

L'ampia vallata verde terminante sul mare e il Cristo a braccia aperte fanno di questo territorio una piccola "Rio" nostrana.

Il primo nucleo della città di Maratea si è formato ad opera delle popolazioni residenti vicino alla costa che, in seguito alla caduta dell'Impero Romano d'Occidente, si rifugiarono sulla cima del monte San Biagio per sfuggire alle incursioni saracene.

Di questo primo nucleo rimane ormai ben poco, mentre l'odierna Maratea, detta borgo, è nata inel medioevo.

foto di Elisabetta Neri

Oggi il borgo conserva la struttura tipica dei centri di origine medievale: si tratta infatti di un intricato labirinto di viuzze e vicoletti, talvolta scoscesi.

foto di Elisabetta Neri

Alcuni angoli di Maratea sono molto curati, altri un po' trascurati; ma tutte le stradine tortuose, comprese quelle meno frequentate dai turisti, conducono ad improvvisi spazi aperti dai quali si può godere di una vista mozzafiato sul mare e sui pendii verdissimi.

foto di Elisabetta Neri

foto di Elisabetta Neri

foto di Elisabetta Neri

Ho avuto la fortuna di alloggiare in un appartamento affacciato sulla piazzetta più caratteristica della città, piazza Buraglia, curatissima e quindi polo di attrazione di numerosi turisti.

foto di Elisabetta Neri

L'accesso alla scala che conduceva all'appartamento era posto all'interno di un angiporto, stretto vicolo cieco sormontato dai voltoni.

foto di Elisabetta Neri

foto di Elisabetta Neri

Nello stesso vicoletto si trova una rinomata pasticceria, dalla quale vedevo uscire eleganti signori che tenevano sul palmo della mano, con religioso rispetto, vassoietti contenenti i "bocconotti" ed altri dolci tipici della zona. 

foto di Elisabetta Neri

Il profumo dei bocconotti appena sfornati arrivava alle mie finestre: i più richiesti erano la varietà crema-amarena, ma io preferivo il ripieno crema e cioccolato.

foto di Elisabetta Neri

I bocconotti che ho avuto l'occasione di assaggiare, ricordano morbidissime torte caserecce in miniatura, farcite di creme e/o di marmellata.

foto di Elisabetta Neri

I profumi di questa zona della Basilicata sono tanti: ricordo per me indelebile è l'aroma sprigionato  dalla vegetazione mediterranea: pino, mentuccia,  timo e finocchietto selvatico.

foto di Elisabetta Neri

Tra le rocce, anche dagli angoli più dimenticati e irraggiungibili, spuntano il fico d'india, l'agave e l'ipomea indica con le sue splendide campanule blu-viola.

foto di Elisabetta Neri

foto di Elisabetta Neri

I giardini e gli angoli delle strade sono ravvivati da bouganvillea, oleandro e plumbago.

foto di Elisabetta Neri

foto di Elisabetta Neri

A proposito di profumi, l'aroma della vegetazione mediterranea è avvertibile soprattutto se si decide di intraprendere a piedi,  partendo dal borgo, la passeggiata che conduce alla  statua del Redentore.

foto di Elisabetta Neri

foto di Elisabetta Neri

Si tratta di un percorso che regala una vista sul mare davvero emozionante, in particolare se il sentiero al ritorno si percorre al tramonto, con il sole che si nasconde dietro il monte Bulgheria cospargendo l'immensa distesa d'acqua di scintille brillanti.

foto di Elisabetta Neri

Maratea si affaccia su un versante del golfo di Policastro, del quale, guardando il mare, si può scorgere la sponda opposta, caratterizzta dalla sagoma azzurrina del monte Bulgheria e terminante con Punta Infreschi.

foto di Elisabetta Neri

Giunti alla colossale struttura del Redentore, ci si rende conto che la meta della lunga passeggiata è molto turistica; ma la vista a 360 gradi sul mare, sulla campagna e sul borgo di Maratea che si può apprezzare dalla base della statua (che ritrae un Gesù con caschetto e baffi alla Beatles) non ha eguali. Questa incomparabile bellezza della natura, unita al senso dell'incommensurabile suggerito dal paesaggio, conduce il visitatore verso il raccoglimento e la riflessione.

foto di Elisabetta Neri

foto di Elisabetta Neri

Tornando ai profumi di Maratea, non si possono dimenticare quelli del cibo: se si è più vicini alla costa si può avvertire quello della frittura di pesce, mentre, imboccando i vicoletti si può venire sorpresi dal profumo dei formaggi o dei salumi tipici della zona.

foto di Elisabetta Neri

È una zona dalla "parlata" un po' campana e un po' calabrese: le coloratissime maioliche dipinte a mano (al secondo fuoco), tipiche della costiera amalfitana, qui spuntano un po' ovunque: nella pavimentazione delle numerose chiese, sui tavolini dei bar, e persino all'interno della pavimentazione dei marciapiedi. Sono però assai diffusi anche i prodotti gastronomici della tradizione calabrese, come la 'nduja e la schiacciata, oltre a marmellate ed altri preparati al peperoncino.

foto di Elisabetta Neri

foto di Elisabetta Neri

foto di Elisabetta Neri

Anche le cupole rivestite da "squame" coloratissime, simili a quelle presenti nella Costiera Amalfitana, sono presenti in questa zona. L'immagine mostra quella che sovrasta la chiesa dell'Annunziata.

foto di Elisabetta Neri

foto di Elisabetta Neri

foto di Elisabetta Neri

E' questa la più centrale delle molte chiese di Maratea, dalla facciata semplice; interessanti sono le ma due sculture di pietra ormai consunta collocate ai lati del portale, che a mio parere potrebbero essere due leoni stilofori tipici delle chiese romaniche.

Sulla parte più alta del borgo si staglia la Chiesa di Santa Maria Maggiore; le arcate del suo campanile, il 14 di agosto, emanano una luce rossa, come se la struttura stesse "andando a fuoco"; dopodichè, proprio dal campanile, vengono sparati i fuochi d'artificio.

foto di Elisabetta Neri

foto di Elisabetta Neri

foto di Elisabetta Neri

foto di Elisabetta Neri

foto di Elisabetta Neri

foto di Elisabetta Neri

foto di Elisabetta Neri

Più esterna rispetto al centro, ed in posizione elevata, si colloca la chiesa di Sant'Antonio, un tempo parte del convento dei Cappuccini.

foto di Elisabetta Neri

nei pressi della chiesa sono visibili tre cappelle decorate con affreschi cinquecenteschi.

foto di Elisabetta Neri

Infine, perla del territorio sono le numerose spiagge che si affacciano su un mare cristallino; sono perlopiù di ghiaia sottile o di ciottoli e sono delimitate da rocce che, al di sotto della superficie marina, si presentano ricchissime di flora e di fauna; ampie distese di poseidonia, infatti, costituicono l'habitat ideale per la proliferazione di molte specie ittiche.

foto di Elisabetta Neri

foto di Elisabetta Neri

foto di Elisabetta Neri

foto di Elisabetta Neri

Le rocce che incorniciano le diverse calette sono movimentate da solchi, anfratti e profonde grotte, alcune con enormi stalattiti, e dalla pietra sgorga talvolta acqua dolce più fredda rispetto a quella marina.

foto di Elisabetta Neri

foto di Elisabetta Neri

foto di Elisabetta Neri

foto di Elisabetta Neri

A Marina di Maratea è visitabile la "Grotta delle Meraviglie", piccolina rispetto a quelle di Toirano o di Frasassi, ma ugualmente  bella. Tale grotta, situata vicino alla statale n.18, venne scoperta nel 1929, proprio durante la costruzione di questa strada.

foto di Elisabetta Neri

Infine, che dire dei marateoti? E' gente sempre molto cordiale e generosa, che affronta la vita con una serenità invidiabile. Il salumiere? Ti fa assaggiare tutto,  anche quello che non sei intenzionato a comprare. Gente che lavora sodo, pur trovando il  modo meno stressante per farlo, e sempre pronta a scambiare quattro chiacchiere.

Entro in un negozio di casalinghi (una specie di cunicolo stretto e buio che vende qualsiasi cosa) e mi accoglie un signore comodamente adagiato su una sdraio. Chiedo: "disturbo? Ho sbagliato orario?" e lui, indicandomi una sedia, mi risponde: "no, prego, assettatevi pure voi". Dopo avermi servita torna alla sua postazione iniziale ed un suo amico vicino gli sussurra: "avete fatto proprio bene ad accattarvi questa sedia!"

 
 
 
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