Ho dei bellissimi ricordi delle vacanze di Natale a Roma. Quando ero una ragazzina un appuntamento che non si poteva perdere era quello con le scintillanti bancarelle di Piazza Navona il giorno dell'epifania, con le befanine e i babbi natali appesi ed una grande quantità di statuine del presepe in esposizione. Poi si andava a messa nella Chiesa di S.Ignazio, e io rimanevo incantata a guardare due cose: il soffitto affrescato, che pareva smaterializzarsi per aprirsi sul Paradiso, e il Presepe: nel silenzio si sentiva il gorgoglio dell'acqua della cascata, e sul cielo si alternavano "magicamente" il giorno e la notte; la versione notturna del presepe aveva il cielo puntinato di stelle così luminose che mi sembravano vere. E poi c'era la luce, una luce calda che illuminava il volto dei personaggi.Sono molti i pittori che nel passato hanno rappresentato la Natività di Gesù. Oggi nell'immaginario collettivo l'ambientazione del presepe è sempre notturna, e le tenebre sono rischiarate da bagliori luminosi: quello delle molte finestrelle, che suggeriscono un clima intimo e famigliare all'interno di case e botteghe; quello delle stelle, ma soprattutto quello della cometa e di Gesù. E' una luce simbolica, quella della fede che permette al buio di dileguarsi, ma anche quella intima di un'umile dimora abitata da affetti profondi. E' questo il senso del Natale, e i quadri che rappresentano il presepe cercando di esprimere questo senso di dolcezza, di famigliarità e di fede sono quelli che meglio lo rappresentano.Non è facile realizzare un notturno in pittura, e in Italia la rappresentazione di notturni davvero suggestivi è arrivata un po' in ritardo, perchè i veri maestri dei giochi di luce e della resa di trasparenze e riflessi erano i pittori fiamminghi. Ha provato a rappresentare la luce fioca delle prime luci dell'alba anche Piero della Francesca, a metà del Quattrocento, con il Sogno di Costantino; ma l'attenzione dei pittori rinascimentali fiorentini era più incentrata sulla rappresentazione proporzionata e sulla resa quasi statuaria delle figure, piuttosto che sul realismo della luce.
La luce del Natale
Ho dei bellissimi ricordi delle vacanze di Natale a Roma. Quando ero una ragazzina un appuntamento che non si poteva perdere era quello con le scintillanti bancarelle di Piazza Navona il giorno dell'epifania, con le befanine e i babbi natali appesi ed una grande quantità di statuine del presepe in esposizione. Poi si andava a messa nella Chiesa di S.Ignazio, e io rimanevo incantata a guardare due cose: il soffitto affrescato, che pareva smaterializzarsi per aprirsi sul Paradiso, e il Presepe: nel silenzio si sentiva il gorgoglio dell'acqua della cascata, e sul cielo si alternavano "magicamente" il giorno e la notte; la versione notturna del presepe aveva il cielo puntinato di stelle così luminose che mi sembravano vere. E poi c'era la luce, una luce calda che illuminava il volto dei personaggi.Sono molti i pittori che nel passato hanno rappresentato la Natività di Gesù. Oggi nell'immaginario collettivo l'ambientazione del presepe è sempre notturna, e le tenebre sono rischiarate da bagliori luminosi: quello delle molte finestrelle, che suggeriscono un clima intimo e famigliare all'interno di case e botteghe; quello delle stelle, ma soprattutto quello della cometa e di Gesù. E' una luce simbolica, quella della fede che permette al buio di dileguarsi, ma anche quella intima di un'umile dimora abitata da affetti profondi. E' questo il senso del Natale, e i quadri che rappresentano il presepe cercando di esprimere questo senso di dolcezza, di famigliarità e di fede sono quelli che meglio lo rappresentano.Non è facile realizzare un notturno in pittura, e in Italia la rappresentazione di notturni davvero suggestivi è arrivata un po' in ritardo, perchè i veri maestri dei giochi di luce e della resa di trasparenze e riflessi erano i pittori fiamminghi. Ha provato a rappresentare la luce fioca delle prime luci dell'alba anche Piero della Francesca, a metà del Quattrocento, con il Sogno di Costantino; ma l'attenzione dei pittori rinascimentali fiorentini era più incentrata sulla rappresentazione proporzionata e sulla resa quasi statuaria delle figure, piuttosto che sul realismo della luce.