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E. Neri 
finta finestra su tavola 

dipinto di Elisabetta Neri

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« l'ABC del trompe l'oei...Dama del Quattrocento »

Il Quattrocento e oggi: due ideali di bellezza femminile a confronto

Post n°14 pubblicato il 22 Febbraio 2015 da ciaobettina0
 

Dama immaginaria del Quattrocento - E. Neri

Giorni fa, nel tentativo di inventare una dama del primo Quattrocento italiano, ho schizzato velocemente alcune figure femminili. Per poter dare loro un aspetto credibile, mi sono trovata ad approfondire un argomento che mi appassiona: l'evoluzione del "look" nel passato. Dapprima mi sono ispirata ai veri protagonisti di un corteo storico: ma mi sono subito resa conto che la mia "dama" era un personaggio odierno che indossava un costume rinascimentale. 

Partiamo dal viso: nelle prime due "versioni" (le due immagini sotto) il volto, seppur di fantasia, una volta disegnato mi è apparso molto simile a quello di due note attrici italiane. Infatti, pur non avendo preso come modello nessuna donna in particolare, mi sono resa conto che si è sempre influenzati dall'ideale di bellezza del proprio tempo.

disegno di Elisabetta Neri

disegno di Elisabetta Neri

Labbra carnose, capelli neri nel primo disegno, sopracciglia marcate e ad angolo, nasino all'insù, occhioni "da cerbiatta" con lunghe ciglia. 

Anche l'abito è un po' "modernizzato": scollatura profonda, niente velluti pesanti o tessuti damascati, nessun bordo di pelliccia e nè pieghe regolari e "cilindriche". Dal corpetto si intuisce inoltre che la donna indossa un moderno reggiseno.

Ma proviamo invece ad osservare le donne vissute davvero nel Quattrocento, ritratti da alcuni famosi pittori:

ritratto femminile - Pollaiolo

immagine tratta dal web

ritratto femminile-Pollaiolo

immagine tratta dal web

Ritratto di donna con uomo al davanzale-F.Lippi

immagine tratta dal web

Intanto queste tre donne sono state ritratte di profilo, in posa statuaria, come effigi in rilevo su una moneta o scolpite su un prezioso cammeo. 
I loro capelli sono leggermente mossi, e di un caldo biondo dorato: questo colore era infatti molto apprezzato nel Rinascimento. La fronte è altissima, perchè l'attaccatura dei capelli è stata "depilata". Gli occhi hanno ciglia e sopracciglia chiare e delicate, perciò il loro contorno non è marcato e sottolineato come piace oggi; il naso non è piccolo e all'insù e in certi casi è lungo e dritto (profilo greco). L'incarnato è chiaro, (l'abbronzatura non era apprezzata) e le labbra sono piccole e sottili; il collo lungo è messo in risalto dalle elaborate aconciature raccolte.

foto di Elisabetta Neri

foto tratta dal mio album: Castiglione Olona (VA) - Palazzo Branda-Castiglioni, rielaborata con Photoshop per eliminare l'effetto della prospettiva

Le donne dei ritratti rinascimentalli sfoggiano una grande varietà di raccolti: talvolta il loro viso è incorniciato da un torciglione o da una treccia (come nell'immagine sopra); spesso sfoggiano acconciature che rivelano un' elaborata esecuzione ma che si presentano comunque sobrie ed eleganti; i raccolti possono essere abbelliti con accessori di vario genere: diademi, fermagli di perle, nastri e veli. Nell'Europa del nord le acconciature hanno forme più bizzare, come quella "a corna", visibile nel ritratto dei Coniugi Arnolfini di Van Eyck (immagine in basso) e spesso vengono indossati copricapi a sella (come quelli visibili negli affreschi del Castello della Manta) o di forma allungata. (PER VEDERE LE MIE FOTO SCATTATE PRESSO IL CASTELLO DELLA MANTA CLICCA QUI)

ritratto dei Coniugi Arnolfini - Jan Van Eyck

immagine tratta dal web

Ma passiamo ora al fisico e all'abito. Le donne che mi è venuto spontaneo disegnare in un primo momento, avevano un fisico asciutto e sportivo, tipico della donna dinamica di oggi. Le figure femminili quattrocentesche non sono abbondanti: lo diverranno nel Cinquecento con Tiziano e nel Seicento con Rubens. Per ora sono ancora piuttosto esili, ma non hanno l'aspetto "tonico" oggi così apprezzato: sono creature casalinghe e riservate; talvolta una giovane moglie nel fiore degli anni viene mostrata con orgoglio dal marito (più anziano), come nel caso del bel ritratto eseguito da Van Eyck. Ben lontano dalla forma che assume oggi con i "push up", il seno non è esagerato, e dall'abito non se ne scorge la forma come spesso avviene oggi: la parte superiore del vestito assume una forma indefinitamente "arrotondata". Leggo comunque da questo interessantissimo articolo che le donne usavano già reggiseni, o che fingevano già allora di essere più "prosperose" inserendo sacchi di fieno nel corpetto. 
Gli abiti si stringevano immediatamente sotto il seno, perciò il look non tendeva ad esaltare pancia piatta e vitino di vespa come oggi, al contrario, gli abiti erano particolarmente abbondanti all'altezza della vita e in particolar modo sulla pancia; anzi, si può notare come le protagoniste femminili del quadro di Filippo Lippi e di Van Eyck mettano ancor più in risalto il volume della gonna sul davanti tenendo con la mano un'abbondante lembo del pesante tessuto di velluto, quasi a voler comunicare il loro ruolo di "fattrici".
Le scollature potevano essere ovali o "a barchetta"; qualche volta l'abito era più scollato dietro che davanti, come si può notare nei ritratti del Pollaiolo. Un particolare che mi affascina di questo artista è la cura (quasi fiamminga) che riserva alla rappresentazione dei tessuti, broccati o damascati, in uso in questo periodo.
Le signore del Quattrocento erano dunque solite indossare abiti lunghi fino ai piedi, con maniche aderenti, con sbuffo sulla spalla o "a prosciutto" (cioè larghe sulla spalla e progressivamente sempre più strette); l'esagerazione (sia nel numero che nelle dimensioni) dei rigonfiamenti sulle maniche si avrà nel Cinquecento, così come nel secolo successivo dilagherà la moda dei tagli sulle maniche dai quali far fuoriuscire la camicia bianca sottostante. Sopra l'abito, nella stagione fredda, si indossava un soprabito molto lungo, che poteva essere trattenuto in vita da una cintura solo sul davanti, in modo da trasformare il dietro in una sorta di mantello; Le maniche di questo soprabito potevano presentarsi elaboratissime ed enormi, tanto da sfiorare il suolo.

foto di Elisabetta Neri

foto tratta dal mio album:

Castiglione Olona (VA) - Palazzo Branda-Castiglioni

I colori che più frequentemente utilizzati per gli abiti erano il rosso, il verde e il bianco.
Ecco dunque, alla fine del mio studio, come ho deciso di vestire la mia "dama immaginaria" (schizzo a penna, colorato con Photoshop)

disegno di Elisabetta Neri

(clicca sull'immagine per ingrandirla)

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