LA LETTIERA IGIENICA

De Secreti Del Reverendo donno Alessio


Ho una piccola chicca che ho deciso di integrare nel mio blog… si tratta di consigli di vita  tratti da De Secreti Del Reverendo donno Alessio Piemontese pubblicato nel 1557 e di cui per il momento non esistono ristampe…in poche parole per leggere questi sani consigli dovete recarvi in una fornita biblioteca storica o magari sul mio blog.Io non ho il libro originale, ma solo delle meste fotocopie, ottenute in un modo rocambolesco…in verità, il libro originale l’ho visto per pochi secondi, era stato portato da un robivecchi napoletano, decisamente strambo, in una copisteria per farne delle fotocopie prima di rivenderlo chissà a chi e per quanto. Visto che siamo a Natale cominciamo con la ricetta dei mostaccioli, nella realtà è una ricetta povera rispetto a quelle che circolano adesso, tuttavia trovo simpatica l’idea che nel 1557 i mostaccioli avessero la forma di un pesce molto simile tra l’altro alla attuale forma a rombo dei tipici dolci napoletani. Ah dimenticavo, ho tentato di realizzare la ricetta sono venuti fuori dei biscotti scuri e duri leggermente piccanti per la presenza dello zenzero, ma gradevoli non so però se il mio fiato ne ha giovato… A far mostacciuoli Napolitani, nobilissimi per ogni gran Principe, che sono soavissimi al gusto, confortano lo stomaco, & fanno ottimo fiato.Zuccaro fino libre tre,fiori di farina libre sei.Cannella oncie tre.Noci muscate.Zenzeure.Pepe.Mele bianco crudo senza spumarlo oncie tre.Ana, in tutto oncia meza, ma del pepe sia più che delle altre tre cose. Fate prima un cerchio della farina, poi in mezo mettete il zuccaro, & poi buttate sopra detto zuccaro libra una di acqua rosa muscata, & menate molto bene con le mani, fino che il zuccaro sia impalpabile. Poi allora mettete le spetie sopradette, & poi il mele, & mescolate molto bene con le mani. Poi intricate ancor la farina, levandosi di essa farina per infarinare il testo.Et come sarà impastato bene, tagliate con le mani i mostacciuoli  pesandoli che siano di tre oncie l’uno in circa, poi fateli a modo vostro in forma di pesce, & lavorateli col pettine. Poi fate scaldare il forno, & metteteli in testo di rame, o do terra, facendoli il suolo di farina ben grossetto, & coceteli a forno aperto, facendo sempre fuoco da una banda della bocca & toccateli per vedere se sono cotti, & se si spiccano bene, & si tengono fra le dita & potete ancor cuocerli in testo di rame coperto in fuoco, come si cuocono le torte, poi cavateli, & indorateli.