Sti Americani...

Post n°35 pubblicato il 25 Ottobre 2006 da pierrot2006
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UNICO ITALIANO
Silvio, sex symbol come Bill Clinton e George Clooney

NEW YORK. Silvio Berlusconi è l’unico sex symbol italiano secondo una classifica di 49 fighi stilata da Askmen, rivista maschile americana che sbandiera cinque milioni di lettori al mese, e da quest’estate ha avviato un censimento tra i suoi lettori. Si prenda naturalmente la notizia come un gioco, ma anche un sintomo nella politica duemila. Per varie ragioni. Innanzitutto la classifica proviene dall’America, e lì Silvio continua a essere una celebrità; e poi l’unico altro politico che vi compare è Clinton, che precede di un po’ l’ex presidente del Consiglio (Bill è addirittura decimo), ma sono dettagli. Al primo posto della classifica, lontano, c’è George Clooney, nei dieci Jonny Depp, ma Silvio si mette dietro tipi come Ben Affleck (quarantaduesimo), Roger Federer (posizione 37), Ashton Kuchner (al 36), Justin Timberlake (al 28), persino Bono Vox (al 27)...Non lascia del tutto indifferenti che Silvio, ventiseiesimo, abbia avuto quasi gli stessi voti di Jude Law, ventunesimo in classifica, e relativamente pochi meno di Clive Owen, al quattordicesimo.

La Stampa - 25/10/06

 
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L'ira di Berlusconi: «Banditismo»

Post n°34 pubblicato il 13 Ottobre 2006 da pierrot2006
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«Non siamo più una democrazia, ma in Parlamento non passerà»
La Stampa 13/10/2006 di Ugo Magri

Siamo al regime, grida la sua protesta Silvio Berlusconi. Sì, perché «una democrazia non è più tale quando una parte politica, arrivata al governo, aggredisce il leader dell'opposizione e prende di mira le sue proprietà private, le sue aziende». Siamo al regime, suona l'allarme il Cavaliere, perché «con la Finanziaria e il decreto Visco-Bersani il cittadino è controllato da uno Stato di polizia che ne conosce la vita e le spese in ogni dettaglio, cosicché può insidiarlo, intimorirlo». Siamo al regime, è l'appello alla rivolta dell'ex-premier, in quanto non si può più nemmeno manifestare liberamente contro l'esecutivo: «Cosa vuol dire far circondare i professionisti che dimostrano in piazza da uno schieramento così compatto, così fuori misura, che praticamente impedisce di entrare o uscire dal corteo?».

Emergenza democratica: ci voleva il disegno di legge Gentiloni, ovvero lo sgambetto di Romano Prodi a Mediaset, perché Berlusconi ritrovasse di colpo la grinta di un tempo. Mesi di rassegnata apatia, di autoesilio in Sardegna, di trono vacante, sono finiti tra i ricordi di fronte al rischio che alla ditta di famiglia venga sottratto, insieme con Rete4, il 25-30 per cento dei profitti. «Sarebbe un atto di banditismo», aveva manifestato incredulità il Cavaliere, appena sbarcato ieri mattina a Campobasso per sostenere la campagna di Michele Iorio, presidente uscente della Regione Molise. Durante il viaggio aveva letto i giornali che annunciavano il provvedimento, il tono dell'umore era andato deteriorandosi, «ma stento a credere che davvero per legge si voglia massacrare Mediaset», era stato il commento appena sceso dall'auto, «sarebbe veramente il colmo...». Un colpo d'avvertimento tirato proprio mentre stava riunendosi a Roma il Consiglio dei ministri, forse nella speranza di causare un ripensamento. Inutile, però. Perché il Professore è andato avanti lo stesso, a costo di scatenare una guerra che si annuncia sanguinosa, anzi forse proprio «per ritrovare il nemico di sempre», denuncia Paolo Bonaiuti, «nel tentativo di ricompattare la sua maggioranza in nome dell'anti-berlusconismo». Il primo bollettino di guerra è stato recato al Cavaliere mentre sedeva a tavola dopo le visite a due ospedali, con codazzo di primari e foto coi piccoli degenti («Sono un bambino anch'io. Di settant'anni...»). S'è sfogato con Iorio, seduto allo stesso desco: «Visto? E' bastata la proposta di legge per fare perdere al titolo Mediaset quasi due punti in Borsa». Dall'azienda del Biscione gli hanno fatto eco: «Per anni sono state criticate leggi definite ad personam», recita un comunicato Mediaset, «oggi il governo ne ha presentata una che appare tagliata su misura come vendetta politica».

E' stato un crescendo, poiché Berlusconi, prima di recarsi al comizio di piazza, ha sfoderato davanti ai cronisti toni che riportano indietro le lancette del tempo: alle invettive della campagna elettorale («Avevo ragione a sostenere che di questa sinistra, ahimè, dobbiamo avere paura»), alla rabbia del dopo voto («Vorrei parlare della nostra certezza dei brogli che ci sono stati, per cui riteniamo che la sinistra non sia legittima maggioranza in Parlamento»), alla delusione delle sconfitte sulle cariche istituzionali («Hanno messo con arroganza le mani su tutto, oggi non ci sono più i pesi e i contrappesi necessari perché una democrazia sia tale»).

Invano i consiglieri hanno provato a suggerirgli prudenza, poiché l'urlo dell'uomo ferito è la miglior prova del conflitto d'interessi, un regalo a Prodi. Ma la provocazione era troppo grande da mandar giù. E Berlusconi non s'è trattenuto. Sulla legge Gentiloni ha detto: «Mi rifiuto di pensare che il Parlamento possa approvarla. Ricordo soltanto che c'è stato già un referendum in cui il popolo italiano ha dato la sua risposta quando le sinistre volevano attaccare un'azienda solo perché da me fondata». Sulla Finanziaria: «Apre la via fiscale al regime». Sulla protesta sociale: «Quando è la sinistra a protestare in piazza, è democratica; se lo fa qualcuno contro il governo della sinistra, è eversivo». Sulle qualità morali di Prodi: «Chi è il grande bugiardo?», ha chiesto al comizio, «io o lui?». Ovvia la risposta.

 
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Le profezie di Berlusconi

Post n°33 pubblicato il 29 Agosto 2006 da pierrot2006
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L'Italia di Prodi ha perso prestigio nel mondo? Curioso che tutti i giornali stranieri apprezzino le ultime iniziative diplomatiche italiane

 

 di: Gianni Guelfi
Silvio: "Con Prodi l' Italia ha perso prestigio nel mondo"

Ne è proprio sicuro?
Perché a leggere i titoli dei giornali stranieri qua sotto non si direbbe:

Vive l'Italie, Monsieur !
par Alain Minc
On a oublié le temps où dans une France altruiste, un journaliste, Charles Floquet, apostrophait le tsar Nicolas II en visite à Paris (1896) par un "Vive la Pologne, Monsieur !" provocateur. Aujourd'hui c'est un "Vive l'Italie" qui brûle les lèvres.Habitués à regarder au-delà des Alpes avec condescendance et mépris, comment admirerions-nous un ...
Friday 2006-08-25, Le Monde

Where Rome leads
Italy’s offer of 3,000 troops and its suggestion that it should lead the peacekeeping force embarrassed France and underlined the American accusation that the Europeans have neither the stomach nor the means to back their lofty moral positions with anything that demands commitment and cost. Indeed, Romano Prodi, the Italian Prime Minister, was quick to understand that the longer the bickering continued, the more desperate the situation in Lebanon became and precarious the ceasefire. At least, however, the basis of a force is now assured and an initial fiasco avoided. Italy has made this possible... The Times, London, 2006-08-26

Italien tager teten i Mellemøst-diplomatiet
25. aug. 2006 11.14 Udland Opdat.: 25. aug. 2006 11.29Går tingene den rigtige vej i Libanon, er det nærliggende også at stationere en FN-styrke i Gaza-striben, siger den italienske udenrigsminister Massimo D'Alema. Italien har meddelt at man vil stille hele 3.000 mand til udvidelsen af FN-styrken UNIFIL i Libanon. Om nødvendigt er Italien også ...
Friday 2006-08-25, DR Nyheder

Rome de retour dans le concert des nations
«L 'Italie est déterminée.» Après avoir organisé fin juillet, à Rome, une conférence internationale sur le Liban, Romano Prodi ne cesse, depuis plusieurs jours, de réaffirmer la disponibilité de Rome pour envoyer un important contingent dans le cadre de la Finul. Lundi, au cours d'un entretien téléphonique avec le secrétaire général des Nations ...
Friday 2006-08-25, Liberation -
France

Washington favorable à l'idée du commandement italien de la force internationale au Liban
ROME, 24 août - RIA Novosti. Washington est favorable à l'idée du commandement par l'Italie de la force internationale dans le sud du Liban, a déclaré jeudi le président des Etats-Unis, George W. Bush, par téléphone au premier ministre italien, Romano Prodi. "Le chef du gouvernement italien a réaffirmé que l'Italie était prête à assumer le ...
Thursday 2006-08-24, Novosti

Bravissimo, Romano
As France hesitated in recent days, Italy has stepped forward to offer to command and put 3,000 troops into the new 15,000-strong force. Prime Minister Romano Prodi has turned out, to President Bush's delighted surprise, to show strong and consistent leadership in foreign affairs. Bravissimo, Romano.The Washington Post, August 24, 2006


Italy's Prodi restores diplomatic credentials with Lebanon tour de force -
ROME (AFP) - In assuming a driving role in peacekeeping plans in Lebanon, Romano Prodi's government has restored Italy's European credentials and marked out a clear international role for itself in the wake of predecessor Silvio Berlusconi's unpopular kowtowing to Washington. In the face of misgivings in ...
Sunday 2006-08-27, Yahoo Daily News

Assertive role on Lebanon brings pride and worry to Italy
By Ian Fisher
ROME Massimo D'Alema, the Italian foreign minister, seemed equal parts pleased and worried on Saturday morning - and there was good reason for both.
He was just back from Brussels, where European nations had finally agreed on a substantial peacekeeping force for Lebanon, and Kofi Annan, the United Nations secretary general, had singled out Italy for praise in making the force a reality.
The New York Times, August 27, 2006


E vi risparmio gli elogi di Annan, Bush, Siniora, Olmert e la Livni...

tratto da: Gianniguelfi.ilcannocchiale.it

 
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Grandi Opere Grande Buco

Post n°32 pubblicato il 10 Agosto 2006 da pierrot2006
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Ricordate quando il trio Berlusconi-Tremonti-Lunardi prometteva ponti d'oro al Paese? Ecco, pagati profutamente i progettisti e posata la prima pietra, servirebbero 150 miliardi di euro per completare i lavori. Chi li tira fuori, ora?


Ve lo ricordate il berlusca calare dal cielo, in elicottero, fra bandiere gonfaloni e fanfare, per tagliare nastri e farsi inquadrare da telecamere amiche?
Ve lo ricordate il berlusca piantare bandierine sulla cartina geografica per annunciare, nello studio dell'amico Vespa, come barzellete, l'inizio di grandi opere?
I componenti del trio Berlusconi-Tremonti-Lunardi annunciavano ogni giorno che avrebbero realizzato mari, monti, ponti, strade, autostrade, valichi, dorsali, corridoi, interporti, aeroporti. Tutte fantasie per buttare fumo negli occhi.
Le 253 grandi opere , annunciate in sogno dal berlusca, nel 2001 sarebbero costate 125 miliardi di euro, nel 2006 il costo era salito a 173 miliardi di euro, anzi il costo reale stimato è di 263 miliardi di euro. Tutte opere iniziate senza copertura finanziaria sufficiente. In pratica i soldi disponibili sono serviti a pagare i progettisti e a metter la prima pietra. E niente più.
Il buco delle grandi opere del berlusca sfonda i 150 miliardi di euro.
La stragrande maggioranza dei cantieri inaugurati sono ora chiusi e fermi.
Le dighe del Mose a Venezia sono in alto mare. Non si potranno mai completare.
I valichi dal Frejus al Brennero sono vicini alla paralisi.
La Salerno-Reggio Calabria è stata lasciata a metà.
Il faraonico Ponte sullo Stretto di Messina resta solo sulla carta.
Si impongono scelte prioritarie. I pochi soldi che si hanno bisogna utilizzarli per opere veramente utili e fattibili.
E per fare queste scelte bisognerebbe interpellare anche i cittadini.

Tratto da:
Diario di Rocco Biondi 

 

 
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La Spagna processa Silvio

Post n°31 pubblicato il 28 Luglio 2006 da malonriver
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Indagato per frode fiscale 

La Corte costituzionale spagnola ha aperto la strada ad una ripresa  dell'indagine su Silvio Berlusconi per frode fiscale che era stata bloccata finché è stato presidente del Consiglio. Lo ha annunciato oggi lo stesso tribunale.

Berlusconi - che già deve affrontare fra l'altro un processo in Italia per una presunta frode fiscale riguardante Mediaset - era riuscito a far sospendere l'inchiesta riguardante la propria partecipazione azionaria al canale televisivo spagnolo Telecinco dopo che nel 2001 era diventato presidente del Consiglio, sostenendo che i capi di governo godono dell'immunità giudiziaria.

Ma la Corte costituzionale ha detto che il magnate televisivo ha perso la sua immunità dopo la sconfitta elettorale di aprile, in una decisione che ha aperto la strada alla ripresa dell'indagine. La Suprema Corte spagnola ha già intrapreso il processo a carico di otto ex partner d'affari di Berlusconi, accusati di transazione illegale nella vendita di azioni e di relativa frode fiscale. Telecinco è una controllata del gruppo Mediaset, di proprietà di Silvio Berlusconi.

Silvio, sei sicuro che è tutta una montatura ?

 
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ITALIA CAMPIONI DEL MONDO

Post n°30 pubblicato il 10 Luglio 2006 da pierrot2006
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Siamo ancora campioni del mondo.
Bravi ragazzi, bravo Lippi, però...

Io ricordo la finale e l'emozione del 1982 in modo diverso, più intenso.
Sarà che quella finale è stata fatta rivedere e osannata per più di vent'anni, sarà che avvo vent'anni io e vivevo le cose in maniera diversa, ma per me è stata un'altra cosa.
Forse sarà anche che , secondo me, il calcio di adesso (e la politica) sono di un livello morale molto basso e la parte sportiva viene dopo i soldi, le scommesse, i diritti TV, i processi triti e ritriti, le veline e molto altro ancora.

...e forse non riesco a gioire perchè non c'è più chi gioiva con me, mi manca tanto...

In ogni caso, grazie azzurri e VIVA L'ITALIA (da un po' di anni non riesco più a gridare Forza Italia...)

 
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Ha vinto il NO

Post n°29 pubblicato il 26 Giugno 2006 da pierrot2006

La costituzione è salva.

Caro Silvio, caro Bossi, che effetto fa sapere che le vostre riforme gli italiani non le vogliono ? Magari brucia un po'... prima o poi passa.

Se andata a casa magari passa prima.

 
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Ci risiamo...

Post n°28 pubblicato il 22 Giugno 2006 da pierrot2006
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ROMA. Memore del travolgente successo che ebbe il «coglioni» rivolto agli elettori di sinistra, alla vigilia delle scorse politiche, Silvio Berlusconi ha concesso il bis. Stavolta ha definito «non degni di sentirsi italiani» quanti domenica e lunedì si asterranno invece di scrivere «sì» sulla scheda.

Qualcosa del genere aveva già detto tre giorni fa, in alcune interviste televisive; però in modo più sfumato, sostenendo che chi va al mare anziché alle urne «non potrà guardarsi allo specchio e tantomeno sentirsi italiano al 100 per cento». Nessuno ci aveva fatto caso, nemmeno un titolo di giornale; per cui il Cavaliere ieri ha rilanciato in grande, con il chiaro intento di conquistarsi le prime pagine. Un tentativo di uscire dal «cono d’ombra» in cui si sente relegato, dopo cinque anni di overdose mediatica.

«Indegni», dunque, gli elettori di centro-destra che se ne staranno a casa (Francesco Cossiga se l’è subito legata al dito: «Oltre che immorale, io sarei pure indegno...»). E poiché «la sinistra sta cercando di distrarre la gente dal voto scatenandosi col solito tempismo» su intercettazioni telefoniche e altre inchieste d’attualità in questi giorni, Berlusconi ha sparato un secondo petardo destinato a conquistare l’attenzione e mobilitare le truppe. Ha detto che i primi accertamenti delle Giunte per le elezioni «fanno gridare allo scandalo». Rispetto a cinque anni prima le schede bianche pare siano calate mediamente del 60 per cento. «Ma guarda caso, nelle due regioni che hanno consegnato i dati per ultime (Campania e Calabria) le schede bianche erano il 75 e l’86 per cento in meno rispetto al 2001». Inutile aggiungere che, per l’ex-premier, qualcuno ci ha fatto sopra una bella croce: «Non c’è spiegazione diversa da quella dei brogli», ha gridato dal palco della manifestazione referendaria organizzata all’Eur, «ci batteremo per ricontare le schede bianche, le nulle, e se necessario tutte le schede».

Nel tripudio dei mille fan convenuti al Palazzo dei Congressi, ha dato del «patetico» al presidente del Consiglio Romano Prodi, che guida un governo «debolissimo» (e il referendum potrà essere un «segnale»). Ma non è nulla, a confronto degli epiteti rivolti al premier dal secondo oratore: il leghista Roberto Calderoli. S’è trattato di un autentico show, a suo modo memorabile per quel linguaggio padano colorito che ha subito incontrato il gusto del popolo borgataro. Prodi, ha detto Calderoli in cravatta e pochette verdi, «dovrebbe ricevere un trattamento sanitario immediato in quanto pericoloso per sé e per gli altri». Quando il Professore alza gli occhi al cielo, «secondo me parla alla Madonna e sente delle voci...». A sinistra «qualche cornuto tenta di smontare le cose che abbiamo fatto», laddove «i nostri fanno gli interessi del popolo e non quelli della cadrèga».

Ma il clou l’ex ministro Calderoli l’ha toccato parlando delle intercettazioni. «Se qualcuno ha cercato di trombare una valletta, lo preferisco a chi ha cercato di trombarsi una banca», ha detto, quasi portato in trionfo dalla platea dell’Eur. Dove peraltro sedeva, proprio di fronte a lui, un protagonista involontario della vicenda, Francesco «Checchino» Proietti, segretario di Gianfranco Fini. Il quale Fini, prendendo la parola di lì a poco, ha dato la netta impressione di aver gradito poco la battuta su banche e vallette. «Si può condividere o meno la tonalità degli interventi», ha detto, «del resto ognuno è quel che è...».
 

 
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Comitato per la liberazione delle panchine

Post n°27 pubblicato il 17 Giugno 2006 da lubely

Se il nano perde anche il referendum, inanella una serie di sconfitte allucinante: provinciali - regionali - suppletive - politiche - amministrative. Se fosse un allenatore di calcio, dopo aver fallito tutti questi obiettivi sarebbe mandato a fare in culo.
E allora dai, mettiamoci d'impegno: liberiamo una nuova panchina.

 
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«Perché non riconoscere i nostri meriti?»

Post n°26 pubblicato il 16 Maggio 2006 da pierrot2006
Foto di pierrot2006

Commenti del Berlusca all'insediamento del nuovo Capo dello Stato:

Ha confidato in termini più espliciti il disappunto: "E’ stato un discorso rivolto al passato".

Napolitano ha riproposto tutta una serie di categorie antiquate. Nei fatti il suo discorso è figlio della sua storia politica, di chi ha militato per più di metà della sua vita nel Pci. In più ho un rammarico: da una persona attenta alle forme e ai rituali di Palazzo come lui, mi sarei aspettato un saluto al presidente del Consiglio uscente. In fondo io, nel’94, da premier andai a stringergli la mano dove sedeva, cioè tra i banchi dell’opposizione, per il suo atteggiamento non di parte. Io per rispetto istituzionale non ho rilasciato dichiarazioni, ma... Quello che mi domando è perché nessuno riconosce i meriti del governo più longevo della Repubblica, del governo che ha fatto più riforme?

Probabilmente non basta fare tante (...?) riforme per aver governato bene. Bisogna anche farle che servano al paese e non solo ai propri interessi.

Ma non lo capirà mai ?


 
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