BERTOLI L' ARTISTA

Silvio Bianchi


C’ erano momenti in cui Silvio Bianchi diventava irriconoscibile. Se qualcuno lo avesse trovato in quelle insolite condizioni, avrebbe fatto fatica a riconoscerlo. Con quella barbetta stranamente non fatta, i capelli scompigliati, le lenti degl’ occhiali da vista visibilmente sporche e un vecchio pigiama. Blu, ma che con il passare del tempo sembrava aver cambiato colore, ora ricordava l’ azzurro. L’ azzurro- scuro, tendente al blu- chiaro. Il nostro protagonista era capace di non vedere la luce del sole anche per settimane intere. Si chiudeva nel suo studio e non usciva più, tranne che per recarsi in bagno, mangiare o fare l’ amore con quella santa donna che amandolo più di ogni altra cosa al mondo, aveva deciso di sposarlo. Ai piedi, in quei giorni, portava un paio di pantofole color grigio- topo. Ovunque il suo sguardo si posasse c’ era disordine, una sorta di cimitero per non so quanti alberi. Nel senso che per fare tutta quella carta, quei libri, chissà quanti alberi furono impiegati. Sì, perché più di una volta Silvio si perdeva, distraendosi dal suo lavoro, in domande simili a queste. Come qualche sera fa dove lo possiamo immaginare seduto sulla sua poltrona verde a chiedersi se alcuni cani soffrono quando gli tagliano da piccoli la coda. In momenti come questi, sua moglie poteva entrare e dirgli: “ Senti, ti va di fare due passi?!” Allora lui tornava con la mente alla realtà- pratica, la guardava e porgendole il braccio destro la invitava a sedersi sulle sue ginocchia. Lei, in quella nuova posizione, lo osservava fisso e con una mano gli accarezzava delicatamente la fronte, poi si avvicinava e in un orecchio, con un filo di voce, gli sussurrava le parole più belle del mondo: “ Tesoro mio.” Finivano sempre per fare all’ amore: un po’ lì sulla poltrona, un po’ sopra le numerose carte che si trovavano sulla scrivania di lui e un po’ sul loro letto matrimoniale. Se erano particolarmente in forma, la prestazione andava ancora di più per le lunghe, i “ due passi” venivano scordati e sostituiti da una rilassante e al contempo eccitante doccia insieme. Lei accendeva le candeline profumate, lui apriva l’ acqua della vasca…