BERTOLI L' ARTISTA

Leggendo il Vangelo


Leggere il vangelo per me è come andare a messa: provo quel piacevole senso di pace interiore, quella gioia e quella sana voglia di vivere. Divento desideroso di amare chi mi è accanto, con la certezza, così facendo, di amare anche Dio. Il vangelo( soprattutto quello di Matteo) ha un linguaggio molto semplice e facilmente comprensibile da molti: ho l’ impressione di leggere una rivista dedicata a un pubblico giovane, o meglio, ad un pubblico di bambini. Durante la lettura mi rilasso dedicando molto del mio tempo a meditare su quelle frasi che in un primo momento mi colpiscono di più. In alcune frasi provo un lieve brivido alla schiena, perché, essendo un uomo in carne e ossa, quindi un peccatore, mi sento chiamato in causa. Fortunatamente questo brivido non mi accompagna spesso durante la lettura di questo libro sacro. Il vangelo di Matteo l’ho trovato molto esauriente per quanto riguarda la successione degli avvenimenti; ora che l’ ho terminato di leggere, mi sono cimentato nella lettura del vangelo di Marco. Una prima impressione: l’ ho trovato decisamente molto meno ricco di particolari rispetto al vangelo di Matteo. Sono circa sette ore che sto leggendo questo vangelo che ho trovato a casa fra i tanti libri che mia mamma ha collocato in un mobile dello studio: più vado avanti con la lettura, più ho la sensazione di leggere un romanzo. Uno dei più bei romanzi che abbia mai letto in vita mia. Qualche volta durante la lettura mi dimentico che si tratta di una storia realmente accaduta e non frutto di un’ ingegnosa mente fantasiosa. Ovviamente un ateo sarebbe a favore della mente ingegnosa- fantasiosa, ma io che invece ho fede, mi emoziono alla lettura di una testimonianza così preziosa, colma d’ amore e nel contempo di dolore. Anche durante la lettura del vangelo di Marco( come anche in quello di Matteo) ritrovo in me l’ attrazione e il piacere per le piccole cose della vita: queste sembrano riacquistare in me la giusta importanza nella mia immaginaria scala dei valori.