Bet Midrash

Neròt Shabbàt


Le neròt Shabbàt o candele di Shabbàt non sono mai menzionate nella Scrittura. La Toràh dice soltanto che non si deve accendere il fuoco nel giorno del Sabato (Es. 35:3). Questo vuol dire che la lampada della sera, per la notte del venerdì, deve essere accesa prima del tramonto, un momento prima che nelle altre sere. Poiché la legge biblica venne estesa fino ad indicare che non si poteva alimentare la lampada o tagliare lo stoppino di Sabato, era necessario provvedere ad una buona dose di combustibile e ad uno stoppino sufficientemente lungo per evitare alla famiglia di passare la sera nell'oscurità. Questa sembra essere l'origine delle neròt Shabbàt, che alla fine divennero un rito familiare fondamentale e perfino un simbolo dell'ebraismo. Shabbàt è descritto come un tempo di luce e di gioia. Era considerato giusto, perfino quando il costo dell'illuminazione era alto, cercare di avere della luce supplementare nella casa per la vigilia del Sabato. Molto più tardi, forse soltanto nei secoli più recenti, divenne tradizione per le famiglie ebree avere dei candelieri speciali, quasi oggetti rituali, da usarsi soltanto per lo Shabbàt e per le candele della festa. Candelieri di Shabbat, di lucido argento o rame, erano il bene prezioso di molte famiglie ebree per il resto assai povere.
L'indicazione dell'accensione delle neròt Shabbàt come una mitzvàh da compiersi da parte delle donne (e dagli uomini, soltanto se vivono soli o se la donna della famiglia è impossibilitata a farlo) è di origine oscura. Le donne erano generalmente coloro che si prendevano cura dell'illuminazione della casa. Ci può essere anche un collegamento con Proverbi 31:18, che descrive la brava moglie come quella la cui “lampada non si spegne la notte”. In ogni caso l'accensione delle neròt Shabbàt è elencata già nella Mishnàh come una delle mitzvòt più importanti da eseguirsi da parte delle donne. Il rito tradizionale dell'accensione delle candele, come atto finale della preparazione al Sabato, era tramandato di madre in figlia. Tra le techinnòt ci sono molte preghiere che furono scritte per essere recitate dalle donne quando accendevano le candele. Questo è anche il momento per una preghiera personale e spontanea. L'accensione delle candele è spesso preceduta da un atto di tzedakàh. Dopo che le candele sono state accese e la benedizione (successiva all'accensione) è stata recitata, la persona che ha eseguito questa mitzvàh ha accolto il Sabato e quindi non può più eseguire alcun lavoro, anche se il sole non è ancora tramontato. © Arthur Green, Queste sono le parole. Un dizionario della vita spirituale ebraica. Edizioni Giuntina.