Creato da Angie1970 il 15/09/2006

Bet Midrash

Cultura ebraica

 

« L'INFLUENZA DEL GIUDAIS...ESSENI, E COMUNITÀ DI QU... »

HAND IN HAND

Post n°37 pubblicato il 02 Febbraio 2008 da Angie1970

Presso il piccolo centro in cui risiedo, giorno 25 Gennaio, in occasione della "settimana di cultura ebraica", è stata organizzata dalla Provincia Regionale di Siracusa e dall'Istituto Mediterraneo di studi universitari con il patrocinio dell'Ambasciata d'Israele, un interessante iniziativa "costruire un medio oriente di pace attraverso l'educazione" alla quale hanno partecipato le classi quinte del Liceo Megara di Augusta.

La giornata era fredda, ma fuori il sole splendeva e così di buon mattino, mi sono incamminata verso al cittadella degli studi ove si sarebbe tenuto l'evento :-)

All'incontro-dibattito erano presenti Bruno Segre che è stato presidente dell'associazione "Amici di Nevè Shalom-Wahat al Salam" . L'altro gradito ospite è stato Kamal Abu Unis, direttore della scuola  "Hand in Hand" che gestisce in Galilea, nel quale bambini ebrei ed arabi studiano, assieme, alla pari, nelle stesse classi.

Bruno Segre, rivolgendosi agli studenti li ha invitati a coltivare l'arte sottile e preziosa del sapere ascoltare e confrontarsi con chi è diverso. Kamal Abu Unis con filmati video e slides ha presentato l'ambizioso progetto del centro di istruzione ebraico/ arabo "Hand in Hand" nel quale bambini 823 bambini ebrei ed arabi studiano assieme, alla pari, nelle stesse classi, dando vita ad un nuovo modello di educazione alla pace e ad una partnership di dialogo e coesistenza tra bambini, insegnanti, genitori e comunità attivando così un cambiamento sociale a livello nazionale. 

 
Un esperimento che è un messaggio di speranza per un mondo futuro diverso.

Desideravo inoltre accennare ad un' altra interessante iniziativa partita da Milano; una mostra itinerante che racconterà l'impegno dei musulmani per salvare la vita di ebrei vittime del nazismo. In pochi infatti sanno che tra i circa 22 mila nomi dei «Giusti tra le nazioni» censiti dallo Yad Vashem, il memoriale della Shoah a Gerusalemme, figurano anche quelli di settanta musulmani. Persone che, in nome di valori islamici, si diedero da fare per salvare la vita ad alcuni ebrei durante l'Olocausto. Una mostra fatta di storie e immagini, che in 25 pannelli ripercorre alcune episodi di solidarietà, oltre le divisioni quotidiane. «Con questo loro gesto - spiegano gli organizzatori - hanno ricordato che la frase del Talmud "Chi salva una vita salva il mondo intero" compare anche nel Corano».

Shalom

Commenti al Post:
qis
qis il 02/02/08 alle 22:03 via WEB
brava, bel sito, kasher...non lo conoscevo. ciao
 
 
Angie1970
Angie1970 il 03/02/08 alle 16:39 via WEB
Grazie qis :-) Approfitto per ringraziare anche tutti coloro che, scrivendomi, con i loro consigli e suggerimenti mi aiutano a migliorare la qualità dei contenuti di questo blog! Shalom
 
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MATERIA GIUDAICA, Rivista dell’AISG, L'Associazione Italiana per lo Studio del Giudaismo,a periodicità semestrale. 

http://www.humnet.unipi.it/medievistica/aisg/AISG_05Materia/AISG_Materia.html

 

STORIA DEGLI EBREI D'ITALIA

Storia degli Ebrei d'Italia 

Una presenza che dura da 2000 anni in 15 avvincenti capitoli

dal sito Morashà

 

Sorgente di vita è la rubrica televisiva di vita e di cultura ebraica che viene realizzata in collabrazione tra la RAI e l'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.va in onda a settimane alterne su RAI DUE la domenica sera alle O1,20 circa e viene replicato due volte: la sera successiva alla stessa ora e otto giorni dopo, il lunedì mattina, alle 9,30 circa. Nel corso degli anni SORGENTE DI VITA ha realizzato centinaia di programmi in Italia e all'estero sui più diversi temi. Tra gli altri, la vita e la storia delle comunità in Italia e i loro problemi, aspetti della tradizione ebraica anche legati a temi di attualità, ricorrenze del calendario ebraico, reportage sulle comunità all'estero, inchieste su Israele, antisemitismo, razzismo, neonazismo, tutela dei beni culturali ebraici, dialogo interreligioso.

 

E' l'unica rivista che, accanto a temi generali di cultura ebraica, si occupa degli aspetti storici e culturali che interessano l'ebraismo italiano.La Rassegna ha pubblicato, in particolare, raccolte di articoli sulla cultura sefardita, su quella ashkenazita, sulla letteratura israeliana, sulla poesia ebraica italiana, sul mondo yiddish, sul Risorgimento e minoranze religiose, testimonianze sulla Shoah, e una numerosa documentazione sulla storia dei vari gruppi ebraici in Italia.

PER ULTERIORI INFORMAZIONI:

http://www.ucei.it/areeAttivita/rassegnamensiledisrael/RassegnaMensileIsrael.asp

 

MUSICA KLEZMER

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E’ in Renania che quasi mille anni fa nasce il canto popolare yiddish da una tradizione musicale vecchia di 2500 anni.

E’ però intorno al XV secolo che gli Ebrei dell’Europa orientale cominciano a organizzare piccoli gruppi musicali che vagabondano di paese in paese celebrando le varie ricorrenze religiose o sociali. La musica dei klezmer, musicisti ebrei professionisti o semi professionisti, è la musica strumentale tradizionale degli ebrei dell’Europa Orientale di parlata yiddish e le sue origini si perdono nel medioevo.

La parola yiddish klezmer significa letteralmente "musicante" e deriva dall’ebraico antico kli, "strumento" e zemer, "canzone".

I klezmorim (musicanti klezmer) non hanno una formazione musicale qualificata: non esistono infatti conservatori o scuole di musica, ma i musicanti imparano a suonare gli uni dagli altri.La loro passione li porta a comporre anche arrangiamenti scritti che essi provano e riprovano sino a raggiungere esecuzioni perfette. I membri di questi piccoli gruppi sono dotati di particolare talento e di fertile immaginazione; la musica è per loro contemporaneamente divertimento e virtuosismo. Non godono però di grande considerazione nella società. Considerati quasi dei fannulloni, vengono infatti invitati a suonare in occasioni di feste e di banchetti e non mancano mai ai matrimoni, addirittura impensabili senza di loro, ma il compenso pecuniario è minimo e in genere ricevono solo da mangiare. Per questa ragione, quasi tutti sono costretti a cercare delle occupazioni parallele per poter sbarcare il lunario. Molti di loro sono barbieri, calzolai o sarti e si esercitano quando non hanno clienti o ricevono i clienti quando non si esercitano.

I klezmorim sono ingaggiati nelle ricorrenze tipiche del culto ebraico la Simcha Torà (inizio e fine del ciclo annuale con lettura della Torà), la benedizione di una nuova Torà, la prima notte di Channukka (festa delle luci) e il Purim, festa che celebra la storia di Ester. Le orchestrine dei klezmorim suonano anche negli ostelli, nelle case da ballo, nei cortili e, quando si sviluppa il teatro yiddish alla fine del XIX secolo, i klezmorim trovano un ulteriore campo di attività.

Per chi non avesse avuto modo di ascoltare questo genere musicale segnalo questo link:

http://www.badeken-di-kallah.de/mp3/05mp3.mp3

 

RICETTE KASHER

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Alla base di ogni pietanza cucinata seguendo lo stile della tradizione ebraica, c'è il rispetto in primo luogo della Kashèrut ovvero l'insieme delle regole alimentari ebraiche, che indica generalmente "l'essere adatto".
Quando un determinato prodotto è chiamato Kashèr - valido, adatto, buono - vuol dire che corrisponde a precisi requisiti di idoneità alle prescrizioni bibliche. Se un cibo è Kashèr significa che può essere consumato poichè è stato preparato nel rispetto delle norme alimentari ebraiche.

ALCUNE RICETTE TRATTE  DAL SITO MORASHA'

 

GIORGIO PERLASCA

Allo scoppio della seconda guerra mondiale, Giorgio Perlasca è mandato come incaricato d'affari con lo status di diplomatico nei paesi dell'Est, a Budapest per comprare carne per l'Esercito italiano.

Quando i tedeschi prendono il potere  i nazisti ungheresi, iniziano le persecuzioni sistematiche, le violenze e le  deportazioni verso i cittadini di religione ebraica. Giorgio Perlasca grazie a un documento che aveva ricevuto al momento del congedo in Spagna trova rifugio presso l'Ambasciata spagnola, in pochi minuti diventa cittadino spagnolo inizia a collaborare con Sanz Briz, l'Ambasciatore spagnolo che assieme alle altre potenze neutrali presenti (Svezia, Portogallo, Svizzera, Città del Vaticano) sta già rilasciando salvacondotti per proteggere i cittadini ungheresi di religione ebraica.

A fine novembre Sanz Briz deve lasciare Budapest, e dal dicembre 1944 al gennaio 1945, per 45 giorni Perlasca come diplomatico regge pressoché da solo l'Ambasciata 
spagnola, organizzando l'incredibile "impostura" che lo porta a proteggere, salvare e sfamare giorno dopo giorno migliaia di ungheresi di religione ebraica.

In totale riesce a portare in salvo 5218 ebrei ungheresi.

Dopo l'entrata in Budapest dell'Armata Rossa, Giorgio Perlasca viene fatto prigioniero, liberato dopo qualche giorno, e dopo un lungo e avventuroso viaggio per i Balcani e la Turchia  rientra finalmente in Italia. Da eroe solitario diventa un "uomo qualunque": conduce una vita normalissima e chiuso nella sua riservatezza non racconta a nessuno, nemmeno in famiglia, la sua storia di coraggio, altruismo e solidarietà

Grazie ad alcune donne ebree ungheresi, ragazzine all'epoca delle persecuzioni, che attraverso il giornale della comunità ebraica di Budapest ricercano notizie del diplomatico spagnolo che durante la seconda guerra mondiale le aveva salvate, la vicenda di Giorgio Perlasca esce dal silenzio. Giorgio Perlasca è morto nel 1992. Sepolto nel cimitero di Maserà (Padova) ha voluto essere sepolto con al fianco delle date un'unica frase: "Giusto tra le Nazioni", in ebraico. 

IL 09 GIUGNO 1988 YAD VASHEM HA RICONOSCIUTO GIORGIO PERLASCA GIUSTO TRA LE NAZIONI .

http://www.lager.it/giorgio_perlasca.html

 
 
 

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