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Bet Midrash

Cultura ebraica

 

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MOSE' MAIMONIDE ( accenni )

Post n°41 pubblicato il 21 Aprile 2008 da Angie1970

Gli studi su Mosè Maimonide, e in particolare sulla Guida dei perplessi, sulle sue fonti e sulla sua fortuna, sono stati negli ultimi anni particolarmente numerosi, soprattutto in occasione delle celebrazioni dell'ottocentesimo anniversario della morte dell'autore (13 Dicembre 1204), che hanno comportato nel 2004 e nel 2005 l' organizzazione di diversi convegni di studi dedicati alla sua figura.

E' appena apparsa una nuova interpretazione di Maimonide, opera dello studioso americano Herbert A. Davidson: Moses Maimonides. The man and His Works, Oxoford - New York 2005. Davidson ha avanzato qui numerose nuove, brillanti e motivate ipotesi, talor in contrastro con quanto generalmente accettato dalla critica: per esempio, oltre ad offrire una interpretazione critica delle notizie sulla giovinezza di Maimonide, egli nega più o meno decisamente la paternità maimonidea di scritti importanti come il Trattato di logica, la Lettera sull'Astrologia e la Lettera sull'apostasia.
Per quanto riguarda le fonti filosofiche, importante il ruolo attribuito da Davidson ad Avicenna: i riferimenti alla metafisica di Aristotele contenuti nella Guida dei Perplessi sarebbero ripresi in realtà dalla metafisica di Avicenna. In realtà si può rivelare che Maimonide avrebbe potuto conoscere ed essere influenzato da Avicenna come filosofo non tanto attraverso la conoscenza degli scritti dell'altro teologo e filosofo del Medioevo mussulmano, al-Ghazali. In generale, le fonti filosofiche ebraiche ed islamiche della Guida dei Perplessi sono state recentemente oggetto di interventi tenuti al trentaseiesimo congresso annuale dell' Association of Jewish Studies (Chicago, 19-21 Dicembre 2004) .
Altro tema che ha suscitato interesse negli ultimi anni è stata la fortuna di Maimonide in Europa tra il 1200 e il 1500, sia nel mondo ebraico che in quello latino. Nel mondo ebraico, le prime consistenti tracce della conoscenza e della lettura della Guida dei Perplessi come testo di esegesi "filosofica" della Bibbia appaiono in una raccolta di prediche sul Pentateuco, scritta forse tra il 1236 e il 1250 da Ya'aqov Anatoli, un filosofo e scienziato ebreo di origine provenzale attivo a Napaoli alla corte di Federico II.
Gorge K. Hasselhoff, ridisegna i termini della lettura dell'opera fatta dal mondo latino: secondo la sua intepretazione, le tre versioni latine medioevali della Guida dei Perplessi sarebbero state realizzate rispettivamente a Roma nel 1224, in Francia intorno al 1242 e a Parigi nel 1242-1244 ad opera forse del convertito Nicolas Donin. Hasselhoff analizza anche la fortuna (sinora trascurata) della Guida dei Perplessi nella Scolastica latina dopo il 1300, soprattutto in Meister Eckhart.

Prefazione alla Nuova Edizione "La Guida dei Perplessi" di Mosè Maimonide, a cura di Mauro Zonta; UTET.





Moshe ben Maimon, Maimonide detto Rambam è incontestabilmente il più grande pensatore dell' ebraismo razionalista. Fu a tal punto un personaggio chiave dell'evoluzione religiosa del pensiero ebraico che tanto i suoi seguaci quanto i suoi dettratori dovettero ripensare l' ebraismo alla luce della sua riflessione.
Nato a Cordova nel 1135, era figlio di Maimon ben Yosef, un illustre talmudista e astronomo rinomato. Il giovane Moshè fu iniziato sia alle scienze ebraiche che a quelle profane. Dotato di viva intelligenza e di curiosità illimitata, riuscì ad apprendere e padroneggiare tutti i settori scientifici arabi: matematica, astronomia, filosofia, storia naturale, medicina.
Dovendo fuggire dalla Spagna a causa dell'invasione degli Almohadi, mussulmani fanatici venuti dal Marocco, finì per stabilirsi in Egitto, dove il sultano Saladino, venuto a conoscenza della sua perizia, lo nominò medico di corte. Durante questo periodo, pur esercitando con assiduità la sua professione di medico, scrisse numerose opere di grande ricchezza intellettuale, tra cui un commento alla Mishnà in cui sviluppò una introduzione alla psicologia di notevole interesse, un' opera di sintesi legislativa del Talmud, il Mishnè Torah, un trattato di filosofia religiosa, la Guida dei Perplessi.

Con la Guida dei Perplessi egli desiderava illuminare sul vero senso delle Scritture quei credenti che erano turbati dalle antinomie tra Bibbia e ragione e che si sentivano obbligati a sacrificare la prima alla seconda o viceversa, senza riuscire a risolversi a questo sacrificio. Maimonide desiderava rendere serenità alle coscienze indecise, "perplesse", dilaniate dalle tensioni tra religione e filosofia. Per accedere alla verità usò l' esegesi biblica che era per lui "la vera maniera di studiare la Torah".
Maimonide nutriva il più grande rispetto per Aristotele che considerava il più sublime rappresentante del genere umano dopo i profeti. Il postulato di Maimonide era che fede e ragione non possono contraddirsi, o per dirlo con altre parole, che lo scopo della ragione è quello di purificare la fede religiosa da tutte le sue devianze fantasmatiche come la superstizione, la magia, il panteismo o l' antropomorfismo. Egli riteneva che la provvidenza fosse proporzionale all capacità di elevazione dell'uomo. Per poterne beneficiare è necessario accedere alla conoscenza di Dio, che a suo avviso passa attraverso la comprensione delle scienze fisiche e metafisiche e della Torah. Solo queste conoscenze aprono la porta alla vita eterna dell'anima che penetra allora nell'universo della conoscenza permanente. Benché egli si rifaccia a Aristotele, resto comunque fedele alla fede dei suoi padri che avevano sempre messo l' accento sull' azione retta. Per accedere a questa conoscenza che doveva condurre all'imitazione degli attributi divini, Dio aveva dato a Israele i precetti.
Maimonide elaborò tredici punti, i "tredici articoli di fede ebraica" che ancora oggi vengono cantati in sinagoga, e ciò, rappresentava una grande innovazione poichè in campo rabbinico si è sempre rifiutato di cadere nel dogmatismo. Maimonide morì nel 1204, lasciando come eredità un'abbondante letteratura; sul piano delle sue idee, la sua opera generò tre correnti esegetiche: la tendenza filosofica (speculazione pura), la tendenza mistica (Cabbalà), la tendenza razionalista (filosofia religiosa).

"L' ebraismo spiegato ai miei amici" Philippe Haddad. Editore:, Editrice La Giuntina




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MATERIA GIUDAICA, Rivista dell’AISG, L'Associazione Italiana per lo Studio del Giudaismo,a periodicità semestrale. 

http://www.humnet.unipi.it/medievistica/aisg/AISG_05Materia/AISG_Materia.html

 

STORIA DEGLI EBREI D'ITALIA

Storia degli Ebrei d'Italia 

Una presenza che dura da 2000 anni in 15 avvincenti capitoli

dal sito Morashà

 

Sorgente di vita è la rubrica televisiva di vita e di cultura ebraica che viene realizzata in collabrazione tra la RAI e l'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.va in onda a settimane alterne su RAI DUE la domenica sera alle O1,20 circa e viene replicato due volte: la sera successiva alla stessa ora e otto giorni dopo, il lunedì mattina, alle 9,30 circa. Nel corso degli anni SORGENTE DI VITA ha realizzato centinaia di programmi in Italia e all'estero sui più diversi temi. Tra gli altri, la vita e la storia delle comunità in Italia e i loro problemi, aspetti della tradizione ebraica anche legati a temi di attualità, ricorrenze del calendario ebraico, reportage sulle comunità all'estero, inchieste su Israele, antisemitismo, razzismo, neonazismo, tutela dei beni culturali ebraici, dialogo interreligioso.

 

E' l'unica rivista che, accanto a temi generali di cultura ebraica, si occupa degli aspetti storici e culturali che interessano l'ebraismo italiano.La Rassegna ha pubblicato, in particolare, raccolte di articoli sulla cultura sefardita, su quella ashkenazita, sulla letteratura israeliana, sulla poesia ebraica italiana, sul mondo yiddish, sul Risorgimento e minoranze religiose, testimonianze sulla Shoah, e una numerosa documentazione sulla storia dei vari gruppi ebraici in Italia.

PER ULTERIORI INFORMAZIONI:

http://www.ucei.it/areeAttivita/rassegnamensiledisrael/RassegnaMensileIsrael.asp

 

MUSICA KLEZMER

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E’ in Renania che quasi mille anni fa nasce il canto popolare yiddish da una tradizione musicale vecchia di 2500 anni.

E’ però intorno al XV secolo che gli Ebrei dell’Europa orientale cominciano a organizzare piccoli gruppi musicali che vagabondano di paese in paese celebrando le varie ricorrenze religiose o sociali. La musica dei klezmer, musicisti ebrei professionisti o semi professionisti, è la musica strumentale tradizionale degli ebrei dell’Europa Orientale di parlata yiddish e le sue origini si perdono nel medioevo.

La parola yiddish klezmer significa letteralmente "musicante" e deriva dall’ebraico antico kli, "strumento" e zemer, "canzone".

I klezmorim (musicanti klezmer) non hanno una formazione musicale qualificata: non esistono infatti conservatori o scuole di musica, ma i musicanti imparano a suonare gli uni dagli altri.La loro passione li porta a comporre anche arrangiamenti scritti che essi provano e riprovano sino a raggiungere esecuzioni perfette. I membri di questi piccoli gruppi sono dotati di particolare talento e di fertile immaginazione; la musica è per loro contemporaneamente divertimento e virtuosismo. Non godono però di grande considerazione nella società. Considerati quasi dei fannulloni, vengono infatti invitati a suonare in occasioni di feste e di banchetti e non mancano mai ai matrimoni, addirittura impensabili senza di loro, ma il compenso pecuniario è minimo e in genere ricevono solo da mangiare. Per questa ragione, quasi tutti sono costretti a cercare delle occupazioni parallele per poter sbarcare il lunario. Molti di loro sono barbieri, calzolai o sarti e si esercitano quando non hanno clienti o ricevono i clienti quando non si esercitano.

I klezmorim sono ingaggiati nelle ricorrenze tipiche del culto ebraico la Simcha Torà (inizio e fine del ciclo annuale con lettura della Torà), la benedizione di una nuova Torà, la prima notte di Channukka (festa delle luci) e il Purim, festa che celebra la storia di Ester. Le orchestrine dei klezmorim suonano anche negli ostelli, nelle case da ballo, nei cortili e, quando si sviluppa il teatro yiddish alla fine del XIX secolo, i klezmorim trovano un ulteriore campo di attività.

Per chi non avesse avuto modo di ascoltare questo genere musicale segnalo questo link:

http://www.badeken-di-kallah.de/mp3/05mp3.mp3

 

RICETTE KASHER

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Alla base di ogni pietanza cucinata seguendo lo stile della tradizione ebraica, c'è il rispetto in primo luogo della Kashèrut ovvero l'insieme delle regole alimentari ebraiche, che indica generalmente "l'essere adatto".
Quando un determinato prodotto è chiamato Kashèr - valido, adatto, buono - vuol dire che corrisponde a precisi requisiti di idoneità alle prescrizioni bibliche. Se un cibo è Kashèr significa che può essere consumato poichè è stato preparato nel rispetto delle norme alimentari ebraiche.

ALCUNE RICETTE TRATTE  DAL SITO MORASHA'

 

GIORGIO PERLASCA

Allo scoppio della seconda guerra mondiale, Giorgio Perlasca è mandato come incaricato d'affari con lo status di diplomatico nei paesi dell'Est, a Budapest per comprare carne per l'Esercito italiano.

Quando i tedeschi prendono il potere  i nazisti ungheresi, iniziano le persecuzioni sistematiche, le violenze e le  deportazioni verso i cittadini di religione ebraica. Giorgio Perlasca grazie a un documento che aveva ricevuto al momento del congedo in Spagna trova rifugio presso l'Ambasciata spagnola, in pochi minuti diventa cittadino spagnolo inizia a collaborare con Sanz Briz, l'Ambasciatore spagnolo che assieme alle altre potenze neutrali presenti (Svezia, Portogallo, Svizzera, Città del Vaticano) sta già rilasciando salvacondotti per proteggere i cittadini ungheresi di religione ebraica.

A fine novembre Sanz Briz deve lasciare Budapest, e dal dicembre 1944 al gennaio 1945, per 45 giorni Perlasca come diplomatico regge pressoché da solo l'Ambasciata 
spagnola, organizzando l'incredibile "impostura" che lo porta a proteggere, salvare e sfamare giorno dopo giorno migliaia di ungheresi di religione ebraica.

In totale riesce a portare in salvo 5218 ebrei ungheresi.

Dopo l'entrata in Budapest dell'Armata Rossa, Giorgio Perlasca viene fatto prigioniero, liberato dopo qualche giorno, e dopo un lungo e avventuroso viaggio per i Balcani e la Turchia  rientra finalmente in Italia. Da eroe solitario diventa un "uomo qualunque": conduce una vita normalissima e chiuso nella sua riservatezza non racconta a nessuno, nemmeno in famiglia, la sua storia di coraggio, altruismo e solidarietà

Grazie ad alcune donne ebree ungheresi, ragazzine all'epoca delle persecuzioni, che attraverso il giornale della comunità ebraica di Budapest ricercano notizie del diplomatico spagnolo che durante la seconda guerra mondiale le aveva salvate, la vicenda di Giorgio Perlasca esce dal silenzio. Giorgio Perlasca è morto nel 1992. Sepolto nel cimitero di Maserà (Padova) ha voluto essere sepolto con al fianco delle date un'unica frase: "Giusto tra le Nazioni", in ebraico. 

IL 09 GIUGNO 1988 YAD VASHEM HA RICONOSCIUTO GIORGIO PERLASCA GIUSTO TRA LE NAZIONI .

http://www.lager.it/giorgio_perlasca.html

 
 
 

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