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“L’UOMO CANE” ERA ETTORE MAJORANA?


Penultimo di cinque fratelli, Ettore Majorana nacque a Catania il 5 agosto del 1906, in via Etnea 251 da Fabio Massimo (1875 – 1934), e Dorina Corso (1876-1965). E’ un fisico italiano scomparso misteriosamente nel 1938.Le ipotesi relative alla scomparsa di Ettore Majorana seguono vari filoni: quello tedesco, quello argentino, quello monastico, quella venuta fuori intorno agli anni ’70 che dava Majorana in Sicilia: sarebbe stato lui, il fisico eccellente, l’ ”homu cani”, l’uomo cane, lo straccione trasandato che errava per la Sicilia, quest’ultima sembra l’ipotesi più accreditata. In realtà esistono degli elementi a sostegno di questa affascinante possibilità. "Tommaso Lipari", vissuto dal 1940 al 1973, per le strade di Mazara del Vallo, era un barbone particolare, dotato di un’inspiegabile conoscenza delle materie scientifiche che lo portava a risolvere i compiti degli scolari che incontrava. Mangiava ciò che trovava rovistando nei cassonetti della spazzatura. Si riparava dalla pioggia sotto i portici del Vescovado in Piazza della Repubblica. La notte dormiva in un buco nei pressi dei ruderi del Castello Normanno. In mano un bastone con uno spillo all'estremità inferiore col quale raccattava i mozziconi delle sigarette, che fumava avidamente. Benchè fosse scorbutico e rifiutasse la conversazione, i mazaresi gli vollero bene. Nei suoi modi scontrosi e nell'ostinato mutismo che non nascondevano, però, i tratti distinti e gli occhi buoni. Manifestava il rifiuto della vita e la volontà di espiazione. Era burbero, ma non faceva male a nessuno, e anzi, suscitava simpatia e commiserazione. Pare non accettasse elemosine e pasti, tranne, da accanito fumatore, qualche sigaretta, purchè gli fosse gettata per terra, di modo che dovesse chinarsi per raccoglierla. Anche questo un segno della sua voglia di punirsi. Punirsi per cosa? Quale grave misfatto aveva compiuto? Di quale crimine si era macchiato? Non è dato saperlo. Tutto è sempre stato avvolto nel mistero, che, col tempo, si è fatto più fitto.Un abitante del paese, Armando Romeo, disse che il Lipari gli aveva mostrato una cicatrice sulla mano destra, tipica del Majorana; inoltre il bastone che usava, recava incisa la data del 5 agosto 1906, ovvero la data di nascita del fisico.Osservando questo bastone non si può non notare una serie di tacche nere poste ad intervalli che appaiono non casuali. In prima istanza darebbe l'impressione di un regolo. Le tacche del bastone sono disposte in modo che gli estremi rappresentino la somma dei due numeri più prossimi rappresentati dalle tacche centrali. Ciò sembrerebbe indicare la simbologia della teoria fisica del campo unificato, tuttavia solo un fisico o un matematico potrebbe correttamente interpretare l'intervallo delle tacche del bastone di Tommaso Lipari. Infatti le tacche sono la sequenza di “Fibonacci". (Matematico pisano del XIII secolo). Interessante è pure la cordicella con tre palline bianche che il Lipari teneva nella mano sinistra.Se poi qualcuno provava a porgli delle domande, si allontanava scontroso senza degnare di uno sguardo il curioso passante. Indossava sempre strani berretti e strati di abiti uno sull’altro; portava sempre con sé contenitori, buste e sacchetti pieni non si sa di cosa. Per avvalorare la tesi che si trattasse di Ettore Majorana, si racconta di un episodio occorso circa 50 anni fa allorché un padre, preoccupato delle difficoltà incontrate dal proprio figlio in matematica, si recò da Tommaso, gli raccontò degli esami molto vicini del figlio; Tommaso allora, per aiutare lo studente, si prodigò in chiarimenti su argomenti di fisica e matematica, il ragazzo fu promosso. Alla fine Tommaso raccomandò all’uomo di non riferire a nessuno di quell’evento. Una testimonianza di particolare importanza fu sempre quella di Edoardo Romeo, che in un’intervista così si espresse: "Mi disse di chiamarsi Ettore Majorana e di essere un ex-professore di matematica e fisica". Nel suo racconto Edoardo Romeo fornisce tante analogie tra il barbone e il fisico siciliano: l' andatura veloce, la stessa altezza di un metro e 60, la sigaretta sempre in bocca, una straordinaria somiglianza fra il visodell' uomo cane e quello della madre di Ettore Majorana. Nella ricostruzione ci sono tanti altri particolari. Ettore Majorana scomparve il 26 marzo del 1938. La sera prima, sul postale Napoli-Palermo avrebbe incontrato il vero Tommaso Lipari, acquistando le sue generalità per 16 mila e 800 lire.  Fu proprio perché convinto di questa tesi che Edoardo Romeo, insieme col fratello, si rivolse all’allora procuratore di Marsala, Paolo Borsellino, chiedendo di accertare la verità. Il giudice accertò che, un mese dopo la scomparsa di Majorana, un certo Tommaso Lipari usciva dalla prigione di Favignana. Poiché l’uomo cane, per un banale episodio, un litigio con un vigile, era finito in prigione nel 1948, fu facile confrontare le firme apposte dai due nei registri carcerari, anche se in momenti diversi. Il giudice Borsellino considerò le firme molto simili e pertanto, convinto che Tommaso Lipari e l’"uomo cane" fossero la stessa persona, chiuse l’inchiesta. Ma non sono dello stesso parere altri studiosi che invece si dichiarano convinti che le firme dell’uomo cane e di Ettore Majorana appartenevano alla stessa persona.Trovò la morte il 9 luglio del 1973. Al funerale di Lipari parteciparono tante persone, troppe per quello che è di solito l’estremo saluto ad un clochard; suonò persino la banda del paese; qualcuno narra di persone, non siciliane, intervenute apposta, che seguivano da lontano l’evento, come se sapessero qualcosa.A questo punto, per arrivare alla verità bisognerebbe riesumare il corpo dell' "uomo cane", che si trova al cimitero comunale di Mazara del Vallo per sottoporlo all'esame del DNA.Il mistero rimane ancora.          L'unica foto di Tommaso Lipari, l' "uomo cane"