VietatoEssere

Post N° 89


"Senza Titolo"N. 4…-è in ritardo! Meglio!- pensò.Il suo “meglio” non era da prendere come un disinteresse nei confronti dell’amica ma nell’avere a disposizione quel poco di tempo per riguardarsi l’immagine.Tornò al PC pensando allo sguardo della mendicante, aprì l’immagine, ritaglio il viso e fece un ingrandimento. Era uno sguardo diretto ma al contempo disteso, quasi quieto. Continuò ad osservarlo, in cerca di un’emozione, di un dettaglio che lo appagasse, ma niente da fare, comprese solo che ciò che poteva sembrare uno sguardo sereno, era in realtà uno sguardo di chi dalla vita non si aspetta nulla, anzi non vuole nulla. In quel preciso istante ebbe una certezza, si, doveva assolutamente rivedere quella vecchia, ad ogni costo doveva parlarle.Mentre la stampante gracchiava udì la voce della sua amica chiamare.-Si sono qui- rispose.Serena, era l’unica delle sue amicizie che lo chiamava col suo vero nome perché Antracite é il soprannome che la sua compagnia gli avevano appioppato da quando, in una delle tante noiose serate,  passate nel solito e noioso bar, si mise a parlare di un libro, un racconto ambientato in Pennsyilvania, in un periodo di tremendi scontri fra gruppi terroristi, centri monopolistici, bande rivali e movimenti sindacali, il tutto per mettere le mani su un grosso giacimento minerario di grande importanza sociale ed economica.  Quella sera raccontava con  foga,  come se una forza suprema gli avesse dato l’incombenza di trasmettere ai suoi amici tutto quello che aveva letto e capito da quel libro. I suoi amici non ne potevano più perché di quel libro non gliene importava proprio un bel niente e per alcuni di loro la pazienza stava confluendo in reazioni violente. Quel libro si intitolava “Antracite”.  In seguito, gli amici cominciarono a soprannominarlo “Antracite” e lui fu oggetto di sottili battute e grandi risate di gruppo, in seguito le battute e le risate si affievolirono fino a scomparire, ma il soprannome rimase.-cosa stai stampando?- chiese Serena…(segue)