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Il cane e la bici: aneddoti della lotta alla sopravvivenza automobilistica


Pedalo verso casa, sgattaiolando velocemente nel traffico. Lascio la Prenestina e attraverso la zona pedonale del pigneto. Arrivato sul limite della zona, rallento per controllare le machine che arrivano. Un cane mi precede di pochi metri e attraversa la strada dove sto per farlo anche io. La macchina lo vede e rallenta lasciandolo passare, cauto verso chissā quale meta. Lui passa e io faccio per seguirlo. ma la macchina riparte, bloccandomi sul bordo della strada. Vedo il cane in lontananza allontanarsi in un vicolo. La macchina lo aveva fatto passare. A me no. La macchina se ne va. Io riprendo il cammino. Essere cani evidentemente ti fa ricevere maggiori attenzioni sulla strada. O forse siamo noi a non riuscire pių a guardare le altre persone che non sono in macchina con noi, in una folle corsa a imbottigliarsi nel traffico di clacson ed improperi, che sembrano lasciare spazio solo alla frustrazione di non poter arrivare primi, lė dove prima, cosė, non ci arriveremo mai.