RITORNI SENZA ANDATE

Nostoi (Νόστοι)


E' facile e contemporaneamente difficile per me accettare la realtà che mi circonda.Una realtà fatta di addii senza partenze, di parole scollegate dai fatti, di verità negate dalla realtà, di oggettività soggettive, di ritorni senza andate.Secondo me, le parole non svolgono più il compito di aiutare ad esplicare la realtà, anzi, spesso creano un universo parallelo che si contrappone in toto a quello che sostanzialmente dovrebbe essere l'unico contesto realmente valutabile: quello dei fatti.Mi spiego: se fai una cosa scorretta e contemporaneamente dici che è sbagliato farla, le due cose tra loro contrapposte non dovrebbero avere lo stesso valore; di conseguenza la seconda (virtuale) non può aver la forza di annullare, di negare, di sostituirsi alla prima (sostanziale).Io giudicherei ciò che tu fai, non il fatto che tu dica che la cosa non si deve fare. Anzi, addirittura valuterei in maniera maggiormente negativa le due cose, aggiungendole l'una all'altra: è sbagliato che tu faccia una cosa scorretta ed è doppiamente sbagliato che tu dica che non bisogna farla.   Io ho cercato di fare del mio agire il muto testimone di un'etica che un tempo credevo universale. Nel caso tentassi di spiegare con le parole ciò che faccio, non farei altro che integrare, o meglio, semplificare il senso del mio costante agire, non andrei a nasconderlo, o peggio, a negarlo. Altri invece passano il tempo a spruzzare boccette di profumo al pino silvestre sulla montagna di merda che continuano ad accumulare con le loro figure. E mentre molti, scodinzolando, continuano a fingere di apprezzare solo il profumo del pino silvestre (le parole) e di non avvertire minimamente l'odore di merda che sale (i fatti), io ho come la sensazione... sempre più forte... quasi dirompente... che qualcuno stia cagando in una pineta. Abbondantemente.Nostoi...  
 Mi liko da solo