Hic et nunc

Nothijngrad


Apro gli occhi.Mi guardo intorno.Tutto è così familiare e così estraneo allo stesso tempo. Chissà se siamo qui, se siete qui.Dovrei guardare un calendario, vedere quanto tempo è passato, poi guardarmi dentro e sentire quanto tempo è passato. Talvolta mi sembra di essere ringiovanito invecchiando, di vedere le cose più a fuoco, con sguardo più lucido. O magari è solo disincanto, magari, come spesso accade, si scambia per carattere ciò che è soltanto energia e per saggezza quella che è solo stanchezza.Mi sembra di ripercorrere strade e sentieri dei quali ricordo ogni millimetro, pur non avendovi posato piede per secoli. In secoli che abbiamo attraversato, ciascuna, ciascuno a proprio modo, con sofferenza e con felicità..il dolore e la felicità s'intrecciano come le curve di unadoppia ellisse nel codice genetico del cosmo. Mi piacerebbe sentire le voci di ognuna, di ognuno di coloro che erano qui in quei momenti nel tempo, e so che non è possibile, e so che siamo punti di luce sparpagliati ovunque, a distanze inimmaginabili. E' bello immaginare una tela nera, immensa, in cui, se ci mettiamo alla giusta distanza, si possono vedere tantissimi puntini luminosi, che beh, sì, è esattamente come guardare le stelle nel cielo, ma le stelle mi sembravano un po' banali come metafora di noi, e allora meglio dei puntini luminosi su una nera, infinitamente grande tela. Che sembra un cielo stellato. E la luce sei tu. Col tuo colore, con il tuo essere tenue o intensa, calda o fredda. Io non ho ancora deciso se sono un puntino di luce o la tela nera. Forse preferisco immaginare di essere quello sfondo, quell'idea di essere, per chi lo desidera, una presenza lieve, una parola sicura, una voce vicina.Oscar Wilde disse che la cosa terribile, quando s’invecchia, è che si resta giovani.È vero, i nostri desideri non invecchiano con noi. Per gli altri, noi non siamo più gli stessi, ma inostri desideri e i loro oggetti restano uguali. La misura del tempo che passa è tutta in questo scarto.     E bisogna rendersi conto che come si può restare prigionieri del passato, lo si può essereanche del presente.Ma farò come se fossimo tutti di nuovo qui, per un istante...vieni più vicina, vieni più vicino, hoqualcosa da sussurrarti...Gioca il tuo gioco. Metti a rischio ancor di più il tuo lavoro.Non essere il personaggio principale. Cerca il confronto, ma senza volerlo. Evita i retropensieri. Non tacere nulla. Sii dolce e forte allo stesso tempo. Sii astuta, intervieni e disprezza la vittoria.Non osservare, non scrutare, ma resta vigile, pronta a scorgere i segni. Sii incrollabile. Mostra il tuo sguardo,trascina gli altri nella profondità, abbi cura dello spazio e considera ciascuno per quel che è. Decidi soltanto nell’entusiasmo, sii serena nella sconfitta.Soprattutto prendi tempo, percorri la strada più lunga. Lasciati distrarre. Mettiti per così dire in congedo. Non ignorare la voce di un solo albero, di un solo fiume.Entra dove vuoi e concediti al sole.Dimentica la tua famiglia, dai forza agli sconosciuti, studia i dettagli e parti là dove non c’è nessuno.Non darti cura del dramma del destino, disdegna l’infelicità, togli le rughe crucciate dal tuo sorriso. Vivi nei tuoi colori, sentiti nel giusto, e che il rumore delle foglie ti divenga dolce. Passa attraverso i villaggi, io ti seguirò.