Hic et nunc

L'albero e il fantasma


Il cielo è azzurro chiaro, punteggiato da striscioline di nuvole bianco trasparente.È un giovane uomo,ha appena ventisette anni. I capelli biondo scuro sono lunghi, gli occhi castani tradiscono l'inquietudine che lo riempie, il dolore che lo attraversa come un reticolo di crepe su una lastra di vetro.È una giovane donna di ventotto anni. Ha occhi verde scuro,i capelli  neri. La grande forza interiore che la sua presenza trasmette è offuscata da ciò che la vita l'ha già forzata ad attraversare.Sono seduto sull'erba, la schiena appoggiata ad un vecchio albero. Riesco a vederli entrambi. Anche se guardassero nella mia direzione non mi vedrebbero; è come se io fossi un fantasma, come se venissi da un tempo diverso dal loro, vibriamo a frequenze diverse. Non visto, li guardo con tutta la dolcezza che il mio silenzio possa infondere nei miei occhi invisibili.Non c'è più il cuore di quella giovane donna in questo momento, c'è una ferita pulsante nel suo petto. Non c'è più mente nella testa del giovane uomo, c'è un grumo di nervi esposti dove dovrebbero esserci pensieri.Cerco con lo sguardo una porta,un dettaglio posturale,un battito di palpebre, un respiro più profondo, una porta che mi permetta di capire da dove potrei entrare per essere loro vicino, perché possano sentire che possono essere amati,che meritano di essere amati.Non c'è nulla che io possa fare,che possa dire, perché sono trasparente ai loro occhi. Possono però vedere l'albero al quale la mia schiena è appoggiata, dunque lascerò una parola,una frase in ogni ramo.Mi alzo in piedi, guardo entrambi un' ultima volta, sollevo appena la mia mano un po' ruvida, a mo' di invisibile saluto, poi cammino via sotto il cielo chiaro.Non hanno mai saputo che ero lì....Una brezza leggera muove piano i rami di un vecchio albero, e il rumore che fanno è come un sussurro che sembra voler dire che la vita vi spezzerà, che vi porterà via tutto, finché sarete vuoti. L' intero universo sarà vuoto,una dispersione uniforme,immota,completa. Ma qualcosa in voi ad un certo punto si staccherà con un balzo dal dolore,dal vuoto che sempre vuole trascinarvi giù,per immobilizzarvi. Evolverete come persone, e sarà come una danza vorticosa,o forse come un lentissimo, impercettibile movimento,ma accadrà. Scoprirete il mondo,lo conoscerete meglio,per poterlo attirare in voi,per poter continuare il vostro viaggio,la vostra ricerca.La brezza si ferma per un istante,e i rami tacciono. Poi riprende a soffiare, e le parole appese ai rami risuonano veloci..Tutto evolve.. l’anemone diventa calamaro,diventa pesce; lo scodinzolamento diventa nuoto, diventa strisciare; il pesce diventa lumaca, diventa lucertola; lo strisciare diventa cammino, diventa corsa, diventa volo. Le cose viventi si protendono l’una verso l’altra. Il tropismo diventa fiuto, diventa fascino, diventa concupiscenza,diventa amore. Dalla lucertola alla volpe alla scimmia all’uomo,con uno sguardo, con una parola noi ci attiriamo, ci tocchiamo,ci amiamo. Soffriremo, certo...la creazione senza distruzione non è possibile; la  distruzione senza creazione si alimenta della creazione passata. E' il fiume della vita. In seno al fiume tornano indietro correnti, turbinano mulinelli. Il fiume stesso esita, scompare,riemerge, procede. Ma il corso generale è consapevolezza crescente, dalla materia alla mente alla coscienza.Ma in fin dei conti che ne so io, sono solo un vecchio albero che vi porta il messaggio di un amico...di un fantasma, forse.