Black in Black

Wait IV


L’uomo non è mai uscito da trionfatore nella sua inutile guerra alle tentazioni. Ne rende testimonianza Ovidio nei memorabili “Amori , II, IV”. In un mondo che vuole per forza dirci cosa dobbiamo mangiare, vestire, guidare, amare, un passo come questo pare abbia la forza di rinfrescare ed imbaldanzire i nostri vizi. I miei di sicuro.“Non oserei difendere con menzogne i miei riprovevoli costumi,e servirmi di armi fallaci in difesa dei miei vizi.Confesso, se pure giova qualcosa confessare le colpe;ma dopo la confessione ricado folle nelle mancanze.Le odio, ma non posso non essere desideroso di ciò che odio:ahi, com’è duro sopportare ciò di cui ci si vorrebbe liberare!Mi mancano le forze e le capacità di guidare me stesso;sono trascinato come una nave sospinta da flutti impetuosi”Giovenale, del tutto esplicitamente, ci ricorda invece nei suoi Epigrammi la libertà dell’amore da cogliere, per così dire, senza ‘impicci’ : non un violino morente ma una fanfara vigorosa.“Moglie, o t’adatti ai miei bisogni, o te ne vai. Io non sono né Numa, né un Curio, né un Tazio.Tu godi al buio : a me piacciono i giochi d’amore con la lampada,e rompermi le ossa al sole del mattino.Reggipetto, camicia, sopravveste nera. Una fortezza, sei :per me la donna non è mai nuda abbastanza a letto.”