Mindfulness

L'Occhio della Volontà


 "L’occhio della volontà è torbido e deforme. Solo quando è assente il desiderio, solo quando la nostra mira diviene osservazione pura si schiude l’anima della realtà, la bellezza. Se contemplo un bosco che intendo acquistare, affittare o ipotecare, in cui voglio far legna o andare a caccia, io non vedo il bosco, ma solo le sue relazioni col mio volere, con i miei piani, con le mie preoccupazioni e il mio portafoglio. Allora il bosco è fatto di legno, è giovane o vecchio, è intatto o degradato. Ma, se mi limito a guardare spensieratamente nella sua verde profondità, ecco che esso è il bosco, è natura è creazione vegetale, è bello. Altrettanto accade con gli esseri umani. L’uomo che guardo con paura, con speranza, con brama, con intenzioni e pretese non è un uomo, ma solo il torbido specchio del mio volere. Consapevole o no, io lo guardo con impliciti quesiti che possono solo immeschinirlo, falsificarlo: è affabile o superbo? Capirà qualcosa di arte?Noi guardiamo la maggior parte delle persone con cui entriamo in contatto con innumerevoli interrogativi del genere, e passiamo per antropologi e psicologi quando dalla loro apparenza, dal loro aspetto fisico ci riesce di interpretare quanto asseconda o contrasta le nostre intenzioni. Nel momento in cui la volontà si placa e subentra l’osservazione, il puro vedere, il puro abbandono, tutto cambia. L’uomo cessa di essere utile o pericoloso, interessante o noioso, gentile o ruvido, forte o debole. Egli diviene natura, diviene bello, singolare, come tutto ciò che è oggetto di osservazione pura. Poiché l’osservazione non è certo ricerca né critica, bensì nient’altro che Amore." Hermann Hesse