Mindfulness

Una Fatica Consapevole


“Basterebbe che ci dicessero che abbiamo una grave malattia per comprendere che ciò che abbiamo e ciò che siamo ora, adesso, nella sua apparente incompletezza, è già tutto, e che basta. Il benessere è già in noi, è già possibile, la situazione attuale è il terreno migliore per “percepirci”, per sentirci consistere. Ma nella vita ordinaria noi questo non lo vediamo. Ciò che differenzia chi sta bene e chi non sa di star bene - e dunque ne soffre e sta male - è lo sguardo sulla realtà e su noi stessi. Un certo sguardo che non ci hanno insegnato a scuola né altrove. Uno sguardo che avevamo già in noi, da bambini, e che la cultura occidentale ci ha fatto atrofizzare. È uno sguardo che sta lì, con la nostra realtà attuale, istante per istante; la contempla, incantato e rispettoso, e la lascia accadere, come un bambino che guarda una farfalla. Per fortuna questo sguardo c’è ancora. Va solo riscoperto. Perciò non serve lavorare sulle singole parti della realtà, mettendole a posto una a una sperando che un giorno il mosaico sia perfetto per star bene. Accade ciò che deve accadere, ma osservarlo in modo puro, senza intervenire continuamente con giudizi e sforzi di orientarlo dove pensiamo che debba andare, fa accadere ciò che deve accaderci davvero. La contemplazione cedevole della realtà, istante per istante, è l’intervento più profondo, risolutivo e benefico che possiamo fare per agire concretamente su di essa a nostro beneficio. Ciò non nega la fatica del vivere, perché ogni età ha i suoi draghi da affrontare e da vincere, fino alla morte, ma è una fatica diversa: consapevole, utile, vitale e creativa. Umana.”. Raffaele Morelli