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Gli introvabili del lavoro


Tra informatica e sanitàTra i laureati i responsabili del personale fanno fatica a trovare gli esperti di software e di gestione aziendale e gli analisti programmatori. Tra i diplomati, ricerca non facile per gli sviluppatori di software, i disegnatori tecnici e gli assistenti socio-sanitari. I dati di Unioncamere e ministero del Lavoro sulle professionalità poco diffuse sul mercatoLe imprese italiane hanno difficoltà a trovare, e quindi assumere, personale adeguato. Si fa fatica a crederlo in un periodo di crisi occupazionale come quello attuale, ma è così: ogni 100 assunzioni, 13 si rivelano particolarmente complesse. A rivelarlo è l’analisi annuale del sistema informativo Excelsior condotto da Unioncamere e dal ministero del Lavoro. Le aziende, infatti, richiedono, oltre a precise competenze tecniche che spesso però mancano, anche capacità di lavorare in gruppo, di problem solving, di flessibilità e di adattamento. Caratteristiche che non tutti sembrano avere.Nel 2013, le aziende avevano previsto di assumere 367.500 persone. Di questi, 47mila (il 12,8%) sono stati di difficile reperimento. Un calo rispetto allo scorso anno, ma se si considera che nel 2012 c’erano ben 40mila posti in più, i conti tornano. La mancanza di professionalità richieste si riscontra sia tra laureati che tra diplomati. Per i primi, occorrerebbero più esperti di software (con 260 assunzioni difficili su 550, il 47,4% del totale), più esperti di gestione aziendale (350 su 930, pari al 37,8%) e più analisti programmatori (250 su 690, pari al 36,4%). Tra i diplomati meno presenti sul mercato, i primi sul podio sono gli sviluppatori di software (con 200 assunzioni di difficile reperimento su 580, il 34,6%), al secondo posto i disegnatori tecnici (29,3%), terzi gli assistenti socio-sanitari con funzioni di sostegno nelle istituzioni (22,1%).Il disallineamento tra offerte e richieste ha una causa ben precisa, secondo gli operatori economici: la sostanziale distanza tra mondo del lavoro e sistema della formazione, che non “sforna” abbastanza diplomati e laureati per i settori in cui sono maggiori le possibilità occupazionali né da loro quel bagaglio di competenze, capacità ed esperienze indispensabili per lavorare. “È un problema sostanziale, che investe quasi in pari misura laureati e diplomati” denunciano da Unioncamere e del ministero del Lavoro.Così, se la disponibilità di ingegneri elettronici e informatici (duemila assunzioni difficili, pari al 26,5% delle 7.600 previste) è numericamente poco consistente, per il laureati ad indirizzo scientifico, matematico e fisico (pari al 30% delle 1.430 assunzioni programmate) le aziende lamentano una carenza relativa alle competenze esperienziali e formative. Discorso analogo per gli ingegneri industriali (troppo pochi e senza le capacità richieste), mentre tra i diplomati ci sono soprattutto quelli del settore agrario-alimentare (difficile il 32,5% delle 1.070 assunzioni previste), informatico (27,6%) ed edile (21,4%) a fare le spese del divario tra il mondo del lavoro e il mondo della scuola.“Ancora una volta Excelsior dimostra quanto sia importante lavorare sui due fronti dell’orientamento e dell’alternanza tra studio e lavoro – spiega Ferruccio Dardanello, presidente di Unioncamere –. Per quanto la difficoltà di reperimento segnalata dalle imprese sia quest’anno molto contenuta, essa continua a interessare soprattutto i profili tecnici e specialistici di cui già da tempo abbiamo segnalato la carenza”. Ci vogliono, insomma, più formazione e più orientamento per evitare che, tra i laureati che le imprese vorrebbero assumere, uno su 5 sia difficile da trovare (vale a dire 11mila persone) e che siano “introvabili” 21mila diplomati (il 12,9% delle 160mila assunzioni possibili).“Oggi ancora di più occorre mettere in mano ai nostri giovani le carte per scegliere, con consapevolezza, la strada che apra loro un futuro di lavoro e di soddisfazione” continua Dardanello. Come farlo? “Affiancando alla scuola l’impresa, in maniera che i ragazzi possano acquisire un’esperienza da far valere al momento della selezione del personale da parte dell’impresa” conclude il presidente di UNIONCAMERE