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IL CANTO DEL TEMPO


L’alba.Fuori cominciano a spuntare tenui raggi di sole.La vita diurna si anima…gli uccellini cinguettano, i primi insetti mattinieriIniziano a ronzare…le automobili placide percorrono l’asfalto come colonne di formiche…la gente si sveglia al ribollire delle moche del caffè. Un uomo si arrotola tra le lenzuola calde, si stringe in cerca dell’ultimo tepore prima che il dovere lo scuota dalla beatitudine estatica del sonno.DRIIN-DRIIIN-DRIIIIIN.Continua,penetrante,inesorabile...la sveglia.Un oggetto diabolico e destabilizzante che scandisce la vita quotidiana, incorniciando il tempo in scansioni definite.ORE SETTE in piediSETTE E ZERO CINQUE caffèSETTE E QUINDICI docciaSETTE E TRENTA fuori di casa,corsa per prendere quel carnaio umano che ha il nome di autobusSETTE E CINQUANTACINQUE fabbrica La sveglia che ruba il tempo, che lo svilisce in periodi fissi, da cui non si può uscire. Un oggetto rotondo,bianco quadrante in cui la vita scorre veloce ed inesorabile, bloccata da trilli di richiamo DRIN-DRIN-DRINOstinata,ossessiva nel suo scandire il TUO tempo e nel richiamarti all’ordine.Quest’uomo si alza sbadigliando ogni mattina, implorando che gli vengano concessi pochi minuti in più per godersi il risveglio…e invece è sempre costretto a rincorrere il suo tempo, già scandito, preconfezionato e servito su di un piatto in cui non si può sputare…Beve il caffè in fretta,caga in fretta,scopa in fretta, dimenticando persino di baciare la moglie durante l’amplesso…dimentica…corre…corre in fabbrica nella fretta cittadina, nei rumori quotidiani inseguito dal trillo provocatorio della sveglia che lo aspetta al suo ritorno.Lavora tra il puzzo delle macchine,scatta veloce nelle operazioni frenetiche…preciso,veloce,instancabile,sempre uguale…fino al DRIN.Sempre quel suono,ora liberatorio che lo scioglie dai suoi obblighi lavorativi.In fretta esce, corre all’asilo a recuperare i figli che sono usciti con la giacchetta sbottonata perché la maestre avevano fretta di tornare a casa.In casa, intorno alla tavola la famiglia si riunisce e mangia velocemente qualcosa di imprecisato, preparato in sei minuti di microonde perché anche la madre lavora e quando si lavora non si ha tempo per tutto…così nella pattumiera, oltre alle cene, finiscono parole, sorrisi e l’affetto che in una casa moderna non ha spazio neanche sulla più striminzita mensola tra il dvd e lo stereo.TEMPO, TEMPO…tempo che si accumula, tempo che si perde…tempo inutile e frenetico che come una vescica si gonfia e si infetta.La famiglia va a letto esausta per la rincorsa quotidiana alla propria vita.L’uomo sorride guardandosi allo specchio, scrutando le proprie occhiaie, pensando alla moglie che lo aspetta tra le coperte…non più come una volta…non c’è più freschezza nei loro sguardi,tra di loro tutto è stato detto,fatto,sognato e messo a tacere sotto naftalina in attesa di un’età in cui tutto sarà inservibile…restano i baci amari e gli spazi comuni da dividere...l’uomo pensa ai figli che crescono sempre più in fretta…pensa al tempo, che lui non sciupa, perché, come diceva il nonno:”Il tempo non va buttato”…e così lui lo accumula, lo accatasta…non lo usa, lo investe! GIORNO DUEOggi è sabato, sono le otto e trenta e l’uomo è ancora a letto…oggi ha il turno pomeridiano.La moglie è uscita alle otto per fare compere,portare i figli all’asilo,accompagnare la nonna dal medico.La sveglia ha DRINnato come sempre e come sempre l’uomo si è svegliato….ma con meno voglia,meno forza…lento si è girato ed è rimasto a letto…si è goduto l’odore della moglie, gli strepiti e le urla dei figli che non volevano andare a scuola.L’ultimo stiracchio prima di alzarsi e riprendere il ritmo giornaliero…con uno scatto si mette a sedere sul letto.La sveglia cade dal comodino e si abbatte a terra…l’uomo avverte una fitta al ventre…e la sveglia impazzita comincia a squillare come se fosse un bambino in lacrime.La fitta al ventre è lacerante, l’uomo scosta le lenzuola…un osceno,anormale, inspiegabile errore!Si era instaurata una meccanica empatia tra la scatola squillante e il suo padrone…un cordone ombelicale univa il tempo umano a quello fatto di tic-tac di ingranaggi…il filo che allacciava la presa del muro alla sveglia ora si era insediato,conficcato nel ventre dell’uomo.Spaventato,atterrito, l’uomo cerca di strapparsi di dosso quella sanguisuga di metallo…un parassita così invasivo da legarsi con una morsa ferrea…al primo strattone dato al filo l’uomo caccia un urlo e perde i sensi…e naturalmente il sacrificio non avava dato risultati…Ad ogni strattone del filo la Sveglia geme con trilli prolungati e con lei l’uomo.Rassegnato, per il momento, alla momentanea convivenza con quello sgradevole membro l’uomo si lascia andare sul letto assopendosi per la mancanza di forze. Nel pomeriggio l’uomo riprende il suo frenetico giro:figli da andare a prendere,lavoro,cena…il tutto in compagnia di una scomoda presenza nascosta sotto la maglietta.La sera a letto con la moglie l’uomo si fa scostante, non si lascia toccare dalla donna, preoccupato che lei si possa avvedere della presenza nel loro talamo di quell’amante viscerale e clandestina che si porta appresso da quasi un giorno…da le spalle alla moglie come mai aveva fatto da quando si conoscono…La notte  Sveglia scalpita, DRINneggia in un canto amoroso che viene soffocato tra le lenzuola dalla sua metà umana. GIORNO TRENonostante sia domenica l’uomo si alza prestissimo senza destare la moglie dal sonno, controlla l’intrusa che durante la notte sembra aver aumentato le proprie dimensioni.Sveglia saluta l’uomo con brevi trilli festosi.L’uomo la sbatte sul tavolo della cucina provocandosi dolori lancinanti;lei inviperita e vendicativa lancia acuti a ripetizione…l’uomo è esausto. GIORNO QUATTROLunedì:l’uomo telefona al lavoro,si da malato.Passa la giornata a letto.Rapporti con la moglie:dialogo scostante,distaccato…nessun contatto fisico.Rapporto con i figli:Nessun dialogo.Sveglia: Aumentata di diametro, peso circa 2,9 kgGIORNO CINQUEMartedì: niente lavoro,niente cibo…l’uomo rimane a letto.Rapporti con la moglie: NulliRapporti con i figli: InesistentiSveglia: Ha iniziato a DRINnare spesso, è difficile nascondere la sua presenza fisica e i suoi vagiti. Peso indicativo 4 kg GIORNO SEIMercoledì:Telefonata preoccupata del caporeparto, con auguri del signor Gino delle spedizioni.Moglie e figli si sono trasferiti per qualche giorno dalla suocera.Sveglia:Trilla in cerca di attenzioni, sono pochi i momenti in cui non DRINneggia.  Peso stimato 7 kg GIORNO SETTE Giovedì: Minaccia di visita fiscale, l’uomo si licenzia.Moglie e figli: Telefonata di pochi minuti interrotta più volte dai trilli indispettiti di Sveglia.Sveglia: è sicuramente gelosa! Peso 9 kg GIORNO OTTO L’uomo è stremato, dolorante come una donna incinta, afflitto da un’amante gelosa e guardinga, spossato dalla lunga permanenza in casa.Sveglia ora è la sua padrona e lui l’oggetto che le scandisce il ritmo vitale.Stanco, senza più nulla da perdere, l’uomo indossa pantaloni e camicia, scende in cantina e recupera il passeggino usato in precedenza dai figli e vi infila Sveglia.La barda con elegante cuffia rosa e tutina bianca e si prepara all’uscita.Fuori di casa non desta sospetti, la calca di persone lungo i marciapiedi non si avvede dell’infante ticchettante; il traffico fluiscile lento tra uno strombazzare di clacson e martelli pneumatici che crivellano i bordi della strada. L’uomo cammina tra la frenesia quotidiana…è sereno, lento e rilassato…Sveglia DRINna estasiata alla vista di tante cose nuove, fa incetta di tanti rumori nuovi, ingrassa,cresce.L’uomo l’accompagna nel giardino pubblico immerso nel quieto scroscio della fontana e ravvivato dallo starnazzare delle papere nel laghetto. L’uomo solleva Sveglia, la adagia sul terreno molle, a contatto con il brusio degli insetti…Sveglia è un continuo trillare di gioia…l’uomo si accomoda accanto a lei, la osseva dialogare con i suoni circostanti…la cinge con il braccio e la stringe a sé.Lento, delicato la sveste e la espone ai raggi solari; poi si alza ed estrae da dietro la schiena un martello che cade a ripetizione sull’ignara Sveglia…Che con un ultimo rantolo saluta la sua vita artificiale.Tutto intorno è silenzio…basta cinguettii, brusii assortiti e rumori molesti….solo lunga incrollabile solidale QUIETE!L’uomo si inginocchia, raccoglie la salma meccanica e si lava le mani sotto alla fontana…ricompone il cadavere, lo lava e con un temperino sfilato dalla tasca recide il cordone ombelicale.L’uomo è libero…è finita…ha sconfitto il tempo.Le voci ricominciano ad udirsi, i rumori affollano l’aria e l’uomo ascolta felice quest’accozzaglia di suoni….seppellisce i resti di Sveglia sotto un distributore di bibite light e si allontana camminando tra i passanti,sempre più veloce…la figura dell’uomo si perde nella calca, allontanandosi sempre di più, sempre più veloce….tra i rumori instabili della città inquieta…….un uomo cammina trillando come una sveglia……………….DRIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIINNNNNNNNNNNN….