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"SEGRETI IMBARAZZANTI": GLI ALBIGESI

Post n°164 pubblicato il 06 Giugno 2008 da Il.Don.Camillo

Mi si accusa di voler nascondere chissà quali segretoni di un oscuro passato ecclesiastico, di non voler affrontare argomenti “imbarazzanti” per la mia fede cattolica. Ma io, vi dirò, non ho proprio nessun problema. Parliamone.

Tra le varie accuse lanciate su questo blog in giorni recenti, spiccavano la “rivolta” contro i Catari e l’imbarazzante questione degli Albigesi. E allora, dico io, affrontiamo questo “imbarazzante” argomento.

Prima di cominciare, va specificato, come qualcuno, tra l’altro, ha ricordato nei commenti relativi a questa discussione, che gli Albigesi rientrarono nella “categoria” degli eretici Catari. Infatti, ad Albi, in Linguadoca (sud della Francia), si ebbe una notevole diffusione dell’eresia catara, che la Chiesa colpì, in quella determinata zona, anche con la forza militare.

Numerosi storici concordano nel pensare pensare, giustamente, che il ricorso alla forza fu sbagliato, per la semplice questione che non è pensabile ammazzare in nome di Cristo.

Ma non tutti sono tanto onesti da ricordare cosa successe prima della crociata contro l’eresia catara nel sud della Francia. Non ci fu infatti alcun Papa che, alzatosi la mattina, decise, di punto in bianco, di sterminare le popolazioni di quei territori a causa dell’eresia catara. Ad alcuni piace crederlo, perché ritrarre una Chiesa così, corrotta e perfida, torna sempre comodo. Ma è la verità che vogliamo, non le favole anticlericali.

Dicevamo, dunque, dell’eresia catara, che si espanse in quella zona tra il 1145 circa (prima presenza catara segnalata in Linguadoca) e il 1255, anno in cui la corona francese conquistò l’ultimo caposaldo cataro a Queribus.

Inizialmente, papa Innocenzo III (1198-1216) pensò bene di inviare, per contrastare i predicatori dell’eresia catara, una task force di missionari capaci di ripristinare la fede e la dottrina cattolica, affossate dai Catari. Questa eresia, infatti, in contrasto con la fede cattolica, propugnava delle idee tali da comportare: eliminazione della resurrezione, reputazione di Cristo quale semplice spirito con l’apparenza di carne, visione del mondo quale Inferno vero e proprio, contrasto della Chiesa (satanica, come lo erano il battesimo, l’Eucarestia e il matrimonio). L’eresia catara condannava il matrimonio e la procreazione e disgustava i bambini. Questo con conseguenze pesanti e immediate: crollo del tasso di natalità, distruzione del pilastro rappresentato dalla famiglia nella società, e collegato disfacimento della società stessa. Il guaio che comportò la diffusione di questa eresia fu l’impreparazione di taluni sacerdoti locali; i predicatori catari, infatti, preparatissimi nella loro visione della Scritture, avevano gioco facile nell’imbrogliare i fedeli a spese del sacerdote.

Dicevamo, dunque, dell’invio, da parte di Innocenzo III, di missionari cistercensi per contrastare questa diffusione malefica. Ma, constatata l’inadeguatezza di questi ultimi, il Papa provvide a inviare i neonati e formatissimi padri Domenicani, il cui ordine era stato proprio recentissimamente fondato da san Domenico di Guzman.

La situazione precipitò quando un attentato introdusse la forza militare al posto della forza apostolica: il legato (Pierre de Castelnau) inviato dal Papa per invitare i nobili locali a contrastare anch’essi l’eresia e per scomunicarli, in seguito al loro rifiuto, fu assassinato nel 1208 da un fedelissimo del conte Raimondo VI di Tolosa (roccaforte dei Catari). Perché questo rifiuto dei nobili, questo atto contro la Chiesa del conte? È molto semplice: come nel Cinquecento, durante la Riforma, i nobili scelsero la strada eretica per sottrarre alle diocesi tutte le proprietà ecclesiastiche e le loro ricchezze. Apro e chiudo una breve parentesi: l’attuale agonia del protestantesimo è dovuta al fatto che fu abbracciata, cinquecento anni or sono, per comodità e per interesse, una strada sbagliata.

Comunque, l’assassinio del legato pontificio convinse Roma ad utilizzare la forza; e venne organizzata una crociata, accolta con entusiasmo dai cattolici del Nord della Francia. Nello stesso anno Raimondo VI fece pubblica penitenza, ma la guerra, purtroppo, era già partita.

Il nuovo legato pontificio, l’abate di Citeaux, fungeva da supervisore. E come capo della spedizione fu scelto Simone IV di Monfort. Fu lui, sfruttando in modo illegittimo il senso stesso della crociata contro gli eretici, con il consenso dell’abate di Citeaux, e contro le intenzioni e il desiderio di Roma (che, però, era all’oscuro di questo), che massacrò la popolazione di Bezières, conquistata nel 1209.

La spedizione di Monfort continuò ma il Santo Padre, informato delle malefatte di Montfort da alcuni nobili fedeli al Papato, nel Concilio Laternanense rimosse l’abate dal suo incarico, e invitò la corona francese a scendere in campo contro quel folle di Montfort. Agli eredi di Raimondo, in quello stesso concilio, furono restituiti i terreni.

L’azione militare del re di Francia portò alla conquista di tutto il meridione francese, e l’eresia catara, perlomeno in quella zona, scomparve.

Questo quello che dice la storia. Poi, se altri vorranno proporre la loro versione, saranno ben accetti. Sì, ma nel settore “fantasy”.

 

 
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Henry il 26/04/13 alle 18:36 via WEB
I catari credevano in un unico Dio, e i loro testi erano esclusivamente le sacre scritture. Non è fantasy.
 
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