ECONOMIA IN PILLOLE

Sociale da "AFFARITALIANI "


Pubblichiamo una straordinaria testimonianza di una lettrice, Ylenia Aile, che scrive ad Affaritaliani.it per ricordare una persona scomparsa, emigrata dalla Puglia a Milano subito dopo la guerra. Il racconto di un'Italia completamente diversa da quella di Monti, Berlusconi e Bersani.Gent.ssmo Direttore mi permetto di inviarle in allegato qualche riga a ricordo di una persona di cui fra poco più di un'ora si celebrerà il funerale. Ho sentito profonda in me la necessità di ricordo di una persona " comune" la cui storia spero, aiuti i giovani a credere nel futoro.Era l'Italia della seconda guerra mondiale. Non c'era internet, non esistevano computer ne telefoni cellulari. Era ancora lontana l'era della televisione. C'era solo la radio, accesa nelle case. Non c'erano le radio private. C'era Radio Londra a trasmettere le notizie dal fronte.Non c'era neanche da mangiare. Peggio di adesso. Molto peggio. La guerra aveva messo l'Italia in ginocchio. Mancava la farina per fare il pane, mancava il latte. Milano era ben diversa da come la vediamo oggi. Era bella attraversata, dai navigli, che allora erano puliti, e i ragazzi facevano il bagno.Ma era anche una Milano devastata dalla guerra. Il suono delle sirene ad avvisare l'imminente bombardamento. Il fragore delle bombe, il crollo di un palazzo.E quella famiglia arrivata a Milano dal piccolo paese della Puglia, emigrata nella grande città per trovare lavoro. Ogni anno una bocca in più da sfamare. Il padre, era severo verso i figli, un'educazione rigida. Ma era il suo modo di amarli. Non c'era niente al mondo più importante dei suoi ragazzi. Non poteva viziarli perché non c'erano soldi per farlo. Ma gli ha dato qualcosa che i soldi non possono comprare. Ha trasmesso loro la dedizione verso la famiglia, il lavoro come valore. Il senso di giustizia e di onestà.Fin da piccoli hanno conosciuto il lavoro. Facevano le "mascherine" al cinema, vendevano gelati, consegnavano giornali. Era l'Italia di quegli anni in cui tutti dovevano darsi da fare. Anche la mamma che nonostante i tanti figli cuciva fino a tarda notte, per arrotondare, perché i soldi non bastavano mai.Era finita la guerra e l'Italia iniziava a riprendersi. Non un ragazzo di quella famiglia è stato lasciato a se stesso, ma con tanta fatica quel padre ha fatto si che tutti i figli maschi continuassero a studiare, per far si che avessero quel " pezzo di carta" che avrebbe dato loro la possibilità di avere un buon lavoro. Certo erano studenti - lavoratori, lavoravano di giorno e studiavano di notte. La fatica e il lavoro. Le figlie femmine avevano imparato a cucire e ricamare. Come si usava a quel tempo.Vivevano in tanti in una casa piccolissima. Non esistevano due bagni, ma solo uno e bisognava organizzare i turni per andarsi a lavare. Eppure non mancava l'allegria in quella casa. Con gli anni quella casa si è lentamente svuotata. I ragazzi sono diventati uomini e le ragazze donne e madri di famiglia.Tutti tranne una figlia rimasta nella casa dei genitori. Non si è mai sposata perché porta il segno di una grave malattia infantile.Oggi si celebra il funerale del fratello più grande. Se ne è andato a 89 anni. Era il " ragioniere della famiglia" perché con tanti sacrifici era riuscito a diplomarsi e a far carriera. Per scelta si è sposato a tarda età, perché prima ha voluto " sistemare" i fratelli più piccoli. Poi si è sposato lui. E ha comprato una bella casa a Milano dove vivere con la sua famiglia, un'altra casa per le vacanze estive. È stato per le figlie il padre che tutti avremmo voluto avere.È stato dopo la morte dei genitori la guida di quella grande famiglia. Si è preoccupato che alla sorella " rimasta in casa" non mancasse nulla. Non un centesimo dei soldi messi da parte dei genitori è stato toccato per il loro funerale, a cui hanno provveduto gli figli, lasciando i risparmi alla sorella più sfortunata.Aveva sempre una parola per tutti, un rimprovero se necessario. Era l'uomo che ha conosciuto la guerra, la fame, il sacrificio. Che si è costruito la sospirata "posizione sociale". Che ha festeggiato la laurea di una delle figlie con una festa pari a un matrimonio. Perché per una persona così la laurea rappresentava un traguardo importante. Ancora oggi ricordo quando mi diceva " devi laurearti anche tu perché la nostra famiglia deve arrivare sempre più in alto." Oppure " Le donne hanno il diritto alla maternità ma anche a fare carriera. Non è giusto che una donna sia estromessa dal lavoro dopo la maternità." E proprio la " tutela della maternità" è diventata il tema della mia tesi di laurea in diritto del lavoro.Quante discorsi abbiamo fatto, quanto mi hai insegnato. Non ci vedevamo spesso ma quando ci vedevamo parlavamo di tutto, politica, economia. Eri intelligente e onesto. Una dote che forse oggi si è persa.In un momento difficile per la nostra Italia, forse il tuo esempio può aiutare i tanti ragazzi che oggi si sentono sfiduciati. Perché tu hai fatto i lavori più umili, ma non hai mai accettato compromessi.Perché tu ce l'hai fatta. Con il lavoro e i tanti sacrifici. Hai creduto e ce l'hai fatta.Io ti ricorderò per i nostri discorsi. Racconterò a mio figlio la tua storia, perché la racconti ai suoi figli.Perché l'Italia è fatta di piccoli e grandi eroi. I più sono sconosciuti al grande pubblico. Ma sono loro che hanno fatto grande l'Italia. Come tuo padre a cui lo Stato, ha riconosciuto il titolo di Cavaliere del lavoro, per i tanti anni passati a lavorare in fabbrica.E il destino vuole che il tuo funerale si celebri nel giorno in cui, tanti anni fa è andato via tuo padre.Grazie per gli insegnamenti dati, per quella meravigliosa persona che sei stata.La grande famiglia ha perso la sua guida. Ma la tua storia rimarrà sempre viva in noi.Anche Milano ti sta salutando con una pioggia incessante.Ciao esempio di onestà.Ylenia Aile