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LADY DIANA


Ho un lavoro che mi porta ad essere a contatto tutto il giorno con giovani adolescenti. Pur non essendo una insegnante o un educatrice o qualcosa del genere, sento la responsabilità dell’influenza che il mio operato potrebbe avere sugli altri. E’ normale che sia così e penso fortemente che alcune categorie, più di altre, debbano tener contro della loro posizione nel sociale. E sto parlando di insegnanti, giornalisti, gente di spettacolo tanto per citarne alcune.Arrivo a questo discorso dopo aver letto delle foto dell’incidente di Lady Diana pubblicate di recente dal settimanale CHI. Non ho mai comperato una sola copia di suddetta rivista e mai credo che lo farò. Di conseguenza non so se queste foto erano accompagnate da qualche riga che “giustificava” tale pubblicazione. Difatti mi chiedo: Che senso ha rendere pubbliche foto di una persona in fin di vita se non quello di speculare anche sulla morte? Inorridisco! Intanto l’Autorita' Garante per la privacy ha adottato un provvedimento ad effetto immediato con il quale ha vietato al settimanale "Chi" di diffondere ulteriormente i dati personali di carattere sanitario riguardanti la Principessa Diana. Nel servizio, oltre a fotografie della principessa nel momento in cui giungono i primi soccorsi, e ad altri dettagli analitici relativi alla sfera sessuale di una delle vittime, comunque indicati per commentare la dinamica dell'incidente, sono stati infatti riportati diversi dati personali sui risultati dell'autopsia.Ripeto: inorridisco!