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Rogito ergo sum


Ho sentito qualche tempo fa per radio, credo nella trasmissione di Radio 2 “Il ruggito del coniglio”, che l’ingresso nell’età della maturità oggi coincide con l’accensione di un mutuo prima casa, e così, dall’abisso delle memorie dove si sono nascosti i miei ricordi di filosofia, con Kant e la sua macchina per fare i salami che sono le categorie (ma questa è un’altra storia, e magari ve la racconterò più avanti), è sbucato fuori questo “rogito ergo sum”. Ed effettivamente ho rogitato, .......ergo sum. Io e la mia gattina con le pantofole (a proposito lo sapete che ci sposiamo!?!) 
abbiamo effettivamente comperato un appartamento, e quindi, nonostante l’età anagrafica (31 e quasi 31), che, come mi ha detto una mia collega, mi colloca nella categoria di giovane uomo (30-35), siamo entrati nell’età adulta, ed in particolare nell’età del sum. Ma cosa sarà questo sum? Per quanto riguarda il rogito, e più ancora l’annesso mutuo, il sum è un sum fregato, perchè devo pagare per i prossimi trent’anni; ma sum anche molto contento di avere la nostra casetta, dove possiamo farci le fusa, invitare gli amici dopo la piscina a mangiare gli spiedini marinati cotti sulla griglietta, giocare con la micia (quella vera), e farle fare le sgommate sui palchetti (ho comprato delle nuove ciabatte con cui anch’io faccio delle scivolate pazzesche). Questo post doveva essere una dissertazione esistenzial-filosofica sul senso della vita, ma mi accorgo che la sto buttando sul biografico/romatico/faceto (del resto sono un po’ egocentrico, romatico e faceto...). Vabbè, continuo allora a scrivere a ruota libera come negli altri post, sperando che il mio amichetto Sardaukar (se si scrive così) non mi censuri il post (guarda che non ti faccio più gli spiedini!!!). Effettivamente credo che l’acquisto di una qualche forma di casa (dal camper alla villa), abbia una valenza che va al di là del fatto in sè; ci sono una serie di implicazioni (in alcuni casi l’uscita dalla famiglia, il raggiungimento dell’indipendenza economica, l’instaurarsi di nuove responsabilità e libertà) che fanno veramente dell’acquisto della casa una specie di rito iniziatico per l’ingresso in una diversa fase della vita. Personalmente la ricerca di una casa (in affitto prima e da comprare successivamente) è sempre stato un qualcosa di molto sofferto; la paura di sbagliare, di essere fregato dai vari lupi che si trovano nell’ambiente immobiliare, di essere costretto a tornare per un po’ a casa dei genitori (per quanto bene uno ci si possa trovare); sono scelte e passi che effettivamente possono condizionare la tua vita per molto tempo, e far assumere alla stessa una piega poi difficilmente modificabile. Quindi mi sembra che la frase rogito ergo sum renda bene l’idea. (Il gatto con gli stivali)