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Le nozze di Qana

Post n°5 pubblicato il 11 Agosto 2006 da duri_e_puri


C’era una volta… un re, direte voi, miei piccoli lettori. E invece no, c’era una volta… un popolo, quello ebraico. Su cui le barzellette si sprecano. Personalmente le adoro, eccone alcune:
- sapete quanti ebrei ci stanno in una cinquecento? Cinquecento… e tutti nel portacenere.
- Hitler passa in rassegna i prigionieri, prima gli presentano un italiano, 1.70, 56 kg, e dice all’attendente “da domani razione doppia per questo, li voglio in forza i prigionieri validi!”, poi un francese, 1.80, 54 kg, “idem”, indi un russo, 1.87, 52 kg, “i russi sono stati degni avversari, per questo da domani tripla razione!” e giunge all’ebreo, 2.07, 38 kg, gli pizzica la pelle cascante su quella che un tempo era stata una guancia e dice “pacioccone”
- Hitler passa davanti ai bambini del campo, si informa da loro come si trovano, le loro età e così via, finchè arriva da un piccolo ebreo “e tu, pampino, quanti anni hai?” “otto domani, signore” “ti piacerebbe, eh?”
E così via. E poi ci sarebbe tutto il repertorio di Moni Ovadia, anche se di altro tenore. Io ho pregiudizi nei confronti degli ebrei. Oh, sia positivi che negativi. Ma per par condicio, anche riguardo a qualsiasi altro popolo (specialmente il nostro). Beh, quasi qualsiasi altro, mancandomi riferimenti ad esempio per gli abitanti della Jacuzia. Pregiudizi (più spesso postgiudizi) non verso la singola persona, comunque, sto generalizzando.

E credo che se sono perseguitati da… quanto, 3000, 4000 anni? un motivo o tutta una serie di cause ci siano, anche se non mi sono chiare. Si, perché se la sono presa con loro gli egiziani, gli assiri, i babilonesi, più o meno chiunque passasse da quelle parti. Anche un po’ i romani. E nel medioevo i “gentili”, pur trattando con loro (a quali compromessi non si scende per il vil denaro!) li consideravano alla stregua di lebbrosi, solo lievemente più contagiosi. Tranne, ogni tanto, magari stuprarsi una delle loro donne, al limite un prete da convincere ad assolverti con qualche soldino sonante lo si trova sempre. In quel periodo i figli di Abramo si trovavano decisamente meglio presso gli arabi, che dominavano buona parte delle coste del mare nostrum, una società aperta e fiorente, in cui convivevano pacificamente tante culture, inclusa quella schiavista. Anche se gli schiavi ancora non si chiamavano così, la parola deriva dal veneziano ‘sciavo, quando la serenissima repubblica andava a rifornirsi in Jugoslavia. Le cose per il nostro popolo eletto poi migliorano, non così tanto, tendono sempre a venire un po’ isolati (ma anche a isolarsi) in ghetti (indovinate da dove deriva la parola “ghetto”!), ma si diffondono ancora di più in tutta Europa. Alcuni si mescolano completamente con gli indigeni (anima e corpo), altri continuano a vivere in piccole comunità, un po’ isolati talvolta, in modo anche strano, tipo la comunità “spagnola” di Budapest, altre comunità invece rafforzano i reciproci legami. Arriviamo alla Grande Guerra, niente di chè, da rilevare che già era iniziato un esodo ebraico verso il nuovo mondo, in particolare gli Stati Uniti, che si intensificherà, soprattutto in Italia, Germania, Austria, Svizzera et cetera. L’ho citato perché, tra le altre cose, questo ha comportato anche una vera e propria fuga di cervelli, l’Italia a inizio ‘900 era leader mondiale praticamente in qualsiasi scienza e tecnologia, poi, anche per altre questioni, abbiamo cominciato a perdere qualche colpo. I tedeschi, persa la guerra, non erano proprio al settimo cielo. Storicamente credo che, per quanto sia difficile vincere una guerra (per non parlare della difficoltà del riuscire a non farla iniziare), ben più arduo sia vincerla da signori, cercare di far sì che vi siano meno perdenti possibile, e, soprattutto, che i vinti perdano poco. Ma si sa, sono i vincitori che decidono chi sono i buoni e chi i cattivi. Anche senza televisione. Comunque, poste le premesse per la seconda guerra mondiale, i tedeschi, un po’ giù di morale, ma anche di economia, hanno bisogno e cercano una guida che li aiuti a ricostruire la Germania. E per molti aspetti Adolfino e i suoi fanno pure un ottimo lavoro. Tra l’altro, siccome ci sono in giro gli ebrei, a volte un po’ isolati e con usanze diverse, spesso con i dindi, mentre la disoccupazione rappresenta un importante problema, poi svariate altre ragioni, non è una cattiva idea unire gli alemanni contro di loro. Non è così difficile, e rende bene. Qualche problema perché i figli di Isacco ricoprivano anche ruoli chiave in industria, economia, e ricerca, ma sono dettagli. Poi, tra propaganda, tensioni internazionali etc, la cosa finisce per degenerare, anche il simpatico baffetto con la riga finisce per dar di matto completamente, la povera Eva non fa in tempo a risistemare i tappeti che già lui è lì a mangiucchiarne gli orli. Il finale è noto, la morale… mah.
Non che i cari giudei se la passassero così meglio nella Russia comunista… Stalin (l’altro baffetto celebre) e i suoi amichetti non sono passati alla storia per tentato genocidio, ma non è che si siano limitati propriamente a qualche peccatuccio veniale… d’altronde la Siberia è grande, sai quanta gente ci si può mandare…

Finita la scaramuccia, quale destino assegnare ai nostri eroi, dopo averli liberati dai campi estivi e invernali? I loro capi ormai è un po’ che stanno facendo un pensierino a uno stato tutto loro… proposte? In centro Europa? No, meglio un clima più mite. Argentina? La proposta non sarebbe così malvagia, posticino tranquillo, isolato quel giusto… però… però… La terra calpestata dai profeti, quella in cui riposano le spoglie dei padri è la Palestina, lì si sono già stanziati diversi coloni, che hanno già trasformato aree di deserto in prati fioriti, è già stata comprata della terra… E via al nuovo esodo, stavolta senza dividere il mare, tra giuochi e tradimenti politici, gli attentati terroristici non mancano da nessuna parte, gli europei che a un certo punto decidono di filarsela… Poi l’Egitto, blitz di qua e di là, l’attacco palestinese, la Siria, la Giordania, i riconoscimenti di Israele come stato… Insomma, un intrigo internazionale decisamente ben strutturato, e giungendo a oggi, gli Ebrei che vengono bombardati qua e là, ogni tanto un’esplosione con, nel peggiore dei casi, qualche decina di morti al colpo, in discoteca o alla fermata dell’autobus o dove capita, che a casa loro del tutto sicuri non è che si sentano, considerata anche la profonda stima e amicizia che li lega alle nazioni vicine. E i palestinesi, che tanto furbi non è che si siano dimostrati nei loro attacchi contro Israele, che sono lì, un po’ incerti, pure un po’ discriminati, più poveri (anche se va detto che prima del ritorno dei figli di Giacobbe non è che la striscia tra il Giordano e il mare risplendesse a livello mondiale per la sua florida economia…), tra l’altro non voluti da nessuno, perché se, ad esempio la Siria permettesse a molti palestinesi di entrare, magari a riabbracciare i propri parenti, perderebbe qualsiasi pseudo presunto diritto a impadronirsi di terre la cui popolazione è in buona parte palestinese (Golan), di cui fino a qualche decina di anni fa non fregava niente a nessuno, essendo totalmente arida, ma dopo che gli ebrei l’hanno resa fertile (e senza bisogno di miracoli divini), il discorso un po’ è cambiato…


… La situazione attuale… bambini che muoiono.


Non mi interessava qui proporre una sintesi storica. Né parlare di ebrei, palestinesi, o del Libano, o di petrolio o di dittatori, di gnocca o del gurzo del borneo meridionale (e infatti non li cito). Volevo raccontare di tavole attorno a cui si riunisce la gente per parlare. Non di tavole alle quali possono mancare invitati importanti, come quella di Roma, con il suo “potere” di chiedere una tregua… Di quelle tavole rotonde che possono diventare talvolta i blog, qui in digiland. Ne ho scorsi un po’, talvolta con un senso di dejà-vu da scorsi e riscorsi vichiani… (ma non arrivai)…
Di questi luoghi mismoplasticamente virtuali in cui spesso ho letto discussioni sul conflitto israelo-palestinese, e su mille e deinde altera milia argomenti, con talvolta annessi, connessi e disconnessi… con gente che esprimeva il proprio pensiero, arricchiva il dialogo approfondendo, sviluppando argomentazioni, apportando ulteriori informazioni, talvolta di parte, altre in disparte, con rispetto o a dispetto dell’interlocutore… Ho letto di persone affermantesi penosamente rotte, con lo sfizio (provocatorio (?)) di nuclearizzare ciò che si trova tra il Giordano e il mare (cosa non si è disposti a fare per amor di pace!), dare del fascista a chi schieravasi per la parte ad egli invisa, nick parteggiare con la critica lucidità ed oggettivo equilibrio di calcistiche tifoserie per l’uno, e affanculo l’altro! Incazzarsi per la noia di sentire anche qui sempre le solite cose riproposte dai media perché trascurano i morti di serie b, tipo quelli di Bagdad, o quelli di serie c1 (colpito e affondato), o in promozione, come le vittime del colera in qualche oscuro staterello africano o le vittime di tante altre piccole guerre “secondarie” e diamine, decisamente “meno importanti”, in cui capita al più che bambini arruolati come soldati, dopo opportuno lavaggio del cervello, quando manca l’acqua magari non per la doccia ma da bere, siano mandati ad uccidere le loro stesse famiglie (beh, solo quelli che non vengono usati come “scopri-mine” e riescono nell’impresa, chiaramente!). Dimenticandosi che i media, in buona parte, propongono solo ciò che il gentile pubblico chiede. E se qualcuno dovesse sentirsi “urtato”, ad esempio, dalle barzellette che aprono questo post, beh, non sarebbe altro che un bigotto moralista ipocrita, perché invece di venir qui a spiegare che taluni potrebbero sentirsi offesi dalla mia mancanza di sensibilità, avrebbe dovuto trovarsi da qualche altra parte a distribuire vaccini. Lasciamo stare discorsi del tipo “volemmose bbene!”. Insomma, da scimmie quali eravamo, non abbiamo ancora perso del tutto il pelo, figurarsi il vizio. Ah, questo becero moralismo che propugnerebbe l’amore universale! Ma insomma, è così grave evitare qui dentro di inviare cioccolatini e rose senza troppe spine a chi mi sta sulle gonadi?

Mi sono stufato e la faccio breve. In troppi casi, in molti blog, ho assistito a deliberati tentativi di ferire persone, troppe volte parole pesanti cadere, o meglio, venire scagliate, gratuitamente o meno, in troppe discussioni è venuta meno l’intenzione di comprendere ciò che volesse dire l’interlocutore, la capacità di ascoltare, al di là del fatto di cambiare idea o rimanere sulle proprie posizioni, troppo spesso è mancato il dubbio che non si sia tutti uguali, per sensibilità e valori, che se la parola “stupido” a me scivola addosso, ad altri magari no, che uno stia semplicemente giocando, mentre per un altro il limite arriva molto prima, che è normale che si possa pensarla in modo diverso, e non bisogna per forza parlarne, e ognuno può stare nel suo, ignorando l’esistenza dell’altro. Che peccato però. Tante occasioni perse… per conoscere, sapere, capire… Capita che ci siano due tesi incompatibili, e per questo esistono i compromessi, anche… per vivere in pace. Mi sento patetico, e inadeguato… ma come cazzo si fa a parlare di guerra e di pace, di morale e di legge, se poi, qui dentro, seppure a parole ci si scanna così per questioni di così poco conto,seppure fa audiens! Credo che in proporzione, date le differenze e la situazione, ci sia più comprensione e rispetto e volontà di dialogo tra palestinesi ed ebrei… è un paragone, più che surreale, del cazzo, senz’altro, ma se per questioni così futili ci si aggredisce in tal modo, senza farsi tanti problemi, come ci si può meravigliare che altrove, con diversità di base ben più marcate e priorità ben più essenziali, possa essere così difficile “fare la pace”…

Quanto precede non è che una bozza, incompleta e da sistemare… poi ho assistito al simpatico dibattito mentre prendevano il tè tra “moralizzatori” e “liberisti”, e di questo post ho pensato:
“ma che ve lo dico a fare?!?”
(sardaukhar)

 
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