“breve” nota: in questa poesia, chi parla è un newyorkese. Si, credo ci siano anche dei newyorkesi che direbbero queste cose, già già. Penso anche ai “festeggiamenti” per questo anniversario… penso a una parola che forse riecheggerà oggi, credo: ipocrisia.
Ipocrita ricordare un evento per una volta in un anno, per fare promesse che non verranno mantenute, per professarsi tanto vicini e sensibili… anche se, forse, può essere una buona scusa per parlarne almeno una volta, chessò, nelle scuole, tanto per dire, insomma, per cercare di “educare”. E penso che tra le vittime (chi ha perso qualcuno, ad esempio), magari ci siano anche taluni cui può anche far piacere una commemorazione. E, forse, anche la commozione di un momento, una rapida manifestazione di rispetto, per tornare poi, magari, a pensare ai propri, di morti, morenti, bambini, può non essere poi, magari, così ipocrita. Anche se pure io, a volte, ne ho avuto le scatole piene, ad esempio, del continuo ribadire l’importanza del ricordo della persecuzione nazista verso gli ebrei. Anche se, dando un’occhiata qua e là ogni tanto, talvolta penso la si ricordi anche troppo poco.
Ipocrisia il non ricordare altre cose, forse… anzi, senza forse. Perché qualche misero migliaio di morti occidentali sembra debbano contare così tanto di più di (perciò ancor più misere… forse) decine di migliaia di morti africani, ad esempio. Però credo anche che il rimembrare un evento non voglia dire necessariamente ignorare ciò che avviene nel resto di questo nostro simpatico mondo.
Ipocrita il celebrare una parte e denigrare l’altra, generalizzando, tipo questi maledetti popoli di terroristi, che poi chissà che razza di madri o figli avevano i kamikaze, o questi americani guerrafondai, che per far girare l’economia niente è meglio di una guerra, etc etc, non importa che anche lì qualcuno pianga, o dissenta, o abbia solo paura, a volte ignorante, altre meno. Che poi potrebbe essere solo un’occasione per discutere insieme e cercare di capire tanti perché. Magari per provare a risolvere problemi analoghi a quelli passati (passati?) in modo diverso. E ipocrita, forse, purtroppo, pensare che dipenda solo da noi, ignorando responsabilità, corruzione e tradimenti dei “potenti” che qualcuno ha delegato e altri finanziato… ma allora, forse, ipocrita chi afferma il contrario
O ancora, per altri aspetti: “Immagino che parli del problema dell'anniversario ipocrita... bene, lascia che ti ripeta una cosa: è un problema che sento anch'io, ma come disse quell'ebreo che voleva chiamare suo figlio Adolf: "Nella mia famiglia questo nome c'è sempre stato e non cambierò solo per colpa di quell'imbianchino!". Cioè, è bello che tu ti ponga il problema, denota sensibilità da parte tua, ma se ne parli con serietà e sincerità davanti a te stesso allora non deve importarti del resto. Intesi?”
Non era mia intenzione fare qui commemorazioni (così intanto mi metto “al sicuro” da accuse di ipocrisia, e da solo mi do dell’ipocrita). Però mi sono ritrovato tra le mani questa poesia un paio di giorni fa, mi è piaciuta, e allora, beh, perché no, perché non postarla il giorno a cui si riferisce… anche se in realtà parla di un numero molto maggiore di giorni e di notti. E già che ci sono ne posto pure un’altra. Riguardo a questa, beh, non mi considero cristiano, però… mi piace molto lo stesso.
Questa nota l’ho scritta solo per amore di chiarezza. Credo. Anche se. Forse. (sardaukhar) |