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I virus dallo spazio?


Fonte: articolo riportato dall'InternetASTRONAUTI AMMALATII virus si propagano anche nello Spazio?(Image: © NASA)LUCA SERAFINIChe cosa accadrebbe se il coronavirus si diffondessein una navicella della NASA? Affronta l'argomentoun interessante articolo scientifico di Chelsea Gohd,"Getting sick in space: How would NASA handle an astronaut disease outbreak?" (Ammalarsi nello Spazio:come affronterebbe la NASA il caso di un astronautache si ammala?) pubblicato su Space.com.Nella foto di apertura: Gli astronauti della Expedition 62 all'interno di una navicella di rifornimento SpaceX Dragon CRS-20 in visita alla Stazione Spaziale Internazionale. Le maschere che indossano servono a proteggere da particelle e sostanze irritanti che potrebbero essersi staccate all'interno del Dragon durante il volo. (Image: © NASA)Ammalarsi nello Spazio: le risposte della NASA«In rare occasioni nel corso della storia dei voli spazialiè successo che gli astronauti si siano ammalati durantela loro permanenza nello Spazio. Mentre erano in orbita, alcuni di loro hanno sofferto diinfezioni delle vie respiratorie superiori o di raffreddori,infezioni del tratto urinario e infezioni della pelle» hadetto a Space.com Jonathan Clark, ex medicodell'equipaggio del programma Space Shuttle della NASAe attuale professore associato di neurologia e medicinaspaziale presso il Center for Space Medicine del BaylorCollege of Medicine.Durante la missione Apollo 7, nel 1968, l'equipaggioprese il raffreddore e il fatto ebbe un impatto significativosul programma.Molto probabilmente il comandante Wally Schirra salì abordo con un leggero raffreddore e lo diffuse agli altrimembri dell'equipaggio.Gli astronauti finirono i medicinali presenti a bordo ei fazzoletti... e hanno avuto problemi a indossare ilcasco durante il rientro nell'atmosfera terrestre.Analoghi casi di raffreddore si sono registrati tra gliastronauti di Apollo 8 e Apollo 9.Quarantena pre-voloA seguito di queste esperienze, la NASA ha introdottonella pianificazione delle missioni una quarantena pre-voloper gli equipaggi delle navicelle spaziali.Inoltre, ha cominciato a studiare degli scenari più complessi.Per esempio, potrà succedere in futuro che gli equipaggidi missioni spaziali debbano combattere malattie ben piùgravi e in ambienti potenzialmente più difficili, per esempiosulla base lunare del programma Artemis.Il nostro astronauta Luca Parmitano (European Space Agency)all'opera durante lo studio delle possibili cause di patologieneurodegenerative, come il morbo di Alzheimer.Parmitano sta esaminando campioni di proteine per la forma-zione di amiloidi che differiscono dai campioni osservati sullaTerra.I risultati possono suggerire terapie preventive per la popolazionesulla Terra e gli astronauti in missioni a lungo termine.(Image: © NASA)Per quanto riguarda le emergenze mediche, gli astronauti sonostati finora curati a distanza all'assistenza medica a terra, graziealle crescenti capacità di comunicazione.Per esempio, i medici del Centro di Controllo sono stati in gradodi trattare un astronauta che ha subito un coagulo di sanguementre era a bordo della stazione spaziale.Come cambiano virus e batteri nello SpazioI modi in cui le infezioni si diffondono e come si comportano ivirus e le malattie nel corpo cambiano quando gli esseri umanivanno nello spazio.A causa dello stress fisico in un ambiente confinato senza lagravità, anche le malattie banali come il raffreddore possonoassumere un aspetto diverso per gli astronauti.I cambiamenti nei livelli degli ormoni dello stress e altreripercussioni fisiche del volo spaziale causano un cambiamentodel sistema immunitario.Mentre un astronauta potrebbe avere un buon sistemaimmunitario sulla Terra, potrebbe essere più suscettibile amalattie o addirittura a reazioni allergiche mentre è nelloSpazio.Il dott. Clark ha spiegato che virus come l'influenza o ilCOVID19 potrebbero essere trasmessi più facilmente inun ambiente a microgravità, come sulla Stazione SpazialeInternazionale: «L'assenza di gravità impedisce alle particelledi depositarsi, quindi rimangono sospese nell'aria epotrebbero essere trasmesse più facilmente.Per evitare questo, i compartimenti sono ventilati e ilsistema di areazione è dotato di filtri HEPA che rimuovonole particelle».Il risveglio dei virus dormientiGli scienziati hanno scoperto che i virus dormienti reagisconoalle sollecitazioni del volo spaziale.È stato accertato che virus come l'Herpes Simplex si riattivanodurante il volo spaziale.Inoltre, gli studi in corso hanno ipotizzato che una maggiorevirulenza batterica nello spazio possa rendere meno efficaci itrattamenti antibiotici.Per questo, in particolare nel caso di missioni extra-planetarie,l'equipaggio verrebbe messo in quarantena al ritorno sullaTerra, proprio come avveniva nelle missioni di ritornodalla Luna.L'astronauta della NASA Nicole Mann in esercitazioneall'interno del modello di navicella Orion, allo JohnsonSpace Center della NASA a Houston, Texas.(NASA/Bill Ingalls)