Capitani e non solo

FORMAZIONE MARITTIMI - MEGLIO "MULTATI" CHE ASSUMERE ITALIANI


Fonte Shippingonline.itDue anni fa, la Regione Siciliana ha usato 5 milioni di euro di fondi europei per organizzare corsi gratuiti che garantissero le qualifiche necessarie per poter navigare a bordo di una nave. Corsi integrativi, che però qualunque ragazzo o ragazza che esce da uno dei 45 ex-istituti nautici italiani deve seguire per poter intraprendere una carriera sul mare. Operazione di consenso, per offrire gratis quello che 36 centri specializzati sparsi sulla Penisola forniscono a pagamento.Un sistema formativo imponente, almeno se si considera che i marittimi italiani sono a spanne 30 mila. A spanne, perché come segnalato venerdì dal Secolo XIX, nessuno sa con esattezza quale sia e come sia composto il numero dei marittimi in navigazione sotto bandiera italiana. Per non parlare delle altre bandiere: basti pensare a quanti ufficiali italiani sono imbarcati sulle navi Msc Crociere (bandiera Panama) oppure a bordo delle Carnival (soprattutto marchio Princess e controllate Carnival Uk). Di conseguenza, oggi in Italia c'è un sistema formativo che non conosce il reale mercato verso cui orienta i propri giovani. Si possono stringere accordi con singole compagnie, come succede per l'Accademia del mare di Genova (esempio: Gnv) che prendono i ragazzi per formarli e inserirli in equipaggio, ma ci sono anche molti armatori che preferiscono evitare di imbarcare marittimi italiani in erba.A parole, non lo ammette nessuno. Ma i numeri sono numeri. Ogni compagnia italiana che beneficia della Tonnage Tax e ha l'obbligo di imbarcare un allievo ufficiale (dunque registro internazionale e navigazione di lungo corso: quindi sottufficiali e comuni sono esclusi a priori dal discorso). Se non imbarca l'allievo, la compagnia paga 22 mila euro al fondo Formazione ufficiali. Una scelta piuttosto bazzicata, se è vero che - secondo i calcoli della Fit Cisl - oggi il tesoretto nelle casse del fondo è di circa 10 milioni di euro.Tutto questo accade per un problema inconfessabile: l'allievo ufficiale costa. La retribuzione lorda in termini omnicomprensivi è di circa 2.160 euro al mese. Il discorso è sgradevole, ma quale azienda o studio professionale oggi assume un tirocinante con un lordo mensile simile? Il problema non riguarda solo le navi battenti bandiera italiana: molti armatori, anche del nostro Paese, operano con flotte battenti bandiere più "comode": ora ad esempio Malta va per la maggiore. In quel contesto, segnala Remo Di Fiore, segretario nazionale della Fit Cisl marittimi e responsabile in Italia dell'Itf - esiste anche la concorrenza degli allievi provenienti dal sistema anglosassone, che a confronto hanno costi ridottissimi. E allora? «In una revisione complessiva del sistema, anche il costo dell'allievo potrebbe essere rivisto. Noi abbiamo sempre dichiarato la nostra disponibilità ad affrontare il problema. Non certo per penalizzare gli allievi ufficiali, quanto per dare loro più sicurezza di un futuro, anche se questo dovesse comportare una previsione salariale in fase di apprendistato. È chiaro - conclude Di Fiore - che il fatto di non conoscere i numeri aiuta a mascherare una serie di scelte negative per l'utilizzo del nostro personale che spesso vengono fatte nel mercato marittimo. Servirebbe un'unica filiera che colleghi i percorsi formativi, definisca la funzione di quelli pubblici e privati, colleghi il numero dei formati alla reale esigenza del mercato, facendo chiarezza con l'armamento nazionale circa le reali intenzioni di utilizzo di personale nazionale».ALBERTO QUARATI