Navigare fra le idee

GLI OCCHI FREDDI DELLA NOTTE - III PUNTATA

   In un momento di sfogo, alludendo ad un incontro avuto con l’eminente uomo politico, un giorno confessò ad un giornalista curioso: ‘Beh, credo proprio di averlo fatto sentire meglio nella schiena’.
Il senatore era persona davvero simpatica, forse un po’ troppo pieno di sé, ma aveva sempre la battuta giusta al momento giusto e stare con lui la divertiva. Con lui, quando più tardi divenne il Presidente, sperimentò un’insolita emozione: per la prima volta nella sua vita era lei ad andare a letto con il mito e non viceversa: la cosa la intrigava come poche.
Robert però la faceva sentire una ragazzina alle prime armi. Nessuno le aveva mai detto le cose che lui le diceva e per questo gli era molto affezionata. Amava il suo modo di parlare, il suo fare da gentleman. Lo considerava un principe azzurro e sperava con tutte le sue forze che un giorno o l’altro lui trovasse il coraggio di portarla sull’altare. Certo le difficoltà da superare erano enormi: lui era sposato, aveva sette figli e, soprattutto, era cattolico. Ma lei negava anche l’evidenza, pur di sognare: l’amore di cui lui parlava nelle lettere che lui le inviava di continuo l’autorizzavano a sperare.
Senza nemmeno accorgersene, Norma aprì un cassetto del comò e prese un pacchetto legato da un nastro rosso. Erano le lettere che lui le aveva scritto e che lei conservava gelosamente. Mai se ne sarebbe separata. Le annusò e si abbandonò a dolci immagini. Guardò il telefono e si augurò che squillasse. Ma erano soltanto le otto. I pensieri avevano ancora tempo per scivolare nei meandri del suo cervello e confonderla.
In segno di nervosismo cominciò a tamburellare le dita sul pianale del comò. Doveva calmarsi. Aprì un altro cassetto e da una boccetta scura fece scivolare sul palmo della mano due pillole. Le inghiottì accompagnandole con un sorso d’acqua che bevve dalla bottiglia sul comodino. Ma c’era dell’altro a crucciarla. Dopo quando un giorno, senza un perché, la fortuna aveva deciso di voltarle le spalle i problemi erano esplosi con tragica evidenza anche sul lavoro.
Già il lavoro. Negli ultimi tempi era diventato un problema serio. Dapprima erano state le incertezze incontrate sul set del film ‘Some like it hot’, dove aveva faticato non poco a ricordare la parte, a crearle grosse difficoltà. Ogni scena era stata ripetuta più volte. Troppe. In ‘The Misfits’ invece, girato nel deserto del Nevada a temperature superiori ai 50 gradi centigradi, ogni giorno costringeva la troupe a lunghe attese perché non aveva coraggio di uscire dalla roulotte se non quando si sentiva al cento per cento. E questo accadeva sempre più di rado. In ultimo, c’era la causa di risarcimento, per mezzo milione di dollari, che la Fox le aveva intentato. Era colpa sua se lei se non riusciva più a rendersi presentabile? Così, a causa di quelli che i produttori consideravano soltanto ‘capricci’, nel 1961 era rimasta senza lavoro. Pur se fra mille dubbi, lei si illudeva di poter rovesciare la situazione a suo favore. Magari impegnandosi un po’. Ma intanto i copioni andavano ad altre e lei rimaneva al palo.

FINE TERZA PUNTATA