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Post N° 9


“Un contadino che viveva solo, si trovò nella necessità di partire senza avere la possibilità di portare con sé il proprio asino. Prese due grosse ceste, le riempì di biada e riempì l’abbeveratoio nella stalla con acqua fresca. Sistemate le due ceste di fronte all’asino, uscì dalla stalla, chiuse la porta e partì sicuro che il cibo e l’acqua sarebbero bastate all’animale fino al ritorno.L’asino non aveva in vita propria mai visto tanto cibo a sua disposizione. Felice più che mai, anche se non sentiva appetito, decise di approfittare di tanto ben di Dio… Ma, aimè… quale delle due ceste scegliere per mangiare? Appena abbassava il muso sulla cesta di destra il suo occhio sinistro gli mostrava quella di sinistra… e viceversa…Il tempo passò, ed il contadino fece ritorno a casa. Aprì la porta della stalla e trovò il suo asino morto di fame e le due ceste piene come quando furono riempite.”La morale della storia è che il contadino fu uno sciocco: infatti un saggio mai si sognerebbe di mettere uno stupido nella condizione di dover fare una scelta.Scegliere è lavoro per la mente e la bontà delle scelte è proporzionale alla saggezza di chi le fa. Se non si valuta con attenzione inevitabilmente si compie una scelta avventata ed il risultato sarà nelle mani della fortuna. Quando non riusciamo a deciderci, semplicemente vuol dire che la nostra saggezza non è all’altezza del compito. Non sono d’accordo sulla opportunità di agire di impulso; anche se in questo ci sarebbe senz’altro genuinità e spontaneità. Affidarsi sistematicamente alla propria intuizione è correre rischi gravi per sé e per gli altri e non ho notizia di neppure una sola persona tanto intuitiva da saper cavare un asso di cuori da un mazzo di carte cinque volte di seguito senza barare.Perfezionare sé stessi ed il piccolo intorno del nostro mondo relativo è un dovere per noi, ma non dovremmo dimenticare che la via che percorriamo in questo processo di perfezionamento ci è percorribile innanzitutto perché qualcosa di specifico abbiamo che ci contraddistingue: un materialissimo cervello capace di astrazioni da record nel “guinnes” della natura. Non usarlo ed invece affidarsi ai nostri istinti animali è contro ogni logica. L’intuito è un dito puntato in una direzione, poi la mente comanda agli occhi di guardarvi, la ragione valuta quel che c’è, comanda un passo alle gambe e gli occhi vedono ora secondo una più precisa prospettiva, la mente ci ripensa la ragione decide prima o poi… Se ritiene sia il caso di decidere. A volte, poi, la migliore azione è l’astenersi.L'indecisione e l'insicurezza che in maggiore o minore misura appaiono al momento di dover decidere sono un bene necessario. Avvertirne un peso eccessivo può essere sintomo di inadeguatezza al compito...