save children

Where nobody dies


Lontano, dove sei mi porterai. Seguirò la scia dei tuoi occhie in quel pozzo mi disseterò bevendo acqua di lacrimeraccolte nei giorni di gioiasospesi, esplorando la vita.Cercheremo nuove melodiee ti racconterò, ancora.Ti sembreranno nuovele antiche fiabe del sognoe saranno ancora solo nostrein una nuvola d'amore.In quel luogo dell'animaoltre il fiato delle stellenei solenni giardini del solela tua voce, le tue mani, e noi, insieme, colonne del tempionel regno dove nessuno muore.b.c. In noi continuano ad abitarci ombre e luci che attendono alle malinconie. Si desidera, forse,  l'oblìo di trame che vediamo come attraverso un velo che ci separa ai sogni mai veramente aperti. Dopo essere stati felici, anche solo per un attimo di vita,  il racconto dei sogni può divenire insopportabile senza una fede nella vita, perché la direzione delle memorie e la loro intensità è sempre ingannevole per la nostra fragilità d'animo. Non v'è nessun abisso fuori di noi ad attenderci: le nostre paure ci abitano perché spesso abbiamo reso il cuore un labirinto oscuro da percorrere.Piccola H incomincia ad esplorare il mondo intorno a noi. Lei non ha una chiara percezione del mondo degli adulti di cui spesso rimane delusa. Comunque, ha vissuto un periodo di vacanze intenso e gioioso, intessendo nuove amicizie e vivendo una parvenza d'innamoramento per un bambino, amico di giochi.Lui si chiama J. e proviene da una famiglia asiatica. Una sera J. è stato a cena da noi con la sua famiglia. Piccola H. desiderava recitare la preghiera di ringraziamento com'è nostra abitudine. I nostri ospiti rimasero leggermente perplessi, in religioso ma imbarazzato silenzio. Mentre si parlava, il papà di J. dice: e se quella preghiera che voi fate va a vuoto perché magari non esiste nessuno ad ascoltare, che senso avrebbe? Avrei preferito che tale domanda (inopportuna) non venisse fatta davanti ai bambini, ma soprattutto per piccola H, che nel frattempo guardava nella mia direzione: attendeva solo che io parlassi. Ma spesso le cose prendono una piega che non attendi. Improvvisamente, il piccolo J. abbraccia la mia bambina e, con voce commossa, dice: "è bello avere gli angeli intorno".Quei due bambini abbracciati sembravano sollevarsi sulle miserie delle nostre vacue e spesso inutili parole. Io non so cosa si siano detti durante il tempo della loro conoscenza per pervenire ad una tale intesa del cuore, ma di sicuro accade che, talvolta, i bimbi sanno cogliere le percezioni più profonde che ci vivono dentro e fuori di noi, nonostante la nostra ingombrante e presunta "conoscenza"del mondo. Piccolo J. mi salutava con un profondo e grazioso inchino. L'ho preso in braccio e lui mi ha posto la sua giovane mano sul cuore. Egli ha ripetuto il gesto che piccola  H. sovente fa con me. Non ho dubbi. Anche per me: "è bello avere gli angeli intorno". Anzi, è bellissimo.Blue.chips Ps: Ho un debito incolmabile verso voi amici e amiche che mi avete scritto in questa mia lunga assenza. Spesso, il pensiero di voi è corso nella mia memoria, sperando il meglio e il giusto per ognuno. Chissà, magari anche intorno a voi si può sentire un fruscìo d'ali, come d'angeli intorno, mentre le stelle del firmamento luccicano con il loro straordinario potere di meraviglia. Grazie.