Blue river

Art.7 dove sei?


"Nessuna legge può sovvertire la norma del Creatore senza rendere precario il futuro della società con leggi in netto contrasto con il diritto naturale. Ancora dal diritto naturale, derivano altri principi che regolano il giudizio etico rispetto alla vita da rispettare dal momento del concepimento alla sua fine naturale, essendo la vita un dono gratuito di Dio del quale l'uomo non può disporre". (Papa Benedetto XVI, 12.2.2007) "La grande maggioranza degli italiani costruisce una famiglia, ma solo un ottuso può dire che non esistono altre realtà: se ci sono diritti o doveri delle persone che non sono tutelati perché fanno parte di un'unione e non di una famiglia, servirà un intervento legislativo per rimuovere la disparità. Anche per i gay, naturalmente. Premesso che il diritto naturale e la Costituzione dicono che l'unica famiglia è quella fondata sul matrimonio, dobbiamo necessariamente prendere atto che nella nostra società ci sono forme di convivenza e di unione non assimilabili alle famiglie. Aspetto di vedere se davvero il governo presenterà questo disegno di legge. Ho molti dubbi che riesca a farlo. Anche per i gay? Naturalmente: quando parlo di persone mi riferisco a tutti". (Gianfranco Fini, L'Espresso, 27 dicembre 2006). Questa mattina, il presidente della Cei, Camillo Ruini, ha annunciato una "nota ufficiale, una parola meditata, che sia impegnativa per coloro che accolgono il magistero della Chiesa e che possa essere chiarificatrice per tutti".O bella insonnia o palpebradi rovere striata nello straziodella luce che mai smette di batterein questa notte metropolitanao mia palpebra a filo di quell'altrao mia notte a sfida di quell'altrao luce della mia notteche mai cessi d'esistere - quale mattino di sangue e di nuvoledomani il cielo svolgerà dinanziagli aerei laboriosi per le rotte segnatenella metamorfosi del tempo sonoroe quale diurno sereno seguirài nembi fittizi e quale quieto svolgersidel giorno primaverile sino all'animazionedi un crepuscolo infinitamente benignoper il suo indugio di rosa sopra la città prostrata?(Attilio Bertolucci - Viaggio d'inverno - 1971) Troppe.Troppe le chiacchiere in un Paese ormai sfiancato dal cicaleccio pontificante e moraleggiante di guardoni, di illusionisti da baraccone, figuranti di un circo d’infima categoria. Il potere della Chiesa ci beffa e ci mortifica ogni giorno, mettendo in mostra (e in atto) scempi di libero pensiero, contro credenti e non credenti, ridotti a sfiancati spettatori, vittime che si autoinfliggono le torture, alzando l’audience dell’idiozia.Troppi i complici, nostri salariati che cambiano squadra nell'intervallo e giocano con la maglia sbagliata: amnesia diluita nell'acquasantiera.La prossima pandemia forse è già cominciata e non ce ne siamo accorti. Il contrappasso è evidente.E la voce di Attilo Bertolucci sussurra ancora versi che stringono il petto perché, riferiti a questo nostro tempo, non ci lasciano nemmeno l’illusione che la Notte sia buio per riposare la vista dalle luci, silenzio per le orecchie stanche: simbolo di letargo ed erosione delle menti e dei corpi.Tutto scivola lentamente, all’indietro, in un tempo che non ci appartiene. _______________