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Il mio paese.. di Bianchi Vittorio


Il mio paese: Castelvecchio Subequo in provincia dell’Aquila. Un paese che se pur di piccole dimensioni (1.119 abitanti) racchiude in sé importanti elementi storici, artistici e culturali, un notevole patrimonio di monumenti rinascimentali e barocchi oltre ad eccezionali emergenze archeologiche. Campeggia sull’intero abitato il complesso monumentale francescano fondato dal Santo di Assisi. Un paese meraviglioso dove chi viene si innamora subito del suo aspetto maestoso, del suo silenzio, della pace che si respira, delle sue tradizioni, delle sue stradine e piazze del centro storico, dei suoi antichi palazzi, della sua gente un paese, il mio, dove dilettarsi. D’improvviso, cosa succede? Un boato, case che  si muovono come trottole,, energia elettrica che va via, il buio, il terrore; 26 interminabili secondi hanno cancellato 800 anni di storia. Silenzio. Dove è andato a finire il mio paese; il mio centro storico, solo macerie, che tragedia, il mio paese è stato ferito nell’intimo, che perdita. La mia gente? (forte e gentile). Un fuggi fuggi alla ricerca di una parola di conforto, niente.. il terremoto una parola che stringe il cuore, che fa rabbrividire, volti bianchi dalla paura, pianti, in lontananza latrati di cani, dove si va? Non si sa. Le istituzioni, dove sono?  Siamo soli. Gli amministratori del mio paese sono in prima linea cercando di fare l’impossibile vista l’impossibilità di concepire l’accaduto. Seguono telefonate, a chi? La Prefettura!  è crollata , non c’è contatto con gli enti sovracomunali. Che si fa? Siamo soli, isolati. Arrenderci? No, non è nel nostro DNA. Coraggio andiamo avanti rimbocchiamoci le maniche e via, via: prima accoglienza, un pasto caldo, assistenza morale, fisica e psicologica. Ma gli altri dove sono?  Ma cosa è successo veramente? Una tragedia immane che ha colpito tutto il mio Abruzzo….. Una telefonata: “tutto ciò che vi occorre noi ve la possiamo dare”. Chi è? Il mio amico Franco. Che uomo, che angelo, che attaccamento al suo paese. Seguono frenetici contatti telefonici, presto, facciamo presto abbiamo bisogno di tutto, aiutateci. C’è una speranza, il conforto prende il posto della preoccupazione, non preoccupatevi si dirà alla gente sono in arrivo gli aiuti. Ma non si è fatto il conto con la “burocrazia” cos’è?: E’ l’insieme degli uffici gerarchicamente ordinati  che svolgono funzioni di amministrazione. E perché non funzionano? Perché questa pignoleria di chi o a chi appartiene la responsabilità? C’è una emergenza e ci vogliono aiutare perché non possono venire? Perchè, Perché. Un’altra telefonata: Siamo qui nel vostro paese. Il sogno si è avverato finalmente, gli angeli, i nostri amici di Biella, Asti e Alessandria veramente erano qui  sono arrivati. Alleluia.  Che solidarietà, che sollievo.Chissà se il mio paese può essere ricostruito.