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Lettera a Sua Santità.. da Bianchi Vittorio


   A SUA SANTITA’ IL SOMMO PONTEFICE BENEDETTO XVI00120 CITTA’ DEL VATICANO Santo Padre mi perdoni se mi permetto di disturbarLa. Sono Vittorio, abito in un paese dell’entroterra abruzzese: Castelvecchio Subequo, recentemente scosso dalle note vicende del terremoto del 6 Aprile u.s. che ha devastato l’intero comprensorio aquilano. Un paese che se pur di piccole dimensioni (1.119 abitanti) racchiude in sé importanti elementi storici, artistici e culturali, un notevole patrimonio di monumenti rinascimentali e barocchi oltre ad eccezionali emergenze archeologiche.  Campeggia sull’intero abitato il complesso monumentale francescano costituito dalla Chiesa, dal Convento e dal Chiostro risalenti al XIII secolo. All’interno della chiesa si possono osservare rari e pregevoli affreschi di scuola giottesca che illustrano in sequenza gli episodi salienti della vita di San Francesco.  La Chiesa di S. Francesco è stata famosa lungo i secoli tanto che  l’eremita del Morrone Pietro Angeleri, nel suo viaggio verso L’Aquila dove sarebbe stato nominato Papa con il nome di Celestino V°, nel luglio del 1294 volle fermarcisi a pregare. Qui operò alcuni miracoli tra i quali fece camminare un ragazzo paralitico. Inoltre concesse  le stesse indulgenze che in seguito donò alla Basilica di Santa Maria di Collemaggio. Ancora oggi la Chiesa di San Francesco è tenuta in grande considerazione, non solo per i pregi artistici ma anche per una insigne reliquia francescana, ivi conservata: un’ampolla contenente il sangue di S. Francesco. La fialetta di sangue è conservata in un reliquiario del trecento, formato da un tubo ottagonale di cristallo, poggiato ed allacciato sopra due piedistalli di argento, ornato di finissimi smalti ai lati, con figure di angeli e gli stemmi dei Conti di Celano  che nel secolo XIV regalarono la preziosa reliquia ai religiosi del Convento di Castelvecchio. Da ogni parte della terra è in arrivo un fiume di solidarietà verso la città dell’Aquila: numerosi Capi di Stato e di Governo hanno espresso un concreto interessamento ad adottare  Chiese e  monumenti storici. E la Chiesa di Castelvecchio Subequo? Inagibile. Il campanile: imbracato, cadente, ancora implorante e slanciato verso il cielo è diventato l’emblema del Paese;  le campane….il suono delle campane che da sempre hanno accompagnato lo scorrere della vita quotidiana “l’Angelus”, il “Vespro”, oggi sono “legate”: sta diventando sempre più duro abituarsi al loro silenzio. Facendomi coraggio supplico Sua Santità affinchè Ella,  nella Sua infinita misericordia, possa sensibilizzare una Nazione, un Governo, una Regione,  ad adottare la Chiesa di San Francesco in Castelvecchio Subequo.Servo Suo Castelvecchio Subequo 08/07/2009                                                                           Vittorio Bianchi