Glup!

Altro che pirati dei Caraibi!


Ieri sera ho visto:
Dove ci porterà il vento? Nessuno lo sa. Pochi sanno invece che le previsioni nel tempo in Italia sono più complesse che altrove per le catene montuose che attraversano la nostra penisola o che ne rappresentano i confini. Se il vento gira, il sole si può trasformare in pioggia, la nebbia può diventare ciel sereno. David Spritz (Nicholas Cage) sta consumando la propria vita sotto un metaforico diluvio. Separato dalla moglie con la quale ha un rapporto conflittuale, due figli che hanno problemi a entrare nella società, un padre importante. Non è facile sorridere in questa situazione. Eppure David è famoso, perchè il suo programma televisivo sulle previsioni del tempo ha successo, al punto di ricevere un’allettante offerta da un canale televisivo newyorkese. Lui però sa che non è merito suo. Dipende tutto dal vento. The weather man è un film lineare, una linea retta in cui gli eventi non ne cambiano la direzione o la forma. Se fosse un colore, sarebbe un grigio plumbeo. In questa atmosfera pesante, il protagonista, un uomo mediocre che non reagisce alle circostanze, è incapace di apprezzare i segnali deboli di positività, sfogando la sua rabbia (trattenuta ogni volta che viene colpito dai passanti con oggetti da Fast Food) in rari momenti. Il ruolo di David, apparentemente con poche sfaccettature, è disegnato perfettamente da Nick Cage, con la maestria che gli è solita. Sorrisi solo quando è “in onda”, espressioni incolori in ogni attimo della restante giornata. The weather man definisce con efficacia una grigia esistenza, nei dettagli, sempre sotto le righe, con qualche occhiata al cielo per osservare l’imponderabile direzione del vento.