Glup!

Invisibili


"Penso che in effetti, scrivere - ma probabilmente anche fare fotografie, dipingere, scolpire, girare film - somiglia a questo: guardare senza essere visti, silenziosi ascoltare, lasciarsi impressionare come carta fotografica, assorbire, dilatare i sensi e allo stesso rimpicciolire l'ego, somiglia a quella che Nadia Fusini, nel suo saggio-biografia su Virginia Woolf, definisce la disposizione passiva a lasciarsi toccare dalla realtà. Sì, gli scrittori dovrebbero essere invisibili, pena -spesso- la perdita di questa disposizione. Essere guardati al posto delle proprie opere è la cosa più triste che possa accadere a un artista di qualsiasi specie". (Simona Vinci)