Narciso&Boccadoro

Post N° 8


INCONTRO: La figura fa riferimento al periodo felice che è immediatamente seguito al primo smarrimento, quando ancora non erano sorte le difficoltà del rapporto amoroso. I.                    Sebbene il discorso amoroso non sia altro che una girandola di figure che, come gli svolazzamenti di una mosca in una stanza, si muovono secondo un ordine imprevedibile, io posso assegnare all’amore, se non altro retrospettivamente, immaginariamente, un divenire regolare: è mediante questo fantasma storico che talvolta io ne faccio: un’avventura. L’itinerario amoroso sembra allora seguire tre tappe (o tre atti): prima, istantanea, c’è la cattura (io sono rapito da un’immagine); dopo, c’è un susseguirsi d’incontri (appuntamenti, telefonate, lettere, viaggetti) durante i quali «esploro» con trasporto la perfezione dell’essere amato, ossia l’insperato adeguamento di un oggetto al mio desiderio: è la dolcezza dell’inizio, il tempo dell’idillio. Questo periodo felice assume la sua identità (la sua definizione) per il fatto che esso si contrappone (se non altro nel ricordo) al «seguito»: il «seguito» è la lunga sequela di sofferenze, dolori, angosce, sconforti, rancori, impacci e tranelli di cui divento preda e che mi porta a vivere incessantemente sotto la minaccia di un decadimento che coinvolgerebbe contemporaneamente l’altro, me stesso e l’incontro che ci ha scoperti l’uno all’altro.II.                 Nell’incontro, io mi meraviglio per aver trovato qualcuno che, con pennellate consecutive e ogni volta precise, porta a termine senza cedimenti il quadro del mio fantasma; io sono come un giocatore la cui fortuna non si smentisce e che al primo colpo gli fa mettere la mano sul pezzo che va a completare il puzzle del suo desiderio. È una scoperta progressiva (quasi una verifica) delle affinità, complicità e intimità; e tutto questo io potrò condividerlo per sempre (almeno penso) con un altro che, da quel momento, sta per diventare il «mio altro»: io sono tutto proteso verso questa scoperta (ne tremo), al punto che qualsiasi curiosità intensa provata per un essere incontrato equivale in fondo ad amore…L’Incontro pone il soggetto amoroso (che è già estasiato) nello sbalordimento di chi si trova a vivere un fatto soprannaturale: l’amore appartiene alla sfera (dionisiaca) del Caso.Da “Frammenti di un discorso amoroso” di R. Barthes