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Libri universitari costosi,qualche soluzione?!


Da sempre la spesa per i libri universitari è un fardello non indifferente che grava sulle spalle delle famiglie dei giovani studenti. Non so come funzioni negli altri paesi d’Europa, ma qui in Italia un libro arriva anche a costare oltre 40 euro. Come un volume di 450 pagine possa arrivare a costare tanto ci è ancor poco chiaro. Molte delle case editrici e degli autori denunciano la presenza di un numero incredibile di copie contraffatte(interamente fotocopiate) che, a detta loro, porterebbero ad un' impennata dei costi di produzione dovuta alle poche copie originali vendute. Il parallelismo con i cd e i dvd pirata viene da se e, anche li, esiste una vera e propria guerra tra produttori e contraffattori! Certo, non è necessario un genio in economia per capire che, in un clima di forte concorrenza(leale o meno) tra le aziende, chi ne trae beneficio è proprio il consumatore. In questi casi, però, il vantaggio è relativo poiché, in entrambe le situazioni, oltre ad una ovvia peggiore qualità del materiale, si alimenta anche l’evasione fiscale una buona dose di quattrini alle associazioni criminali che, come voi bene sapete, infestano soprattutto il sud del paese. Chi credete che rifornisca gli uomini di colore che vendono cd e dvd pirata sulle loro bancarelle?! Chi credete che gestisca i loro guadagni e, tornando ai nostri libri, a chi credete che vadano i soldi ricavati dai volumi fotocopiati che vengono venduti senza l'emissione degli scontrini fiscali?! D’altro canto, che il governo effettui campagne contro la pubblicità proiettando nei cinema quello spot idiota che dice “Acquistare materiale pirata è come rubare” non fa certo qualcosa di utile, anzi… Come giustamente ha notato anche Beppe Grillo, Chiedere 30 euro per un cd musicale e 70 euro per un dvd della xbox 360 è da ladri. Anche i produttori di dvd, infatti, mostrandosi avari e ottusi non si decidono ad abbassare i prezzi dei loro prodotti(giustificandosi anche loro con il fatto che le copie pirata fanno alzare i costi di produzione). Questi signori però non sanno spiegare(e mi riferisco in particolar modo alle case editrici e ai produttori di cd musicali) come mai i prezzi dei loro libri e dei loro cd sono alti da sempre, anche cioè da quando fotocopie a masterizzazione erano fenomeni inesistenti o, comunque, molto circoscritti. “Chi troppo vuole nulla ottiene” e la “guerra” continua vedendoci tutti perdenti. Eppure la soluzione non trovo che sia impossibile: basterebbe variare il prezzo dei dvd e dei cd di qualche decina di euro(50/45 euro in meno per i videogames delle console,  8/10 euro per i cd musicali e un prezzo massimo di 20 euro per i libri universitari). Le copie contraffatte costerebbero comunque meno, ma il divario si ridurrebbe moltissimo e di sicuro le persone sarebbero disposte a spendere un po’ di più acquistando prodotti originali e coperti di garanzia, evitando, in questo modo di favorire criminalità e evasione fiscale e assicurandosi prodotti di qualità. Bisognerebbe raggiungere un accordo a livello internazionale per dvd e cd e ne basterebbe uno nazionale per libri e volumi accademici. Se mai si inizia a dare una svolta, mai nulla cambierà. Sappiamo bene che la produzione di un libro o di un cd non costa tanto(per i cd musicali il costo cadauno si aggira attorno ai 2 euro, e anche meno). Non esiste, però, nemmeno una legislazione adeguata a riguardo e, spesso, le leggi emanate sono ridicole e inadeguate. L’ultima uscita in materia di condivisione file tramite peer to peer, se da un lato ha eliminato una grossa ingiustizia(quella che prevedeva addirittura la reclusione e una multa salatissima anche ai privati che scaricavano solo per uso personale il materiale), dall'altro ha introdotto un punto poco chiaro, o meglio, poco utile. La nuova normativa prevede infatti che “non è reato scaricare canzoni o film da internet se non si utilizza il materiale a scopo di lucro, rivendendolo sotto forma di copie pirata”. Ma mi dite, tranne in alcuni casi, come si fa a stabilire chi scarica per lucro e chi no?! Certo, utilizzare il materiale a scopo di lucro vuol dire rivendere tutto ciò che si scarica sul pc ad altri privati(anche in questo caso, ovviamente, senza pagare le tasse) e alzarsi una bella somma. Ma non mi risulta che la guardia di finanza riuscirà mai ad operare un controllo totale. Il governo dice di voler ridurre al minimo l’evasione fiscale?! Bene, iniziasse da questo punto che credo sia un punto importante che garantirebbe un bel po’ di entrate, e taglierebbe le gambe a molti furbastri. Si accettano, anzi si richiedono, proposte e ulteriori info a riguardo da parte degli utenti di Bolina. Lavoriamo tutti per una raccolta di firme che, partendo da qui, possa andare a finire al ministero dell’interno e dell’economia; prendiamo esempio da quel ragazzo che con l’aiuto di internet e di migliaia di firme, è riuscito a fare abolire gli ingiusti costi di ricarica. Possiamo fare tutto ciò che vogliamo, basta attivarsi