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Un lucchetto per un sogno?


Ho già parlato varie volte di quanto mi sembri stupido "Tre metri sopra il cielo". Ora si parla, anche in campo politico (siccome non hanno di meglio da fare...) dei famosi lucchetti che decorano/deturpano il Ponte Milvio a Roma. Qualcuno lo faceva già da prima ma da quando Federico Moccia ne ha parlato nei suoi libri c'è stata un'impennata. Le coppie scrivono il proprio nome sul lucchetto, lo agganciano al ponte (preferibilmente al terzo lampione) e poi gettano la chiave nel Tevere. In poco tempo la cosa è piaciuta a tal punto (o è puro, demenziale, spirito di emulazione del duo Babi-Step) che il monumento è stato invaso dai lucchetti.
Così la sinistra si è mossa per un'azione più incisiva. E ha cercato di seguire l'esempio di Firenze dove la "moda" era iniziata anni fa a Ponte Vecchio. E dove, a gennaio, l'usanza è stata stroncata dal sindaco Leonardo Domenici che, dopo le multe da 50 euro inefficaci, ha deciso di rimuovere tutti i lucchetti. Sarà che Prodi, ad inizio legislatura, aveva attaccato un lucchetto per ognuno dei suo alleati e si è indignato perchè non hanno funzionato; sarà quello spirito di conservazione delle bellezze artistiche del Paese che viene fuori solo quando fa comodo; sarà che in Italia ci si schiera politicamente su qualsiasi cretinata, ma anche in questo caso ci si spacca e la destra si oppone alla richiesta, accusando la sinistra di essere contro gli innamorati (affermazione da cerebrolesi...) In Comune a Roma è guerra: il gruppo L'Ulivo per Veltroni ha chiesto di rimuovere urgentemente la ferraglia che deturpa lo storico ponte che fu teatro della battaglia tra Massenzio e Costantino. Ma Forza Italia e An scendono in campo in nome degli innamorati: "I lucchetti non si toccano". "Piuttosto - propone l'assessore Clarke (An) - si installi un palo dell'amore (IL PALO DELL'AMOREEEEE???? e poi?? la panchina delle incazzature?? il muretto della fornicazione?? il paracarro degli imbecilli???) a cui tenere appesi tutti i lucchetti, ma senza levarli dal ponte". Per Veltroni, se non ci sono problemi alla stabilità dei lampioni e del ponte, questi souvenir possono restare. Questione chiusa. Certo rimane la questione dell'emulazione di qualsiasi baggianata venga propinata. L'incapacità della Step&Babi generation di ragionare con la propria testolina e di capire che se una storia d'amore stà su perchè hai messo un lucchetto attaccato ad un ponte... beh è davvero poca cosa. E' un simbolo! mi direte. E' un sogno scrive Moccia dal Messaggero. E' bello sognare. E' bello pensare che quel gesto possa durare, che quel gesto non vada perso nel tempo, che un giorno quella semplice promessa diventi un giuramento, magari proprio da quel semplice lucchetto nascerà un solido e duraturo matrimonio. Lo so, qualcuno mi dice che sono un sognatore. Però Paulo Coelho ha detto che è proprio la possibilità di realizzare un sogno che rende la vita interessante. So che lei signor Sindaco ci sta pensando su, che sta valutando la situazione e soprattutto il "rischio" che questi lucchetti possono comportare. Ma anche lei ha riconosciuto che sono una cosa «bella e spontanea». Io semplicemente le chiedo: mi scusi, signor Sindaco, non pensa che qualche volta qualche "rischio" lo si debba correre? Anche perché se ci levate anche i sogni, cosa ci resta? Hai davvero bisogno di un lucchetto per sognare, caro Federico? Hai bisogno di un pezzo di ferro? Se è davvero questo il concetto, allora non hai capito niente. Il sogno è bello perchè è immateriale, perchè non si tocca. Il sogno non ha bisogno di niente per vivere: si genera e vive nell'anima, dentro ognuno di noi. Cercare di concretezzarlo in qualcosa di tangibile gli fa perdere la sua aura. Il sogno è personale, intimo, il desidero che si realizzi è una cosa che rimane chiusa nel nostro cuore, che non va urlata ai quattro venti. La storica dell'arte che è in me inorridisce a vedere il balcone di Giulietta coperto da scritte, tanto per fare un esempio simile: non è amore, è uno scempio di un bene artistico, di un luogo che va conservato e non sporcato da attiva vandalici. E così è anche la storia del lucchetto: non è da innamorati, è da incivili. Caro Federico, hai bisogno del lucchetto per il tuo sogno? attaccatelo a casa, al portachiavi, al naso se preferisci, non ad un ponte storico della Nostra capitale. E' un bene di tutti, tuo ma anche mio: verresti in casa mia a scrivere i tuoi sogni sui miei muri? non credo, allora, tu che sei tanto seguito, insegna ai tuoi giovani lettori che ci deve essere il RISPETTO delle cose pubbliche. Ti capita mai, caro Federico, di pensare che ci possa essere qualcuno che dei tuoi sogni (e dei tuoi libri, e dei film tratti dai tuoi libri) non gliene frega proprio niente, e che per questo ha il diritto di non vederseli sbattuti in faccia continuamente?  Written by Franny