BOLLETTE E CONSUMI

Multe equivalgono a Irpef


AffariItaliani 22.05.08: La multa come addizionale all'addizionale. Strumento sempre piu' slegato dalle attivita' di prevenzione e controllo della sicurezza stradale, percepito ormai come la soluzione estrema e indiscriminata adottata dai sindaci d'Italia per qualsiasi operazione salva-bilancio. I Comuni, infatti, secondo quanto emerge dalla ricerca ACI-Fondazione Caracciolo presentata stamane, è come se riscuotessero due addizionali IRPEF l'anno: quella canonica (calcolata sui redditi), più quella "figurativa" costituita dalle contravvenzioni spiccate dalla polizia municipale a carico degli automobilisti. I dati confermano l'equazione-provocazione: nel 2006 il gettito derivante dalle multe nei 103 capoluoghi di provincia presi in esame dallo studio è stato pari a 1,1 miliardi di euro, ossia di poco inferiore a quanto si incassa (ma sul totale degli 8.100 comuni italiani) con l'addizionale IRPEF: circa 1,52 miliardi di euro. Il quotidiano braccio di ferro tra vigili e automobilisti - sottolinea la ricerca - ha fruttato soltanto nel 2006 una valanga di 9,52 milioni di contravvenzioni, cioe' 26mila multe al giorno. Tutti i patentati ricevono almeno una contravvenzione l'anno: 1,15 è il rapporto tra verbali e numero di patentati nei Comuni capoluogo di Provincia. Altro dato particolarmente significativo e' che si stima in 80 euro a testa l'importo medio delle contravvenzioni "spalmato" sul totale della popolazione, inclusi bambini e non patentati. Mentre e' di 132 euro il salasso medio per ogni automobilista patentato. Va inoltre ricordato che sul totale di 9.522.309 infrazioni stradali riscontrate dalla polizia municipale nel 2006, ben 8.454.000 (88,8% sul totale) riguardano "inosservanza di obblighi e divieti nel centro abitato" e "arresto, fermata e sosta fuori e dentro i centri abitati". Mentre è irrilevante la fetta di sanzioni dovute a infrazioni molto più pericolose per la circolazione stradale, quale il "superamento dei limiti di velocità": circa 270mila (2,8% sul totale delle multe). Con riguardo alla tutela amministrativa, emerge, inoltre, la natura e il tratto garantistico della disposizione che introduce nel ricorso al Prefetto la formula del silenzio accoglimento. Si tratta di una norma - viene ricordato - finalizzata a tutelare il cittadino dalle potenziali e notorie lungaggini correlate alla burocrazia. In un sistema giuridicamente evoluto la norma va, pertanto, salutata con favore, ma al tempo stesso non possono esserne sottovalutati i rischi. Tale disposizione, infatti, soprattutto se letta in relazione al principio generale di motivazione che informa i provvedimenti amministrativi (peraltro ribadito nelle norme in esame), non ha mancato di produrre, nella pratica, numerosi accoglimenti giustificati soltanto dalla impossibilita' di smaltire adeguatamente il carico di lavoro. In merito poi alle patologie presenti nel verbale di accertamento, sono estremamente ampie, possono essere legate alla mancata o inesatta valutazione dei fatti, alla illogicita' o contraddittorieta' della motivazione, alla inosservanza di circolari, alla erronea interpretazione di disposizioni di legge, alla carenza della fase istruttoria, a vizi di forma e, in particolare, mancato rispetto dei termini per la notificazione (150 giorni dal momento dell'accertamento), erronea indicazione delle generalita' del conducente o degli estremi di identificazione del veicolo, mancata indicazione delle modalita' per procedere al pagamento in misura ridotta (sul punto non c'e' unita' di posizioni in giurisprudenza) et similia. Appaiono evidenti - secondo i ricercatori - le debolezze di un sistema parzialmente inefficace nei confronti di chi dimostri di saper beneficiare di strumenti predisposti con finalita' completamente diverse, in un contesto in cui i mezzi imprescindibili di garanzia e di tutela divengono la scorciatoia per evitare l'applicazione di sanzioni preordinate a tutelare la sicurezza nella circolazione, in funzione della salvaguardia della vita umana. L'effetto di tutto cio' - chiosa la ricerca - rischia di essere deleterio. Alcuni comuni hanno bilanci in cui la voce "proventi delle sanzioni pecuniarie" triplica le addizionali IRPEF a danno di un obiettivo di sicurezza stradale, a volte, soltanto auspicato. La norma, a dire il vero, stabilisce per tali tipi di entrate vincoli di destinazione, finalizzati a evitare distrazioni di denaro idonee a minare l'imparzialita' dei soggetti coinvolti nell'attivita' di accertamento, tuttavia la formulazione della disposizione e' poco chiara e rende la norma priva di effettiva forza vincolante. In merito infine ai "varchi elettronici" e le infrazioni al semaforo, si tratta di strumenti che, se impiegati con oculatezza possono contribuire in modo decisivo all'accertamento efficace e "totalitario" delle infrazioni.