Creato da russocaio il 19/03/2007
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Napoli Giunta Decapitata

Post n°343 pubblicato il 18 Dicembre 2008 da russocaio
 
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Panorama 18-12-08: Cemento, potere, soldi. E amici, tanti. Che favoriscono gli intrecci tra politica e affari, complicità trasversali, finalizzate allo sfruttamento degli appalti pubblici. Il quadro che emerge, secondo l’accusa, dall’inchiesta napoletana, coinvolge figure politiche di piano nazionale, e assessori del comune di Napoli. Sono proprio loro ad aprire ad Alfredo Romeo le porte dei palazzi più importanti, quelli dei ministeri a Roma. Renzo Lusetti e Italo Bocchino sono i due parlamentari "a disposizione" di Romeo. Uno per schieramento. A palazzo San Giacomo invece l’imprenditore può contare sull’amicizia di Giorgio Nugnes (morto suicida il 29 novembre), Ferdinando di Mezza, Giuseppe Gambale, Felice Laudadio. Tutti uomini delle giunte di Rosa Russo Jervolino. Nelle intercettazioni rese pubbliche, Nugnes e Romeo commentano soddisfatti l’esito dell’assegnazione dell’appalto alla Global services, "Tu un amico tieni" dice l’assessore al patrimonio all’imprenditore, che risponde: "Eh, Giorgio, ma noi quest’amicizia ce la dobbiamo tenere stretta perché se no questi ci fanno", "occhi aperti" raccomanda Romeo all’amico, "perché questi (i suoi avversari nella gara truccata ndr) non tengono le palle per promuovere niente di meglio di quello che oggi c’è sul campo". In un’altra chiamata a Nugnes Romeo fa il nome di Francesco Rutelli, Ieri sera ho visto Francesco (Rutelli), ho ricordato e mi ha fatto la battuta il tuo protetto non ti preoccupare, non sono entrato nel merito". "Lui si rende conto" dice Nugnes in un’altra telefonata il 4 aprile 2007 riferendosi a Lusetti, "dice: ‘tu sarebbe utile ci venissi a dare una mano a Roma’ perché giustamente l’ho fatto riflettere, con 4 ministri, vicepresidente del consiglio e segretario del partito questi si sono fatti scippare il partito da sotto". Rutelli ha smentito qualsiasi coinvolgimento e ieri notte si è recato in procura per rendere dichiarazioni spontanee. "Non ho sostenuto in alcun modo la carriera politica di Nugnes" dice l’ex vicepremier, "non ho mai avuto modo di confrontarmi col dott. Romeo (imprenditore che opera con decine di amministrazioni pubbliche e grandi aziende private) in ordine agli obiettivi delle sue imprese". Con Italo Bocchino, deputato dall’età di 29 anni, Romeo condivide un’amicizia vecchia di anni. Nella vicenda "Global service", secondo gli inquirenti, Bocchino aveva il compito di placare i consiglieri comunali di An, all’opposizione. "Sì, sì, quelli tutti allineatissimi… Senza problemi. Tutto a posto" dice il parlamentare a Romeo dopo l’approvazione della delibera in consiglio comunale. Un altro dirigente dell’ex Margherita è chiamato in causa dalle intercettazioni: si tratta dell’ex ministro dell’istruzione Giuseppe Fioroni, con il quale Romeo si sarebbe incontrato su intercessione di Giuseppe Gambale, assessore napoletano finito ai domiciliari, definito da Romeo in più occasioni, il "fido Gambale, tenace guardaspalle". "Devo dire che è uno abbastanza concreto, molto dinamico e che ha fatto anche delle proposte concrete sulle quali lavorare. Poi vediamo se è effettivamente così concreto diciamo" commenta l’incontro Romeo, parlandone con il suo amico della guardia di Finanza, il colonnello Vincenzo Mazzucco, arrestato per aver favorito la fuga di notizie sull’inchiesta. E’ Mazzucco a chiamare l’imprenditore per proporgli, il 13 giugno 2007, di combinare affari con il Vaticano. Affari che potrebbe ottenere per l’intercessione di qualcuno che "sta nel consiglio d’amministrazione del Vaticano". "Ci sta da gestire un sacco di situazioni immobiliari… chiese… ospedali… Tutto quello che ha in mano che è un patrimonio immenso… È una cosa iniziale da 60 milioni ad aggiudicazione diretta" dice Mazzucco, che aggiunge : "Che devono gestire. Ma diverse tipologie di cose dalla manutenzione agli appartamenti che hanno. 150 condomini sono tutti a scadenza di contratto e li ha in mano lui… Poi magari ti spiego da vicino… Però io domani volevo fare subito questo appuntamento… Niente, lui fa parte del consiglio di amministratore della Cei, è il nipote, anzi la moglie è la nipote diretta del segretario di Stato Cardinale Bertone. Lui fa parte anche del consiglio di amministrazione, si chiama la Fabbrica del Vaticano… che sarebbe come il Ministero delle opere Infrastrutture e tutto il resto, e gestiscono tutto il patrimonio del Vaticano e a lui gli compete l’assegnazione diretta di alcuni lavori… uno me lo ha accennato che è già finanziato di 60 milioni, rifacimento completo della cattedrale di Rieti, poi ha un 150 condomini a Roma nei dintorni del Vaticano…".

 
 
 

Enel: chiede dati catastali

Post n°342 pubblicato il 04 Dicembre 2008 da russocaio
 
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Messaggero Veneto 01-10-08 pagina 04 UDINE: Dati catastali all'Enel, multato chi sbaglia.

Stanno arrivando in questi giorni anche nelle case dei friulani le lettere dell’Enel con la richiesta di compilazione di un modulo relativo alla comunicazione dei dati catastali identificativi dell’immobile nella quale è attivata la fornitura di energia elettrica dell’Enel. Si tratta di un modulo analogo a quello che qualche anno fa è stato inviato a tutti gli utenti anche dalla società Amga e Cafc. Per reperire i propri dati catastali, se non conservati magari dopo l’analoga operazione dell’Amga e del Cafc, è necessario rivolgersi agli Uffici del catasto di Udine (Agenzia del territorio di via Gorghi 18). Una volta debitamente compilato (come è previsto dalla legge Finanziaria dello Stato del 2005 in materia di accertamenti catastali) il modulo deve essere poi inviato a: Enel Energia Spa, Casella postale 8080, 85100 Potenza. Chi avesse dei dubbi può anche chiamare il numero verde dell’Enel: 800.900.800. Le indicazioni danno 30 giorni di tempo agli utenti per restituire i moduli compilati, ricordando che sono previste anche sanzioni amministrative per chi non compila il modulo o per chi lo compila in modo errato, con multe tra i 100 e 2.000 euro. E proprio l’ipotesi di queste sanzioni ha fatto insorgere l’associazione dei consumatori Aec-Eurosportello. Visto che l’Enel sicuramente ha già i dati catastali dei suoi clienti, precisa una nota dell’associazione, ci chiediamo perchè agli utenti non sono stati inviati dei moduli già compilati con i dati in possesso dell’azienda. In questo modo i cittadini avrebbero dovuto solo correggere gli eventuali errori, senza costringere anche molti anziani a lunghe code negli uffici del Catasto.

Messaggero Veneto 09-10-08 UDINE: La richiesta dei dati catastali.

Rispondo alla confusa replica sui dati catastali da parte dell’Enel, che si dice "costretta" a quest’adempimento dalla legge. Ora, però, la stessa legge citata dall’ente parrebbe invece dire tutto il contrario: la richiesta dei dati catastali è un abuso e le persone potrebbero tranquillamente cestinare il modulo. La legge (citata da Enel) è la numero 311 del 31-12-2004 che parla dell’obbligo (con decorrenza 1º aprile 2005) di fornire "i dati identificativi catastali all’atto della sottoscrizione dei relativi contratti", ma specifica anche che "per i contratti in essere le medesime informazioni sono acquisite dai predetti soggetti solo in occasione del rinnovo ovvero della modificazione del contratto stesso". Come affermare che, se nulla cambia, il modulo non va riconsegnato. Ma c’è di più per chiarire la questione. Oltretutto la circolare del 19-10-2005 dell’Agenzia delle Entrate, spiega le "novità" sull’obbligo posto a carico dei soggetti che erogano servizi d’elettricità, acqua e gas di comunicare all’Agenzia delle entrate i dati catastali. Si parla di contatto a tempo indeterminato e la legge dice. "In relazione alle utenze attivate sulla base di contratti stipulati a tempo indeterminato, l’obbligo di comunicazione dei dati catastali sarà assolto in occasione delle modifiche contrattuali, in modo che la banca dati dell’Agenzia delle entrate possa essere adeguatamente e progressivamente aggiornata nel tempo. Precisa, infine, che qualora non mutino le condizioni contrattuali di fornitura del servizio non è necessario che le aziende erogatrici richiedano i dati all’utente a ogni scadenza contrattuale. Insomma, salvo che l’utente non modifichi il contratto, per esempio passando da 3 a 6 kilowatt, non ha alcun obbligo di trasmettere i propri dati catastali. Eventualmente il problema potrebbe essere (forse) solo dei clienti passati ad EnelEnergia, ovvero un nuovo fornitore, chi è rimasto con EnelDistribuzione non dovrebbe ricevere alcuna richiesta. Caio Russo

Messaggero Veneto 12-10-08 UDINE: Ancora sulla richiesta dei dati catastali

Nella lettera a firma di Caio Russo, pubblicata sul vostro quotidiano con il titolo "La richiesta dei dati catastali", vengono posti alcuni interrogativi a cui riteniamo doveroso rispondere, in particolare laddove il signor Russo sostiene che Enel non avrebbe avuto alcun titolo a inoltrare tale richiesta ai propri clienti. L’obbligo, per i fornitori di energia elettrica, gas e acqua, di richiedere ai propri clienti – e, successivamente, di comunicare all’Anagrafe tributaria – i dati identificativi catastali degli immobili presso cui è attivata l’utenza deriva direttamente dalla legge nº 311 del 30.12.2004, cosiddetta "Legge finanziaria per l’anno 2005". Con riferimento a questa legge l’Agenzia delle entrate ha espressamente chiarito che costituisce vero e proprio "rinnovo contrattuale" anche il mero "rinnovo tacito" del contratto stipulato a tempo determinato. Se si considera che, per molti contratti, la disciplina del rapporto di fornitura di energia elettrica da parte di Enel prevedeva una durata annuale del contratto con rinnovo tacito alla scadenza, ciò giustifica ampiamente la numerosità dei clienti attualmente interessati dall’operazione di raccolta dei dati catastali. Un’ulteriore conferma di quanto precede può ricavarsi dalle motivazioni contenute nel provvedimento con cui il direttore dell’Agenzia delle entrate ha ritenuto di differire al mese di aprile 2009 il termine ultimo entro il quale le imprese obbligate sono tenute a trasmettere all’Anagrafe tributaria i dati catastali raccolti, e ciò proprio in considerazione delle "... difficoltà delle imprese che erogano servizi elettrici, idrici e del gas, nel reperire i dati catastali soprattutto in caso di rinnovo tacito...". Non è superfluo sottolineare che le operazioni di raccolta e di invio dei dati catastali all’Anagrafe tributaria sono attuate da Enel (come pure dagli altri operatori del settore) in ottemperanza a specifici obblighi di legge, senza rivestire, per le società interessate, alcuna utilità dal punto di vista aziendale: in particolare, per Enel, le operazioni connesse con la stampa, l’invio, la ricezione e l’elaborazione dei circa 18 milioni di modelli inviati ai propri clienti per le forniture di energia elettrica e gas, oltre ad aver comportato un notevole sforzo di carattere organizzativo, determineranno un costo complessivo stimato nell’ordine di alcuni milioni di euro. Per quanto riguarda la minaccia di sanzioni amministrative, le istruzioni che accompagnano il modello – per evitare che il cliente sia portato a sottovalutare l’adempimento – si limitano unicamente a ricordare quanto disposto dal Dpr nº 605 del 1973 (modificato dal Dl nº 203 del 30.9.2005), e cioè che l’omessa comunicazione dei dati catastali o la loro comunicazione in modo incompleto o inesatto da parte del cliente potrà essere (eventualmente) sanzionata dall’Agenzia delle entrate. Nessuna sanzione è prevista o minacciata da Enel per la mancata restituzione del modello entro 30 giorni dalla sua ricezione: come si desume agevolmente dalle istruzioni che accompagnano il modello, l’indicazione di un termine ha il solo fine di consentire a Enel di "acquisire tempestivamente i dati indicati" e risponde, quindi, a esigenze eminentemente gestionali. Si è ritenuto, infatti, di consigliare al cliente – senza imporre alcun obbligo a suo carico – di procedere alla riconsegna del modello in un tempo ritenuto congruo, per evitare che ritardi di varia natura (postali, nell’elaborazione dei dati raccolti eccetera) possano eventualmente determinare il mancato inserimento delle informazioni inviate all’interno del file da trasmettere, entro il mese di aprile, all’Anagrafe tributaria. È superfluo osservare che, ovviamente, modelli pervenuti oltre i termini consigliati saranno regolarmente elaborati e trasmessi da Enel all’amministrazione finanziaria. Ci scusiamo per la lunghezza di questa precisazione, ma speriamo di aver così chiarito tutti i termini della questione. Enel - Relazioni esterne territoriali

 

 
 
 

Rai canone aumenta di 1,53 €

Post n°341 pubblicato il 03 Dicembre 2008 da russocaio
 
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IlSole24ore 02-12-08: Il canone Rai aumenterà nel 2009 di 1,53 euro, adeguando l'importo attuale all'inflazione programmata. In sostanza la tassa passerà dagli attuali 106 euro a 107,5 euro, con un maggior introito per le casse di viale Mazzini di 24 milioni di euro. E' questa la decisione che dovrebbe prendere domani il ministero dello Sviluppo Economico, che ha ereditato la competenza in materia dall'ex ministero delle Comunicazioni. Nel frattempo il sottosegretario Paolo Romani sta studiando un sistema per combattere l'evasione al pagamento del canone che potrebbe portare in futuro "a forti ribassi" dell'ammontare della tassa. E' questo il quadro che si va delineando dopo le molte voci di questi giorni. Il governo deve prendere una decisione in tempi brevi sul canone (in base alla norme doveva decidere entro il 30 novembre) per permettere alla Rai di avviare la campagna abbonamenti, che sarà presentata dai vertici della tv di Stato giovedì mattina. La situazione di crisi in cui versa la Tv pubblica, a fronte di una riduzione della raccolta pubblicitaria per la crisi economica generale, avrebbero consigliato il governo ad apportare un aumento al canone, seppur minimo. Romani deciderà in base all'articolo 47 del testo unico sulla radiotelevisione, che "indica tra i parametri dei quali bisogna tener conto, la copertura dei costi che la Rai sostiene per adempiere agli obblighi di servizio pubblico. Gli ultimi dati giunti da Viale Mazzini sulla contabilità separata (nel bilancio 2007 i programmi di servizio pubblico sono costati a Viale Mazzini 159 milioni in più di quanto incassato dal canone) giustificherebbero un aumento del canone", spiega lo stesso sottosegretario. Romani ha anche escluso che il canone Rai rientri nel "blocco" delle tariffe introdotto dal governo all'articolo 3 del decreto anticrisi, in quanto il canone Rai è una tassa di possesso. La decisione di adeguamento dell'ammontare del canone, sarà però seguita, non appena possibile e dopo le ultime valutazioni, da un intervento per combattere l'evasione della tassa. "Sto studiando un modo per combattere in maniera drastica l'evasione giunta al 27 per cento, sottolinea Romani. Tra le possibilità, quella di legarlo alla bolletta dell'energia elettrica che in Grecia ha dato ottimi risultati. L'evasione è un fenomeno molto più presente al Sud, con punte del 45 per cento in alcune regioni, che al Nord. Di fatto il canone rischia di diventare una tassa regionale. Ho sottoposto perciò al presidente del Consiglio, ha annunciato il sottosegretario, l'ipotesi di studiare un meccanismo che ci consenta di abbassare, e di parecchio, il canone e di farlo pagare a tutti nella stessa misura. Siamo ancora in una fase di studio e quella della bolletta elettrica non è l'unica possibilità. È possibile immaginare anche altri meccanismi per rendere il canone una tassa equa e pagata da tutti".

Migliaia di sportelli bancari e postali non pagano il canone, ma nessuno li obbliga. Senza contare che il tetto per i compensi Rai è stato disatteso. Il calo degli introiti pubblicitari è dovuto ai prodotti scadenti della Rai. Oltretutto regalano vagonate di denaro pubblico con programmi come quello dei "pacchi". Infine, se di tassa si tratta... perchè spendere denaro in spot pubblicitari? Avete mai visto la pubblicità per pagare l'IVA? Mail: http://www.camera.it/altresezionism/1568/1567/email.asp?recipient=romani_p@camera.it

 
 
 

Commissione Vigilanza RAI

Post n°340 pubblicato il 27 Novembre 2008 da russocaio
 
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Libero 15/11/08: Indennità di carica, autoblu, cellulare di servizio, segretari, uffici. E ancora: consulenze, rimborsi per missioni e spese di rappresentanza pagate. Ecco tutto quello che tocca al presidente della commissione bicamerale di Vigilanza Rai. Alla sede del Partito democratico, ancora pensano che Villari, peone finito all’improvviso in paradiso, possa dimettersi. L’ultimo ad averlo sentito al telefono è Luigi Zanda, vice presidente dei senatori democratici. Lascerà mercoledì, me l’ha assicurato, dice. Candido. In realtà Villari non promette niente a nessuno. Prima vuole parlare con le tre cariche dello Stato più alte in grado. Ne vedrà solo due: il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha già fatto sapere di non avere titolo per pronunciarsi. Ed è difficile che i presidenti di Camera e Senato invitino Villari a farsi da parte lasciando la commissione di vigilanza senza una guida. Nuovamente. E allora? È possibile un atto unilaterale del neo presidente, come chiedono i vertici del Pd. Che Villari immoli la sua elezione in nome dell’alleanza tra il suo partito e l’Italia dei valori. Eppure sono in pochi a crederci. Molti di più, nel Palazzo, sono pronti a scommettere sul fatto che il medico napoletano, dopo una vita da gregario della politica, voglia legittimamente gustarsi la ribalta. E che ribalta. La Vigilanza Rai non è solo visibilità, pagine sui giornali, interviste in tv. È soprattutto un posto di potere. Uno dei pochi che spettano all’opposizione. Poi ci sono i benefit. Al capo della Vigilanza tocca la stessa indennità di carica accreditata sul conto dei presidenti delle commissioni permanenti. Non solo. Ha a sua disposizione un’auto blu per girare nella capitale. E anche fuori Roma nel caso abbia appuntamenti istituzionali. Mica è finita: dispone di un cellulare di servizio e può fare telefonate illimitate (l’onorevole peone ha un plafond annuo oltre il quale ci rimette di tasca sua). Gli tocca l’ufficio a Palazzo San Macuto, una delle sedi della Camera a due passi dal Pantheon. Ha tre stanze: una per sé e due per la segreteria. La segreteria, appunto. Montecitorio mette a disposizione 3-4 funzionari selezionati dal personale interno. Poi, il presidente della Vigilanza ha a disposizione tre assunzioni. Un dirigente di fascia alta e due di fascia media. Ma può pure spacchettare i contratti in gergo interno si chiamano decreti e distribuirli, se vuole più personale al suo fianco. Infine: c’è un intero capitolo del bilancio della Camera destinato alle spese della Vigilanza. Il cui presidente ha a disposizione 25mila euro per consulenze, 15mila per spese di missione. E altrettanti per la rappresentanza e voci "altre".

Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi. VILLARI Riccardo, PD, LAINATI Giorgio, PdL, MERLO Giorgio, PD, CARRA Enzo, PD, SARDELLI Luciano Maria, Misto, MpA, AMATO Paolo, PdL BALDINI Massimo, PdL BARELLI Paolo, PdL BRICOLO Federico, LNP BUTTI Alessio, PdL CASOLI Francesco, PdL D'ALIA Gianpiero, UDC-SVP-Aut GASPARRI Maurizio, PdL LAURO Raffaele, PdL MAURO Rosa Angela, LNP MILANA Riccardo, PD MORRI Fabrizio, PD PALMIZIO Elio Massimo, PdL PARDI Francesco, IdV POLI BORTONE Adriana, PdL PROCACCI Giovanni, PD VIMERCATI Luigi, PD VITA Vincenzo Maria, PD ZAVOLI Sergio, PDBELTRANDI Marco, PD COLUCCI Francesco, PdL CUPERLO Giovanni, PD DE ANGELIS Marcello, PdL GENTILONI SILVERI Paolo, PD LAFFRANCO Pietro, PdL LANDOLFI Mario, PdL LUPI Maurizio Enzo, PdL MAZZUCA Giancarlo, PdL MELANDRI Giovanna, PD MOTTOLA Giovanni, PdL ORLANDO Leoluca, IdV PELUFFO Vinicio Giuseppe Guido, PD RAO Roberto, UdC REGUZZONI Marco Giovanni, LNP SANTELLI

In totale sono 40 (Legge 14-04-1975, n. 103). A cosa cazzo servono tutte queste persone? Quali benefici portano allo Stato Italiano? Cosa fanno di utile? Perchè si ammazzano per farne parte? Togliere una poltrona a un napoletano e come portare via il mitra ad un'afgano è impossibile.

 
 
 

I Telefonini fanno male!

Post n°339 pubblicato il 27 Novembre 2008 da russocaio
 
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Repubblica Napoli 24 nov 2008: La pistola-cellulare. L'ultimo trucco dei clan. Sembrava un telefono cellulare, era in realtà una pistola in grado di sparare quattro proiettili calibro 22. Una fantasiosa quanto mortale nuova arma è stata scoperta dai carabinieri tra quelle sequestrate la scorsa notte a Torre Annunziata: un'arma che ricorda i vecchi film di 007, quando James Bond usava penne o orologi in grado di uccidere, ma che suscita allarme tra gli investigatori. La pistola, infatti, ha un'alta capacità offensiva e soprattutto la capacità di passare inosservata rispetto a una "comune" pistola. Il telefono-pistola ha una finta antenna che è, in realtà, la canna. Uno dei pulsanti sulla tastiera comanda lo sparo dei quattro proiettili nascosti all'interno. Indagini sono in corso per accertare se questo singolare strumento abbia mai sparato. Secondo gli inquirenti è la prima volta che un oggetto del genere viene rinvenuto.

Finalmente la prova che i cellulari sono dannosi..... Emettono piombo

 
 
 

Cattiva manutenzione strade

Post n°338 pubblicato il 09 Ottobre 2008 da russocaio
 
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Roma 02-10-08: La Quarta Sezione Penale della Corte di Cassazione (Sent. 36475/2008) ha stabilito che, in caso di lesioni riportate dai cittadini per cadute sulle strade comunali dissestate, rischia una condanna per lesioni colpose, il sindaco (con delega ai lavori pubblici) e il responsabile dell'Ufficio tecnico comunale. Secondo la Corte, in tali casi, la loro responsabilità va ricondotta alla mancata verifica da parte loro circa la manutenzione delle strade. La Corte ha infatti affermato che "la posizione di garanzia che il Sindaco e il responsabile dell'Ufficio Tecnico del Comune assumono sulla base di una generale norma di diligenza che impone agli organi della amministrazione comunale, rappresentativi o tecnici che siano, di vigilare nell'ambito delle rispettive competenze per evitare situazioni di pericolo ai cittadini, situazioni di pericolo derivanti dalla non adeguata manutenzione e dal non adeguato controllo dello stato delle strade comunali". "Non è certo richiesto – prosegue la Corte – né al sindaco, né al responsabile dell'Ufficio tecnico di effettuare perlustrazioni o ronde di sorta, ma è sicuramente doveroso il loro attivarsi per avere attraverso le varie articolazioni operative dei competenti uffici, le informazioni necessarie sullo stato delle strade comunali nonché per adottare i provvedimenti organizzativi generali e dispositivi specifici per la eliminazione dei pericolo accertati o comunque segnalati". Autore:

Cristina Matricardi

 
 
 

Antitrust: tagliati i fondi

Post n°337 pubblicato il 09 Ottobre 2008 da russocaio
 
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Adnkronos 08-10-08: La previsione della legge Finanziaria abbassa lo stanziamento per l'Antitrust da 22 a 14 milioni: dovrò mandare a casa il personale addetto alla tutela dei consumatori, dovrò chiudere il call center, non farò fare straordinari e non incasseremo più le multe per le pratiche commerciali scorrette. Il danno per l'erario sarà di oltre 50 milioni. E' la deuncia che giunge dal presidente dell'Antitrust, Antonio Catricalà, che, nel corso di un forum dei consumatori, afferma a tale riguardo: Capisco di dare fastidio, mi do fastidio io stesso. Il presidente dell'Antitrust fa riferimento alle istruttorie aperte dall'Autorità in questi ultimi tempi: almeno "aspettate un attimo, dice, in modo che sia meno forte, non venite adesso che ho inchieste aperte su banche, su grandi monopolisti, la gente se ne accorge". E, ancora, il presidente dell'Antitrust torna sul taglio delle risorse previsto dalla finanziaria: Non capisco osserva, in cosa si potrà sanare il bilancio dello Stato togliendo fondi solo all'Antitrust mentre le altre autorità navigano nell'oro. Rivolgendosi alla platea di consumatori Catricalà li invita a "tenere alta la guardia: non mi lasciate solo", dice. Sul filo dell'ironia, il presidente dell'Antitrust spiega ancora come aprendo un'istruttoria si senta "assolutamente in colpa: il pazzo -afferma- sono io, perché questo è un Paese di vera concorrenza, dove i dominanti non abusano. Ovviamente io sbaglio perché vado a guardare nelle carte con i miei uffici e con la Guardia di finanza e arrivano i contenziosi, mi investono con telefonate". Eppure, anche con l'allargamento del campo d'azione dell'autorità con la nuova normativa sulle pratiche commerciali scorrette l'attività degli uffici sta dando i suoi frutti. Complessivamente, secondo i dati forniti dallo stesso presidente l'Antitrust ha comminato sanzioni per 21 milioni e mezzo di euro nel 2008 a fronte di sanzioni per 5,1 milioni comminate nel 2007 con la vecchia legge sulla pubblicità ingannevole. Dall'entrata in vigore della nuova normativa sono stati chiusi 163 casi e portati a conclusione altri 121 procedimenti. E comunque, ha avvertito Catricalà, i nuovi limiti edittali rischiano di non essere sufficienti: per questo abbiamo chiesto che le sanzioni possano essere calcolate come accade per la concorrenza, sul fatturato delle aziende e, per gli spot televisivi, sul valore della campagna pubblicitaria.

Catricalà.... hai rotto i coglioni a Enel ed Eni? Questo è il risultato!

 
 
 

ENEL: ABUSO POSIZIONE DOMINANTE

Post n°336 pubblicato il 08 Ottobre 2008 da russocaio
 
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Adnkronos 07-10-08: L'Antitrust avvia un'istruttoria nei confronti dell'Enel, di Enel Servizio Elettrico e Enel Distribuzione per verificare se, con i comportamenti tenuti nei confronti della società Exergia, ''abbiano messo in atto un abuso di posizione dominante, volto a limitare la concorrenza nella vendita al dettaglio di energia elettrica ai clienti non domestici''. Lo rende noto la stessa Autorità in un comunicato precisando che è stato fissato in sette giorni il termine entro il quale le società del gruppo Enel ''dovranno presentare memorie per consentire all'Autorita' di valutare se siano necessarie misure cautelari che evitino danni gravi e irreparabili alla concorrenza''. Il procedimento, si legge nella nota, è stato avviato alla luce della denuncia presentata da Exergia, società indipendente attiva nella vendita di energia elettrica Exergia ha vinto, per l'Italia settentrionale, la gara indetta dall'Acquirente Unico per l'assegnazione del servizio di salvaguardia (destinato ai clienti finali non domestici che siano senza fornitore di energia elettrica o che non abbiano scelto il proprio fornitore), per il periodo 1/5/08 - 31/12/08, grazie ad offerte vantaggiose che includevano uno sconto rispetto al Prezzo Unico di acquisto di Borsa.

 
 
 

ENI: FUOCO DALLE CIMINIERE

Post n°335 pubblicato il 08 Ottobre 2008 da russocaio
 
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LaRepubblica 06-10-08: Paura a Taranto per il denso fumo che si è sprigionato dalla raffineria. I camini della raffineria vomitano fuoco. E tra i tarantini torna l'inquietudine per quanto accade dietro i cancelli dello stabilimento Eni. Nuovo incidente ed occhi puntanti sulle fiamme, e sul denso fumo nero, uscito da una delle torce della grande raffineria alla periferia del capoluogo ionico. Una scena identica a quella già vista solo pochi giorni fa, il pomeriggio del 24 settembre scorso, così come identica è stata anche la preoccupazione dei cittadini. A spaventare gli abitanti di Taranto quelle fiamme altissime e soprattutto le conseguenze che il fumo eruttato dalla stabilimento potrebbe avere sull'ambiente, già provato dalla massiccia presenza della grande industria. A causare le fiamme sarebbe stato un doppio black out all'interno della stessa raffineria. Lo stop all'energia elettrica ha fatto scattare le immediate misure di sicurezza: il prodotto non lavorato è stato quindi scaricato e fatto bruciare in torcia, e proprio da questo hanno avuto origine le fiamme, visibili anche in lontananza. Di quanto accaduto sono stati informati i vigili del fuoco e l'Arpa, l'agenzia regionale per la protezione dell'ambiente. Il guasto, in ogni caso, non ha causato danni a cose o persone. Già dopo l'analogo incidente del 24 settembre la stessa agenzia regionale, per bocca del direttore del dipartimento Gioacchino Di Natale, aveva rassicurato la cittadinanza sottolineando come i prodotti utilizzati in Eni, bruciando in torcia, non creano rischi per la popolazione. di Giovanni Di Meo

 
 
 

La Manovra d’estate

Post n°334 pubblicato il 06 Ottobre 2008 da russocaio
 
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Sole-24Ore 13-08-08: inserto "Le Guide", a cura di Gianni Trovati (sotto l’egida del direttore Ferruccio de Bortoli), mi sono occupato di un codicillo approvato prima della sosta estiva dal Parlamento. E’ l’articolo 4 quater della legge 129/2008 di conversione del decreto-legge 97/2008, pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 2 agosto) che sospende tutti gli obblighi di trasparenza per la pubblicazione dei compensi pagati da Agenzie di Stato, enti pubblici, Università, e società non quotate a totale o prevalente partecipazione pubblica (come la Rai o Sviluppo Italia). Sospesi anche gli obblighi sul tetto massimo dei manager (278 mila euro) e possibilità di cumulo con pensioni e retribuzioni. Un autentico regalo della Casta agli Amici degli Amici, con il beneplacito del Ministro Giulio Tremontidi Gabriele Mastellarini per "Il Sole24Ore"

Rinviata la trasparenza sui compensi erogati dalla Pa centrale e prescritta dall’articolo 3, commi 44 e seguenti, della Finanziaria 2008. È servito il classico codicillo-salvacondotto, inserito lo scorso 30 luglio dal Senato, nella conversione del DI 97/2008 con le proroghe estive. È stato inserito l’articolo 4-quater, che blocca e rimodula l’applicazione delle norme sulla trasparenza e sui compensi pagati da agenzie, enti pubblici, università e società non quotate a totale o prevalente partecipazione pubblica, comprese le controllate. La Finanziaria in vigore dallo scorso primo gennaio fissa un tetto massimo di 274mila euro lordi derogabile per sole 25 unità, e prevede la pubblicazione su Internet di tutti i compensi percepiti nell’ambito di rapporti di lavoro dipendente o autonomo con le pubbliche amministrazioni e le spa pubbliche. "Nessun atto comportante spesa può ricevere attuazione se non sia stato previamente reso noto attraverso la pubblicazione sul sito web", prescrive il comma 44 che ha ricalcato il precedente comma 593 della Finanziaria 2007, poi abrogato. Grazie al recente intervento del Parlamento, quell’obbligo di trasparenza è sospeso fino all’entrata in vigore di un regolamento del Presidente della Repubblica da emanare entro il 31 ottobre, su proposta del ministero per l’Innovazione e di concerto con il ministero dell’Economia. Ad oggi, quei nove commi tornano ad esistere solo sulla carta e molte società pubbliche, come la Rai (che aveva approntato due appositi siti) non divulgheranno i compensi, mentre quelle adempienti (come Poste italiane) potrebbero legittimamente ritirare le liste on-line. A proposito di Rai, finisce "sottovuoto" anche un altro comma della Finanziaria che prevede il deposito presso la Commissione parlamentare di vigilanza, delle retribuzioni versate ai dirigenti e di tutti i compensi pagati per la conduzione di trasmissioni. E sul tetto massimo di 278mila euro viene sancita una deroga significativa: le eventuali pensioni e gli stipendi percepiti come dipendenti delle pubbliche amministrazioni non concorreranno al calcolo del massimale.

Intanto la rai spende a piene mani per delle stronzate come l'isola dei famosi.

 
 
 

CONDOMINIO SPARITI 500.000€

Post n°333 pubblicato il 06 Ottobre 2008 da russocaio
 
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Ansa 06-10-08: La Guardia di Finanza di Trieste ha scoperto un amministratore di condominio che è riuscito a far 'sparire' circa 500.000 euro appropriandosi di denaro di 12 condomini da lui amministrati. L'uomo era anche presidente del Cda di una cooperativa fallita dal cui patrimonio ha distratto circa 150.000 euro prelevandoli dal conto corrente societario. E' indagato dalla procura della Repubblica di Trieste per le ipotesi di reato di appropriazione indebita, falso e bancarotta fraudolenta documentale e patrimoniale. Secondo le indagini condotte dal Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza del capoluogo giuliano, il professionista utilizzava per scopi personali il denaro versato dai condomini degli stabili da lui amministrati. In particolare, mediante sofisticate tecnologie informatiche, riusciva a contraffare gli estratti conto dei rapporti intestati ai condomini, facendo risultare una maggiorazione degli importi dovuti per il pagamento di utenze e di altre spese relative alla gestione dell'immobile. Inoltre, presentando falsi verbali di assemblee condominali, era riuscito ad aprire fidi bancari che utilizzava per fini personali.

La legge da facoltà a questi signori di essere padroni dei nostri beni.

 
 
 

Il Brunetta Pensiero

Post n°332 pubblicato il 02 Ottobre 2008 da russocaio
 
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di Marco Rogari

Ilsole24ore 25-09-08: "Pro-labour". Così Il ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, definisce il pacchetto-pubblico impiego inserito nella Finanziaria: "Si tratta di misure che tendono a salvaguardare il potere di acquisto dei lavoratori". Ai sindacati che minacciano lo sciopero Brunetta fa sapere che la decisione di erogare già da gennaio agli "statali", anche in assenza dei rinnovi 2008-2009, il 90% dei 2,8 miliardi destinati ai contratti non è affatto uno sgarbo ma "un'azione di garanzia in favore dei lavoratori", ancora più necessaria alla luce della difficile situazione economica. "Un atto dovuto", dice il ministro. L'operazione punta a far scattare aumenti strutturali che in media si aggireranno attorno ai 50 euro mensili, con punte di 55 e 70 euro negli enti pubblici non economici e nella scuola e e ritocchi di circa 40 euro negli enti locali. E dovrebbe essere preceduta a dicembre dal pagamento, con la tredicesima, dell'indennità di vacanza contrattuale 2008: in media tra i 110 e i 130 euro. La situazione economica non è facile. Abbiamo nel 2008 crescita zero e il 2009 non si annuncia molto migliore. Nella Finanziaria del Governo Prodi non c'era neppure un euro per il contratto 2008-09 le sole risorse disponibili erano quelle per la vacanza contrattuale. Le dinamiche salariali di questi ultimi 8-9 anni sono state generose: i salari dei dipendenti pubblici hanno marciato al doppio dell'inflazione. Sta dicendo agli "statali" che devono tirare la cinghia. Il contratto dei pubblici dipendenti è caratterizzato dalla specificità di chiudersi sempre in ritardo. Nell'attesa e nella speranza che tutto questo venga risolto nella riforma del modello contrattuale, il Governo Berlusconi si è preso l'impegno, pur nella cattiva congiuntura, di rinnovare il contratto del biennio 2008-2009, evidentemente erogando tutte le risorse nel 2009 che garantiranno a regime un incremento delle retribuzioni del 3,2%. I lavoratori pubblici dovranno aspettare ancora. No. Visto che erano disponili i circa 500 milioni per la vacanza contrattuale 2008 abbiamo deciso di pagare subito le indennità. E così ho inserito, d'intesa con Tremonti, un intervento che equipara il settore pubblico a quello privato. Fino ad oggi, contrariamente a quanto accade nel settore privato dove la vacanza contrattuale è automatica, per il settore pubblico serviva un un contratto. Un vero paradosso, perchè se le parti non riescono a siglare un rinnovo difficilmente possono essere in grado di fare un contratto per la vacanza contrattuale. Quando saranno pagati questi soldi? Probabilmente con la tredicesima di dicembre. È un atto dovuto. I soldi sono già stanziati da Prodi, perché non darli. Penso che questo sia un modo per tutelare il potere d'acquisto dei lavoratori. Resta l'incognita della partita con i sindacati. La mia volontà di rinnovare il contratto è testimoniata dalla norma che mi obbliga a inviare all'Aran le direttive perché possa cominciare a trattate già dal momento della presentazione della Finanziaria alle Camere. Vuol dire che si parte la prossima settimana? Esatto, si parte a inizio ottobre, sto già predisponendo le direttive. Nel sindacato però c'è chi sostiene che in realtà il Governo punta a fare melina per non rinnovare il contratto. Proprio per evitare ritardi, accuse reciproche, io mi sono impegnato nella Finanziaria ad un'altra azione di garanzia nei confronti del potere di acquisto dei lavoratori: la facoltà di erogare almeno il 90% di quanto stanziato dalla Finanziaria per il salario da gennaio del 2009. C'è chi parla di esasperazione dei cosiddetti metodi Marchionne e Tod's. Anche in questo caso se i soldi sono già stanziati, perché non darli. Si tratta del 90% dell'inflazione programmata per il 2008-2009: oltre 2,5 miliardi. Per la Cgil di tratta di un golpe. Pensa che sia ancora possibile un accordo in tempi brevi? Dare i soldi ai lavoratori in ragione della protezione del potere d'acquisto è un golpe? Semmai è un incentivo a chiudere il contratto, a chiuderlo presto e bene. Ha qualche carta segreta? Intanto c'è il residuo 10%, poi c'è tutta la parte legata alla produttività: il vecchio Fua, il Fondo unico di amministrazione, che ho recuperato totalmente e il cosiddetto dividendo dell'efficienza e della produttività, che deriva da quanto verrà risparmiato ulteriormente, anche dalla riduzione dell'assenteismo, dalla manovra estiva. La Finanziaria consente al mio ministero e al Tesoro di valutare semestralmente il dividendo. Ma pensa davvero che questo pacchetto sia sufficiente a placare Cgil, Cisl e Uil? In questo quadro che certamente non è da vacche grasse avere di fatto 3 miliardi di ero per i rinnovi contrattuali penso che non sia poca cosa. In ogni caso se il sindacato pensa di chiedere più vada da Tremonti e da Berlusconi a farselo dare. Io non ce l'ho. E se i sindacati decidessero di scioperare già nei prossimi giorni? Ce ne faremo una ragione, nel senso che è legittimo che il sindacato chieda di più. Io, con questi chiari di luna, sinceramente penso di aver fatto il mio dovere. Rischia di aprirsi un altro fronte: quello collegato al decollo del federalismo. Conferma l'arrivo della mobilità territoriale per gli statali? Sì. Non ci potranno essere funzioni devolute dallo Stato alla periferia se non ci sarà un pari livello di devoluzione dei dipendenti pubblici. E scatterà anche il federalismo conrattuale.

La Finanziaria conferma la dote di 2,8 miliardi per i rinnovi annunciata nei mesi scorsi. I sindacati minacciano rappresaglie. Lo scontro è davvero inevitabile?

 
 
 

Enel: Abbiamo mezzi per nucleare

Post n°331 pubblicato il 02 Ottobre 2008 da russocaio
 
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Adnkronos 02-10-08: Investire nel nucleare si può e l'Enel ha le competenze ed i margini per farlo. Tanto da essere pronta a realizzare 5 centrali anche con soci. Ed il debito di Enel non è un problema. Lo afferma in un'intervista a 'Il Sole 24 Ore' l'Amministratore delegato di Enel, Fulvio Conti, che rilancia così il tema dell'energia atomica. In Francia, a Flamville, dice Conti, stiamo costruendo con Edf un impianto nucleare da 1.600 megawatt, che costerà poco meno di 4 miliardi. Nel cantiere sono già al lavoro 60 ingegneri dell'Enel. Se in Italia volessimo produrre con il nucleare il 20% dell'energia che consumiamo annualmente, ossia 60 miliardi di kilowattora su 300, dovremmo realizzare 4-5 centrali come quella di Flamville, con una spesa di 16-20 miliardi. Non dimentichiamo che un quantitativo simile di energia lo importiamo, aggiunge Conti, sottolineando che il debito non di Enel non è un problema, siamo in grado di finanziare l'investimento con i flussi di cassa, che tra il 2008 e il 2012 ammonteranno a 63 miliardi. Inoltre -spiega- possiamo condividere l'impegno nel nucleare con altri investitori, come sta facendo la Finlandia. Conti, inoltre, parla anche dei contrasti con Acciona con cui Enel detiene la maggioranza di Endesa in Spagna. Abbiamo avuto divergenze d'opinione -afferma- su come far funzionare il consiglio d'amministrazione: discrepanze che non hanno avuto alcun impatto negativo sulle attività operative. Che continuano ad essere ben gestite. Pace fatta, dunque, perché, sottolinea Conti, non ho alcun interesse a sciogliere prima del tempo l'accordo con il socio Acciona. Pensi sia utile mantenere l'alleanza.

 
 
 

CAMORRA COLPO DEFINITIVO

Post n°330 pubblicato il 02 Ottobre 2008 da russocaio
 
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Adnkronos 01-10-08: Con questa operazione abbiamo dato un colpo, credo definitivo, alla camorra a Caserta, contro i Casalesi. A sottolinearlo è stato il premier Silvio Berlusconi in una conferenza stampa a Napoli dopo un vertice in Prefettura sull'emergenza rifiuti in Campania.

Maroni: ''Dei militari mi occupo io''. La Russa: ''Telenovela deve finire''

La camorra non è "una lotta per bande per avere il predominio su una comunità vittima di violenza" ma "un sistema articolato che garantisce reddito e si propone come uno Stato nello Stato. Sono le cose che ho detto al Senato quando il ministro dell'Interno lo dice nella solennità dell'aula del Senato lo fa a ragion veduta". Intervenuto a 'Matrix', il ministro dell'Interno Roberto Maroni torna sulla definizione generale della Camorra, oggetto in questi giorni di divergenze di vedute con il collega di governo Ignazio La Russa. A proposito dell'invio dei militari in ausilio alle forze dell'ordine, precisa: "Sono terreno mio, perché l'ordine pubblico e la lotta alla criminalità organizzata è terreno del ministro dell'Interno che utilizza la polizia e anche militari come i carabinieri, la Guardia di finanza e anche l'Esercito. L'invio dei militari sarà infatti gestito e coordinato dai prefetti, quindi dal ministro dell'Interno".

Immediata la risposta di Ignazio La Russa. Il ministro della Difesa stempera i toni e dice: Questa telenovela deve finire. Mi sono veramente stancato di continuare a ripetere che da parte mia vi è la piena condivisione di tutte le misure adottate dal governo in materia di ordine pubblico e che non c'è nessuna volontà di competizione con il ministro dell' Interno. Sul fatto infine prosegue il ministro della Difesa che l'ordine pubblico sia di competenza dell'Interno e che anche i militari impiegati con le Forze dell'ordine rispondano ai Prefetti lo dice espressamente il Decreto legge n° 92 e perciò ha fatto bene Maroni a ricordarlo a Matrix. Però, perché sia chiaro che il mio comportamento risponde esattamente agli obblighi di legge, basterà leggere quanto prevede lo stesso citato decreto che recita: Il piano di impiego del personale delle Forze armate è adottato con decreto del ministro dell'Interno, di concerto con il ministro della Difesa, sentito il Comitato dell'ordine e della sicurezza, integrato dal Capo di Stato Maggiore'''. Il primo a saperlo è proprio Maroni dal quale mi separa solo ed esclusivamente l'uso lessicale del termine 'guerra civile' che per me evoca scenari diversi (e che forse non dispiace ai camorristi) ma non la puntuale analisi sul fenomeno criminale in Campania e la risposta da dare da parte dello Stato''

 
 
 

RIFLESSIONI CAMPANE

Post n°329 pubblicato il 30 Settembre 2008 da russocaio
 
Tag: Paisà
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A volte in questo blog inserisco dei commenti alla notizia. Non ho mai esposto delle considerazione personali. Dopo la trasmissione di La7 del  29-09-08 voglio farlo!

Premesso: In passato ho vissuto in quello che si può definire "il triangolo delle Bermuda campano" a pochi Km da Catelvolturno. Una volta l'anno per due settimane torno a trovare mia sorella e mio cognato (poveracci). Come tanti sono "fuggito" al nord e qui intendo restare, qualcuno potrebbe accusarmi di "diserzione" davanti al nemico. No! Non è diserzione, quando il nemico si trova alle tue spalle, perchè è questo quello che accade il quella terra martoriata dai criminali e dai politici corrotti. Non ti puoi fidare di nessuno!

Ieri sera sono stati intervistati un gruppo di extracomunitari che "vivono" a Castelvolturno, è emerso un quadro falsato della realtà. In sintesi: gli italiani sono razzisti, lavoro 10 ore e mi pagano 850 euro il mese, non ci danno la casa, non ci danno il lavoro, mi promettono 35 euro il giorno ma mi danno 25 e cosi via, senza contraddittorio con quello che pensano gli italiani.

Tutto vero quello detto dagli intervistati, tranne quella sul razzismo. Quelli che hanno ucciso i loro connazionali, non lo hanno fatto per razzismo, semplicemente sono dei delinquenti. Da oltre 20 anni in quella zona dalla stessa "mano" sono morti ammazzati centinaia di italiani, non sempre erano delinquenti. Tanti erano padri di famiglia che si opponevano a "o' sistema" o perchè erano nel posto sbagliato oppure avevano visto. Nessuno si è mai scandalizzato, ora per la morte di sei immigrati si scatena il putiferio, tutti scoprono improvvisamente che a Caserta comanda la camorra. Tutti a salvare i poveri "negri" ma i bianchi chi li salva?

Pensate che un'italiano del luogo trovi lavoro? O se lo trova per 10 ore (in nero) guadagni più del "nero?" vi sbagliate quelle sono le paghe stabilite in quella zona, al massimo può variare di 100/150 euro. L'italiano che lavora a giornata prende 10 euro in più, ma non perchè è bianco, semplicemente non paga la quota ai "caporali". Se ti ammazzi sul cantiere ti buttano in un fosso "indifferentemente" sia che sei bianco o sei nero. L'italiano però tace, perchè vive li con la famiglia e i parenti, non si sà mai! L'immigrato di solito non ha legami con il territorio.

Ultima considerazione: Questa gente arriva in Italia clandestina e senza documenti grazie alla malavita, per forza di cose "si accasa" nei luoghi dove la legge non arriva, sono quindi consapevoli di chi sono i loro padroni di casa, lo scoprono solo ora? Per anni in quella zona i clan hanno "inserito" centinaia di immigrati clandestini, per distruggere il tessuto sociale, sapete che con 30.000 euro a Castelvolturno si compra una casa singola di 200 mq? Indovinate in questi anni chi ha rilevato le attività commerciali o le case svendute! Evidentemente ora è il momento di ripulire la zona per rivalutare il capitale investito.

 
 
 

Tassiamo la pioggia!

Post n°328 pubblicato il 30 Settembre 2008 da russocaio
 
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LaRepubblica 29-09-08: RAVENNA - Benvenuti nella città dove la pioggia si paga. Con la bolletta. Un temporale, in media, incide quasi per il tre per cento sulla tariffa dell'acqua potabile stabilita per ogni utente. La pioggia si paga non solo a Ravenna, ma anche in tutti i comuni della provincia. E non si tratta di uno scherzo. Lo ha deciso l'ente pubblico territoriale che gestisce le reti idriche (l'Ato), con una delibera del gennaio scorso. Poche righe per stabilire che nella tariffa va inserito anche il costo della gestione delle fognature delle acque bianche (acque meteoriche): in pratica, il costo della pioggia. Non solo, la delibera prevede anche il recupero degli anni 2005, 2006 e 2007. In questo modo l'Ato risparmierà, ogni anno, più di un milione di euro. Oltre a recuperarne subito più di tre. Immediata la mobilitazione di associazioni di consumatori (Adoc, Adiconsum, Federcosumatori, Lega dei Consumatori) sindacati (Cgil, Cisl e Uil) e categorie (Api, Confindustria, Cna, Confartigianato). Tutte sul piede di guerra. La lista civica comunale "Per Ravenna", ha inviato un esposto al "Comitato per la Vigilanza sull'uso delle risorse idriche" del ministero dell'Ambiente, denunciando il balzello e chiedendo un pronunciamento sulla delibera che ha imposto l'acqua piovana in bolletta. E il presidente del Comitato, Roberto Passino, ha dato ragione al "fronte del no", tanto da scrivere all'Ato ravennate, invitandolo ufficialmente a "correggere la delibera", perché l'attuale normativa "esclude" che i costi per lo smaltimento delle acque meteoriche "possano essere imputati al servizio idrico". Al ministero dunque sono d'accordo: non si può pagare una tassa sulla pioggia. Ma c'è un ulteriore colpo di scena. L'assessore regionale all'ambiente dell'Emilia Romagna, Livio Zanichelli, invece si è schierato dalla parte del "fronte del sì": l'acqua piovana la devono pagare i cittadini, tramite la bolletta dell'acqua, sostiene, allineandosi alle scelte dell'Ato e del Comune di Ravenna: "La disamina della questione alla luce delle sole norme statali rappresenta un esercizio interpretativo inconcludente. I costi per lo smaltimento delle acque meteoriche nel territorio dell'Emilia Romagna devono essere computati nella tariffa del servizio idrico integrato. Ammesso che il comitato ministeriale abbia ragione, sottolinea Gianluca Dradi, assessore all'Ambiente del Comune di Ravenna, va rilevato che esiste una legge regionale precisa in materia, alla quale l'Ato si è attenuto. I costi della collettività poi, se non si pagano nella bolletta, si recuperano sulla fiscalità generale. E continua: Questo metodo, invece, ci era sembrato più corretto, perché così, trattandosi di un calcolo di media in percentuale, è costretto a pagare di più chi consuma di più e cioè spesso fabbriche e grandi impianti. Sulla bolletta degli utenti domestici il costo incide davvero poco. E poi, tassa sulla pioggia? Sarebbe come definire "tassa sulla polvere" i costi per la pulizia delle strade, laddove, invece, si tratta di un servizio sulla cui utilità non credo vi siano dubbi e rispetto al quale nessuno ha sino ad ora mosso obiezioni al fatto che i relativi costi debbano essere conteggiati nella tariffa dei rifiuti, come appunto avviene. Intanto la lista civica "Per Ravenna" annuncia il ricorso alla magistratura, per imporre il rispetto della legge violata e ad esercitare l'azione di responsabilità nei confronti degli amministratori e di risarcimento dei danni a tutela dei diritti degli utenti, conferma il capogruppo Alvaro Ancis. Si tratta di una tassa mascherata da tariffa, chiosa Ancis. Quel costo non deve essere incluso nella bolletta dell'acqua, ma recuperato attraverso la fiscalità generale, allo stesso modo con cui, per esempio, il costo dell'illuminazione pubblica non si può certo trasferire sulla bolletta dei consumi privati di elettricità, o il costo della manutenzione delle strade, non è trasferibile sulle tariffe dei carburanti dei veicoli stradali.

di GIUSEPPE CAPORALE

Video: http://www.la7.it/news/dettaglio_video.asp?id_video=17157&cat=cronaca

 
 
 

Bolletta Energia Elettrica

Post n°327 pubblicato il 30 Settembre 2008 da russocaio
 
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27.09.08 Obbligo di modalità gratuita di pagamento Giudice di Pace di Benevento sentenza in appello del 12 giugno 2008 CONTRATTO PER LA SOMMINISTRAZIONE DI ENERGIA ELETTRICA – OBBLIGO DI OFFRRIRE UNA MODALITA’ GRATUITA DI PAGAMENTO DELLA BOLLETTA – INADEMPIMENTO – RESTITUZIONE SOMME PER SPESE POSTALI

Nella Sentenza  Avv. Francesco Luongo

Le modalità di pagamento contowatt o pagamento on line non costituiscono modalità gratuita visti i costi necessari per usufruire di tali servizi. E l'avere omesso l'attivazione del servizio e successivamente l'aver taciuto la sua esistenza ha di fatto negato all'attore la libera esplicazione di un proprio diritto.

Oltre al danno emergente del pagamento delle commissioni a Poste Italiane, l'attore non può invocare nessun altro pregiudizio, sia di natura economica, sia di tensione nervosa (stress), riconducibili all'accertato inadempimento.

[Giudice di Pace di Benevento Dott. A. Abbuonandi, sentenza n.1041 del 12.06.08] Link: http://news.iusseek.eu/visual.php?num=61280

 
 
 

Sindrome da "cartella pazza"

Post n°326 pubblicato il 26 Settembre 2008 da russocaio
 
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Roma 21-09-08: Secondo quanto rende noto l’Associazione dei Contribuenti Italiani, sarebbero arrivate dal fisco richieste inesatte di pagamenti per un totale di un milione di cartelle esattoriali errate. È arrivata la solita ondata di cartelle pazze a cui ora i contribuenti italiani sono abituati. Con queste parole Vittorio Carlomagno, il presidente dell’associazione, ha commentato la notizia, mentre i soggetti e le imprese che si sono visti recapitare a casa le "cartelle pazze", hanno reagito prendendo letteralmente d’assalto i call-center dello Sportello del Contribuente per ricevere rassicurazioni in merito all’accaduto. Il numero delle cartelle esattoriali "fantasma" ammonterebbe a circa un milione, mentre sarebbero solo cinquantamila quelle individuate dai controlli prima della spedizione. Secondo l’Associazione dei Contribuenti, gli Agenti della riscossione non avrebbero tenuto conto delle cinque proroghe in seguito all’emanazione del condono fiscale tra il 2003 e il 2004, inviando richieste di pagamento a persone fisiche e giuridiche in regola con il pagamento del fisco. Periodicamente l’Agenzia delle Entrate omaggia i contribuenti italiani, conclude ironico il presidente Vittorio Carlomagno. La sindrome della cartella pazza non è un episodio isolato: si stima che dal 1998 ad oggi le richieste di pagamento per oneri fiscali non dovuti, raggiungano il numero di ben 43 milioni. Ed è già pronta una class-action per risarcire le vittime per un totale di 2,5 miliardi di euro. Autore: Luisa Foti

 
 
 

Energia: addio Authority

Post n°325 pubblicato il 26 Settembre 2008 da russocaio
 
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Adnkronos 19-09-08: Addio all'Autorità per l'energia elettrica e il gas. Al suo posto arriva una 'superagenzia' del governo con competenze allargate anche al settore dell'acqua e con i vertici completamente rinnovati. La novità, a quanto apprende l'Adnkronos, è contenuta all'interno di un pacchetto di emendamenti messi a punto dal ministero dello Sviluppo economico al ddl manovra 1441 ter che potrebbe essere depositato oggi stesso alla Camera. La norma, se verrà approvata, porterà quindi all'azzeramento dell'attuale collegio, con la nomina entro trenta giorni di un nuovo presidente e nuovi membri. In pratica, il governo nominerà direttamente i membri dell'Autorità per l'energia, riservando al Parlamento solo un parere formale. Infatti, secondo quanto previsto, gli attuali membri decadranno e i nuovi saranno nominati direttamente dal governo, senza più il parere vincolante delle commissioni parlamentari competenti, previsto dalla legge istitutiva a garanzia dell'indipendenza dell'Autorità. Con le modifiche allo studio del Mse verrebbero infatti abrogate le parti della legge istitutiva dell'Autorità per l'energia (n.481/95) che prevedono, proprio a garanzia dell'indipendenza dell'istituzione, la necessaria approvazione delle nomine con maggioranza dei due terzi da parte delle commissioni Attività produttive della Camera e Industria del Senato. Nel pacchetto di emendamenti, sempre in materia di energia, è prevista anche l'assegnazione all'Autorità di alcune funzioni di regolazione e controllo sull'acqua oggi attribuite al ministero dell'Ambiente (Comitato di vigilanza risorse idriche) e al dicastero dell'Economia attraverso il Nars e il Cipe, ferme restando le competenze di regioni ed enti locali. E' allo studio, inoltre, la creazione dell'Agenzia per la sicurezza nucleare. Oltre a collaborare con le istituzioni interessate, l'Agenzia avrà anche funzione di controllore. Infatti, nel caso le aziende non fossero in regola con le norme sulla sicurezza o in caso di violazioni, il nuovo organismo potrà anche applicare multe salatissime: tra i 25mila e i 150 milioni di euro. A quanto si apprende l'Agenzia verrà istituita presso il ministero dell'Ambiente.

Io ti nomini e tu fai quello che dico io. Complimenti!

 
 
 

SENTENZE "GEMELLE"

Post n°324 pubblicato il 26 Settembre 2008 da russocaio
 
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Corrieredellasera 26-09-08: Per quanto un rassicurante adagio garantista assicuri che in ogni giudice c'è un pò di avvocato, nell'avvocato che Gabriella avrebbe dovuto essere, di fronte al Tribunale civile di Vigevano, non poteva esserci nulla del giudice onorario che sempre Gabriella avrebbe contemporaneamente dovuto essere a Rho nella sezione distaccata del Tribunale di Milano. E così, mentre sui processi altrui restava a Rho a decidere nella veste di giudice onorario, a recitare invece la parte di se stessa a Vigevano, e cioè dell'avvocato delle cause in discussione davanti ai giudici di quest'altro tribunale, Gabriella mandava il volto più azzeccato e somigliante che nessun formidabile casting, nemmeno di un colosso di Hollywood, avrebbe potuto scovare: il volto di se stessa. Perché mandava sua sorella gemella, Patrizia. Peraltro nemmeno avvocato, ma soltanto laureata. Grazie a questo scambio di persona, la gemella magistrato onorario (Gabriella), per le cause che figurava aver patrocinato a Vigevano quando invece a indossare la toga di avvocato era stata la gemella non avvocato (Patrizia), ha poi potuto pretendere dai propri clienti il pagamento delle relative parcelle. E quando i soldi non sono arrivati spontaneamente, si è rivolta al Tribunale di Rho perché ordinasse ai clienti di pagare, allegando come prova i relativi fascicoli delle cause, i verbali che in teoria ne attestavano presenza e prestazioni nelle udienze, e la liquidazione ammessa dall'Ordine degli avvocati di Milano. Carte che nel novembre e dicembre 2003 traggono in inganno il Tribunale e lo inducono a emettere due decreti ingiuntivi con l'ordine ai tapini clienti della avvocato di pagarle 2.667 euro e 1.736 euro più interessi. Ora però che lo scambio di persona è venuto a galla, seppure a distanza di molto tempo dalle udienze galeotte del 22 settembre 1998 e del 29 maggio 2001 a Vigevano, anche il boomerang colpisce entrambe le gocce d'acqua: ieri le due sorelle cinquantenni sono infatti state rinviate a giudizio per falso ideologico commesso dal pubblico ufficiale in atti pubblici. E il 15 ottobre davanti al Tribunale di Brescia (competente sui reati che coinvolgono chi esercita funzioni giudiziarie nel distretto di Milano, come appunto la sorella che era anche giudice onorario) la sola gemella vera avvocato e anche magistrato onorario sarà processata pure per falso ideologico in certificati nell'esercizio della professione forense, nonché per "truffa " ai danni dei due clienti, attuata con il raggiro del Tribunale che emise i decreti ingiuntivi. Brunetti e Ferrarella

Si presume che le sentenze in cui sono implicate saranno annullate, o no? Neanche nei film con Lino Banfi si è vista una cosa simile. Italia, il Paese della fantasia.

 
 
 

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