Breve profilo del paese
Il paese è situato a mezza collina, lungo la catena montuosa del Marghine,
ad un’altitudine di circa 600 mt slm. La sua superficie territoriale si
estende su complessivi Kmq. 108,58, di cui circa 1.952 Ha destinati a
bosco, distribuiti lungo la direttiva Nord-Ovest/Sud-Est fra la Catena del
Marghine e la sponda destra del fiume Tirso. L'altitudine va da 150 mt.
s.l.m. fino ai 1.200 mt. di Punta Palai. Il territorio è ricco di siti e reperti
archeologici. I monumenti censiti sinora, relativi al periodo prenuragico e
nuragico, sono oltre 70. I più antichi, risalenti a circa 4000-5000 anni a.c.,
sono localizzati nella montagna presso le sorgenti di Ortachis. In questi
siti sono state rilevate anche tracce di insediamenti umani
(protonuragici) risalenti a 3500-4000 anni fa. Presenze umane più
recenti ed in numero rilevante, da ascrivere al periodo punico-romano,
sono state ritrovate nella piana della Media Valle del Tirso. Le prime
tracce documentali su Bolotana sono contenute nelle "Rationes
decimarum Italiae" dell’anno 1341, documento conservato negli
archivi vaticani che attesta le quote delle decime pagate dal rettore
per finanziare la guerra contro i Turchi. È l'inizio della storia moderna
del paese, allora chiamato "Golotzene", che ha conosciuto una
continua ascesa dal punto di vista economico, culturale e
religioso, praticamente fino ai giorni nostri. La struttura economica
del paese, oltre che sui settori tradizionali della pastorizia e dell'
agricoltura, si basa oggi anche sull'industria, l'edilizia e il terziario.
La locale rivista culturale “Quaderni bolotanesi” analizza da
trenta anni i diversi aspetti della realtà sarda e pubblica
ricerche storiche basate su documentazioni rivenienti da archivi
sardi e spagnoli. Alla memoria storica di Bolotana appartiene
anche la figura dell’ingegnere inglese Benjamin Piercy,
progettista e finanziatore delle ferrovie sarde nella seconda
metà dell’Ottocento. Innamorato della montagna di Bolotana,
acquistò all’asta, nel 1879, ettari 2.021 costituenti la
quota toccata al Regio Demanio dopo la divisione dei
terreni ademprivili, successivamente ampliata con
ulteriori acquisti nei territori confinanti. Egli stabilì la sua
residenza nella località Baddesalighes, dove costruì una
villa in stile coloniale inglese e una borgata rurale.
L'annesso giardino è un catalogo di diverse essenze
arboree esotiche, provenienti da svariate parti del
mondo. Per iniziativa della Comunità Montana
Marghine-Planargia e del Comune si sta provvedendo a
realizzarvi il primo giardino botanico montano della
Sardegna, ad una altitudine di 1000 mt slm. Nel territorio
di Bolotana sono ubicate alcune aziende industriali di piccole e medie
dimensioni che fanno parte del complesso Ottana – Bolotana
dell’Area di Sviluppo Industriale della Sardegna Centrale.
Nel territorio di Bolotana è presente, inoltre, un’area destinata
ad insediamenti produttivi artigianali o di piccole dimensioni (PIP).
Distanze: da Macomer Km 25, da Nuoro Km 40, da Oristano Km 60, da
Cagliari Km 164, da Sassari Km 68, da Alghero Km 100, da Olbia Km 130,
da Porto Torres Km 107.
Punti Paesaggistici
Badde Salighes
Il giardino di villa Piercy fu impiantato intorno al 1880,
contemporaneamente alla costruzione della residenza di
Benjamin Piercy, ingegnere inglese che realizzò la rete
ferroviaria della Sardegna. Il disegno del terreno circostante
la villa richiamava i parchi delle ville e delle case di
campagna di impostazione anglosassone. L'interesse
scientifico dell'area fu riscoperto nel secolo scorso dai botanici
dell'Università di Sassari, che per primi espressero voti per la
salvaguardia del complesso. In effetti il Piercy, seguendo i
gusti dell'epoca, aveva creato un parco con alberi provenienti
dalle varie parti del mondo, che erano stati collocati in
un ambiente dominato dalle foreste di tasso, agrifoglio,
roverella e acero minore. In questo contesto furono
ritagliati viali e radure, in cui i grandi alberi spontanei
furono senza dubbio salvaguardati, tanto che ancora
oggiè possibile riconoscere il disegno originario.
L'attenzione necessaria per il mantenimento del giardino,
venuta meno dopo l'abbandono della casa dal vecchio
proprietario, ha fatto sì che le specie native abbiano
ripreso vigore invadendo tutta l’area e creando
allo stesso tempo una misura originale di specie native ed
esotiche di notevole suggestione. Accanto ai tassi ed
agli agrifogli secolari si rinvengono l'abete bianco, l'abete
di Cefalonia, un poderoso esempio di abete pinsapo,
magnifici cedri dell'Atlante e dell' Himalaya, eleganti
cipressi di Lawson, ginepri della Virginia, tuie occidentali,
viali di calocedri, di ippocastano, di frassino maggiore,
numerosi alberi di pino nero, isolati o in gruppi.
Non mancano specie come il pruno canino,
unici esemplari conosciuti in Sardegna. Due faggi collocati
sulla sinistra della villa sono quasi certamente i primi
introdotti in Sardegna.
Ortachis
Area di particolare interesse naturalistico e panoramico a circa 1.100 msl.
Mularza Noa: cascata naturale sul rio Biralotta.
Punta Palai: a 1.200 msl
La storia di Bolotana
Il territorio di Bolotana, centro di 3.469 abitanti situato nel Marghine,
fu popolato sin dall'epoca preistorica, come dimostrano i vari ritrovamenti,
tra cui le domus de janas di Sas Percas de Zancanu, le tombe dei giganti
di Sa Sedda e di Istarone, e, tra i tanti, i nuraghi di Titirriola e di
Funtanassida; fu abitato anche in epoca punica, come testimonia la
fortezza di Mularza Noa, e in epoca romana, con evidenti influssi nella
toponomastica. Nel periodo giudicale la villa di Bolotana fece parte della
curatorìa del Marghine nel giudicato di Torres. Caduto il giudicato, di fatto
nel 1259 con la morte della giudicessa Adelasia, la curatorìa, contesa fra i
Doria e gli Arborea, fu annessa al giudicato arborense. Subito dopo la fine
del giudicato, nel 1410, la villa passò al visconte di Narbona, e poi,
nel 1420, agli Aragonesi, che la concessero in feudo al valenzano
Bernardo Centelles. Ceduta nel 1439 a Salvatore Cubello, fu inclusa
nel marchesato di Oristano sino alla sua fine, avvenuta nel 1478.
A partire da questa data, e poi per tutta l'epoca spagnola, Bolotana
tornò ad essere inclusa nella contea di Oliva, infeudata prima ai
Centelles, creati conti di Oliva nel 1449, e poi, per successione, ai
conterranei Borgia. Estinta la famiglia, la villa fu concessa
a Maria Giuseppa Pimentel, erede dei Borgia e moglie di Pietro Tellez Giron,
ai quali rimase sino al riscatto definitivo del feudo nel 1843.
In base alle successive suddivisioni amministrative del territorio, fissate dal
governo sardo-piemontese, la comunità di Bolotana fu inclusa nel 1821
nella provincia di Nuoro; nel 1848, abolite le province e istituiti i comuni,
Bolotana fu compreso nella divisione amministrativa di Nuoro, e in seguito,
con R.D. 3702/1859, nella provincia di Sassari, circondario di Nuoro, a capo
del mandamento di Bolotana. Istituita la provincia di Nuoro con R.D.L.
02/01/1927, n. 1, Bolotana entrò a far parte di tale provincia.
(Notizie tratte dal libro "La Mappa Archivistica della Sardegna - IL MARGHINE.
LA PLANARGIA, IL MONTIFERRU" - volume II - a cura di Susanna Naitza,
Cecilia Tasca, Gianfranca Masia - Edizioni La Memoria Storica S.c.a.r.l. -
Regione Autonoma della Sardegna, Assessorato della Pubblica Istruzione,
Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport - Servizio Beni Librari e
documentari, Editoria e Informazione)
Il patrimonio artistico di Bolotana |
Chiesa di S.Pietro Funge da chiesa parrocchiale. Riedificata nell’anno 1600, è stata riattata ai primi dell’Ottocento. È costituita da una aula unica, con un transetto formato da due grandi cappelle e con presbiterio rialzato chiuso da abside semicircolare. Chiesa di San Bachisio L’attuale chiesa di san Bachisio è stata riedificata, su un precedente impianto probabilmente gotico-catalano, nella seconda metà del secolo XVI, per volere della nobildonna Anna Fara. Essa è opera dell’architetto cagliaritano Miguel Puig, che realizzò anche, nel 1573, parte del campanile di san Pantaleo a Macomer. La struttura si presenta ben conservata, concepita unitariamente e completata in un breve lasso di tempo, con scarsi interventi posteriori. Rilievi di carattere locale ornano la chiesa, mentre la facciata è movimentata da un portale con timpano impostato su due colonne affiancate, nonché da modanature atte ad impreziosirlo; lungo lo stesso asse vi è un rosone obliterato, ai lati del quale sono due motivi di rifinitura nella cornice. Una cornice marcapiano divide la parte inferiore della chiesa dall'attico; la stessa modanatura si palesa nella cornice del tetto a capanna, all' apice del quale è allocata una croce. Chiesa di S.Francesco È posta a nord dell’abitato, in posizione dominante ed era attigua al convento dei Cappuccini, del quale rimangono i ruderi. Il convento venne fondato nel 1608, come risultava, tra l’altro, da una iscrizione posta nella porta di entrata allo stesso; la chiesa è stata invece costruita nel 1613, essendo amministratore della fabbrica il ricchissimo concittadino Onofrio Fois, elevato alla nobiltà in quello stesso anno. Sull’altare una grande tela di buon livello artistico, di autore ignoto, probabilmente del Seicento, che raffigura la Crocefissione con san Francesco in ginocchio. Sulla destra del quadro, in piedi, la tradizione vuole che siano rappresentati don Onofrio Fois, la moglie Cathalina Gaya e il padre di quest’ultima, Gavino, originario di Bottidda, che avrebbe donato il terreno all’interno del quale gli edifici vennero costruiti. Chiesa di San Basilio Chiesa di San Giovanni Nuraghe Tittirriola Nuraghe Sa Coa Filigosa Nuraghe Urpinos o Isfundadu Circoli megalitici rituali di Ortachis |
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il 05/10/2007 alle 15:11