VITE A PERDERE

CARLO GIULIANI


    Aveva un nome e una storiacomune a tante storiedi giovani della sua età…nessuna voglia certodi farsi martire o eroema solo un ragazzo fra i tantila musica il calcioil piercing di ritoil modo stravagante di vestiree tanto impegno socialenel volontariato…appena un giorno primaManu Chao al concertoME GUSTA MARJUANA e forse il venti lugliosarebbe sceso al mareuno fra i tanti giovania divertirsi insiemesenza nessuna vogliaartefattadi farsi martire o eroedi qualche giusta causao peggio di giocareal gioco della guerriglia…un ragazzo fra i tantipacifico e generosonei suoi quotidiani impegni socialigentile amicodei suoi amici animali…  ma a Genova quel giornogentilezza e generositàe giusta rabbiacontrastavano invano la meschinitàe la sopraffazionedei G8 ipocriti e arrogantiperciò Carlo quel giornosi unì al corteo pacificogridò la libertà di Genova assediatacantò giustizia ai poveri ed equità socialema il fumo intenso ed acredei lacrimogeni ardentiben presto soffocò i canti e la protestadei tanti dimostrantie la rabbia cresceva per la repressionee gli assalti improvvisi della polizia… il fumo denso delle gomme arsel’odore acre negli occhie la follia omicidadei gipponi dell’ordine e delle camionettelanciati alla rinfusaa travolgere addosso agli indifesiuomini e donne del corteo spezzatola rabbia e la pauradi morire così senza un perchétravolti dall’assurda cecitàdelle forze dell’ordine omicidae poi la caccia all’uomoinfine non si può restare sempre inermie lasciarsi pestare restando a mani alzatel’ingiustizia fa male troppo malebrucia infine nel cuore e nella mentee la rabbia poi esplodee ti prende allo stomacoe… Carlo vede laggiù la camionettacircondata dal gruppo dei manifestantie la rabbia lo fa correre a unirsipassamontagna in visoalla dura protesta impazzita(se l’ingiustizia brucianel sangue e nelle venefa esplodere ai più mitila passione violenta della ribellione)…Così Carlo si armò di tutta la sua rabbiae corse ad attaccare la camionetta dei carabinieri e“pagherete caro, pagherete tuttovi colpiremo con pietre e bastoni poliziotti assassini servi dei padroni”…ma ormai la pistola cercava alla ciecadal vetro sfondato della camionettae il braccio teso del carabinierepuntava sul volto di un altro ragazzo…e poi si udì lo sparo… un ragazzo fra i tantigiustiziato innocentecon un foro di sangue in mezzo agli occhiventitre anni spentiquell’urlo di rivoltae il corpo straziato arrotatodalla retromarciadella camionetta dell’ordine impazzitoaveva un nome e una storiacon tanta rabbia in corpoper le troppe ingiustiziedei ricchi e dei potentie la condanna a mortefu subito eseguitada un ordinario colpo di pistolalegittima difesadi pubblico ufficialea garanzia dell’ordine finale… aveva un nome e una storiaCarlo Giulianiventitre anni appenagiustiziatoda una fredda pallottola di statoil venti luglio a Genovadel duemilauno un condannato a mortedel Libero Mercato