VITE A PERDERE

VACANZA ALLA RISERVA DELLO ZINGARO


  Questo mare di oggi mi guarda in modo stranoMi guarda tacito assente come se non avessePiù nulla da dirmi – è un mare quasi assenteUn vecchio mare tossicodipendenteChe oggi ha cominciato a dubitareDella sua stessa esistenza e dubitareInfine del suo stesso essere mare. Ci avreste mai creduto che un simileAtroce misfatto potesse accadere?Eppure io lo giuro a tutta questa folla di bagnantiChe insistono a volersi bagnareIn questo mare quasi inesistenteChe mai s’era visto nel mondoUn mare così stanco d’essere ancora mareSolo per farvi nuotare con quelle pezze al culoVoi con i vostri idioti costuminiE dover ascoltare le vostre insulse chiacchiereAmati vacanzieri… Eppure dovreste saperloChe il mare di oggi non è quello di ieriLo capirebbe anche un deficienteSolo a vederlo in faccia un mare così stancoDepresso sofferenteChe non sa più che dire a vedere impotenteDivampare gli incendi e crescere cementoIn questi boschi costieri mentre le trivelleGhignano potenti in alto marePer ogni ferita infertaAi fondali marini ormai deserti… Cari bagnanti e illustri vacanzieriQuesto mare di oggi non vuole più parlareVuole solo gridare un urlo laceranteE mandare all’inferno l’intera umanitàQuesto mare di oggi che non è affatto il mare di ieriMa solo un mare assente ma forse solamenteUno dei tanti malati terminaliCostretto a sopravvivere a se stessoIn fondo a questo letto d’ospedaleIntubato per gli anni che verrannoOvvero (come dicono là sugli altari)Finché morte non ci separi. Addio.