VITE A PERDERE

TENUTA ANTISOMMOSSA


Ti hanno coperto il voltoCon quel casco da vile anonimato…Sottopagato schiavo di violenzaA difesa del grande dis-ordineDi mercanti e banchieriMacellai di speranza e di futuroTi hanno detto che puoi picchiare duroSu quelle teste calde - fossero pure bambiniE donne e anziani scesi per stradaContro le grandi opere E le piccole solite meschineElemosine Di un misero lavoro salariato…Sei ancora tu – il solito squadristaPoliziotto tutore del dis-ordineAncora e sempre addestrato Al gioco criminaleD’assetto antisommossaAncora e sempre addestratoAl disprezzo di chi manifesta il dissensoContro i soprusi dei fortiAncora e sempre addestratoAnche a sparare sulla folla inermeDai gipponi scelbiani della CelereIn quegli anni cinquanta in bianco in neroFino ai colori schizzati con arte omicidaRosso sangue sui muri della DiazFino ai pestaggi di ieriUn qualsiasi giorno di novembreDi quest’anno in cui nulla è cambiatoDella vecchia faccenda criminaleDi te, teppista in divisa che nascondi la tua vigliaccherianell’anonimato garantito dall’altodel potere, lo stesso che fa pioverelacrimogeni e lacrime di sanguesulla ribellione di chi non si rassegna a vivere in un mondo sottomessoal profitto e alla lurida finanza.(Randagio Clandestino)