VITE A PERDERE

LETTERA DI UN BAMBINO MAI NATO A ORIANA FALLACI (ritrovata a Firenze in data 10 novembre 2002)


Mia non certo cara a me né ad altri Oriana, c’è un limite (una soglia della sopportazione) oltre il quale anche i morti, anche i figli mai nati sentono l’urgenza della protesta, la necessità di spezzare l’eterno muro del silenzio, per urlare il loro disgusto nel corpo della storia, per riprendersi quel diritto di parola da sempre negato ai senza-potere, ai morti ammazzati delle guerre sante d’oggi e di ieri, ai senza-vita d’ogni nazione. Oggi che quel limite è stato varcato ripetutamente dalla tua squallida penna, così simile all’arma di un vile cecchino appostato sui tetti del Potere… oggi, finalmente non posso fare a meno di rispondere alla tua ormai “antica” lettera con poche parole semplici e chiare, come solo noi mai nati (clandestini della vita possibile) sappiamo pronunciare dentro il silenzio. E’ vero, mia non-madre così livida di rancore contro la vita stessa: quando un bambino non nasce è perché ha scelto di non nascere. E non per viltà, ma per sostenere il proprio diritto a nascere e vivere in un “mondo diverso possibile” (un diritto umano fondamentale che a te suscita così tanto disprezzo - e paura). E io sapevo già in quei giorni, quando mi sussurravi quasi amorevolmente con la tua penna le difficoltà del vivere e dell’essere al mondo, specialmente se donna… io percepivo che quelle tue parole non nascevano da un atto d’amore, ma da un fondo di livore e di odio per la vita stessa e per gli esseri umani, e che la tua penna non parlava a me per invitarmi alla festa della vita ma al tuo meschino egocentrismo di intellettuale che gode solo dell’autostima di se. E’ difficile nascere e vivere in un mondo in cui quelli come te, che hanno avuto il privilegio di usare il potere della parola, lo utilizzano di fatto al servizio dei potenti di turno per sostenere l’odio razzista del diverso, la paura ancestrale dell’altro da se, le ragioni dell’ingiustizia sociale, le menzogne generatrici d’ogni guerra santa, sempre e comunque a difesa del privilegio e del benessere dei più forti. E’ quasi impossibile accettare di venire al mondo quando si è concepiti nel grembo della negazione di ogni futuro possibile, nelle acque livide e putrescenti della paura del diverso… Sì, ho scelto di non nascere, ma non perché rifiutassi “la” vita, ma quell’unica squallida vita racchiusa nella tua meschina idea di cultura e di civiltà. Proprio perché tu oggi, ormai apertamente (ma già allora io l’avevo intuito) non rappresenti altro che questo: la negazione finale di quella civiltà che dichiari di voler difendere e di una cultura viva, aperta alla trasformazione e al dialogo, la grande cultura di quell’Occidente a te tanto caro (ma di cui evidentemente hai acquisito solo il peggio, quella sottocultura intrisa di violenza e razzismo, che ha reso possibili l’Inquisizione o il genocidio degli indiani d’America). Ho rifiutato il tuo mondo, e non la vita in se. E oggi, 10 novembre 2002, io scelgo finalmente di vivere, qui per le strade di Firenze, dentro questa grande manifestazione pacifista, figlio di una grande cultura, che vive e cresce nella mente e nei cuori di migliaia di “veri” intellettuali, che ragionano e lottano insieme per costruire un mondo migliore per quelli che dovremo nascere quando non si correrà più il rischio di nascere figli del privilegio o della miseria, ma semplicemente esseri umani con uguali diritti e uguale dignità. Quel giorno nessuno di noi dovrà sprecare parte della propria vita a scrivere lettere tristi e amare a quelle madri e a quei padri, felicemente non più nati, per difendere dalla loro profonda vigliaccheria i diritti dei popoli oppressi. Le tue parole di oggi, le menzogne spudorate e i proclami violenti di quelli come te, vomitati con livore sulle pagine dei giornali e dagli schermi delle TV privatizzate dal padrone di turno, quel giorno saranno solo un triste ricordo, simile all’immagine dell’urina “sacrilega” del “barbaro invasore” sui monumenti di un grande Occidente al declino… immagine da te evocata con tanta meschinità per scatenare l’ennesima guerra santa della pre-istoria umana. Perciò, nonostante i tuoi scritti "cecchini", io nascerò, donna e uomo di un mondo nuovo, nel momento stesso in cui la tua civiltà incivile avrà cessato di esistere!