VITE A PERDERE

GLI SPUTI DI FELTRI SUI MORTI AMMAZZATI


Sul Giornale di oggi il talebano Vittorio Feltri accusa chi non si unisce al coro dell’ipocrita cordoglio nazionale di “sputare sui cadaveri dei nostri soldati”. Come sempre l’integralista talebano Feltri non conosce altra forma di contrasto politico che non sia l’insulto gratuito e violento nei confronti di chi sta fuori dal pensiero unico che, in quanto unico e solo, non è nemmeno pensiero ma lobotomia pensante al servizio del potente di turno. Il terrorista della carta stampata Vittorio Feltri sa benissimo che il suo e quello dei suoi “amici” (anche della pseudo sinistra interventista) è un cordoglio di facciata, nient’altro che la sporca retorica di chi manda al macello i “nostri soldati” per motivi tutt’altro che ideali. Il cecchino della parola Vittorio Feltri, oltre ad essere un ipocrita consapevole, è anche uno di quei mascalzoni di cui sproloquia il suo padrone Silvio riferendosi ad altri intellettuali che avrebbero il difetto di pensare fuori dal pensiero unico caro a Feltri, ma che pensiero proprio non è. Il guerrafondaio Feltri pensa (ovvero è stato pensato dall’unico pensiero dei mascalzoni) che quei sei ragazzi ammazzati per una causa persa siano i “suoi” soldatini che vanno a fare gli interessi “suoi” (e dei suoi amici al potere) giocando il gioco della pace in guerra per una missione che somiglia tanto al famigerato “arrivano i nostri” del cinema western degli anni cinquanta. Al talebano nostrano Feltri della vita di quei ragazzi non gliene fotte nulla, così come non gliene fotteva nulla a coloro che li hanno mandati in missione di pace-guerra e che ora fingono un vomitevole falso cordoglio nazionale che è uno sputo collettivo o di “unità nazionale” sulle bare di quegli eroi che eroi non volevano essere. Poiché non è mia abitudine sputare in faccia nemmeno ai mascalzoni come Feltri, che meriterebbero ampiamente questo esercizio sputereccio di onestà intellettuale – vedasi al riguardo l’istruttiva gag di Totò in cui lo sputo in un occhio o ad entrambi gli occhi di un esistenzialista da strapazzo viene effettuato con tutti i crismi e i preparativi propri di una elegante sala da barba – poiché, dicevo, né io né chi la pensa come me non sputa per abitudine sui morti di qualsiasi nazionalità o credo politico, consiglierei amichevolmente al signor Feltri Vittorio di provare ad essere sincero e onesto con se stesso e di avere il coraggio di dire la verità sul suo giornalaccio delle aggressioni gratuite correggendo in questo modo quanto scritto sul quotidiano del 19 settembre: io, Feltri Vittorio, e tutti i politici e i giornalisti miei affini sputiamo e sputeremo sulle bare dei morti ammazzati col nostro ipocrita cordoglio nazionale che sinceramente se ne fotte di chi vive e di chi muore purché i nostri interessi personali e di casta siano salvi e vincenti. E lo sputo più viscido e meschino che uscirà dalle nostre bocche è tutto concentrato in quella parola criminale con cui ci piace da sempre seppellire i prodotti della macelleria bellica di ogni tempo: EROI.